Spiritualità

Come comunicare con i mondi invisibili: i consigli di Selene Calloni Williams

Di Redazione - 29 Maggio 2025

Viviamo immersi in un mondo visibile, tangibile, fatto di azioni concrete, persone, oggetti, eventi misurabili. Eppure, sotto la superficie della realtà quotidiana, esistono mondi invisibili: universi interiori che parlano una lingua silenziosa, che non si mostrano se non a chi sa ascoltare con il cuore, l’anima e l’immaginazione. Comunicare con questi mondi non è solo possibile, ma essenziale per vivere con pienezza e verità.

I mondi invisibili sono molteplici. Sono le terre interiori in cui vivono le parti più intime e profonde di noi stessi: il bambino che siamo stati e il vecchio che saremo, con la loro saggezza e fragilità. Sono le dimensioni dove abitano i nostri sogni più autentici, i desideri che abbiamo nascosto, i rimpianti che non abbiamo mai osato guardare in faccia. Sono le esistenze che abbiamo vissuto prima di questa e quelle che, forse, vivremo ancora. Sono le presenze di chi è passato oltre, ma ancora ci cammina accanto, in un altro modo. E sono persino le anime di coloro che devono ancora venire, figli, amici, amori, che esistono già nel mistero del tempo non ancora accaduto.

Selene Calloni Williams

Credit foto
ph. Adrian McCourt
per gentile concessione di Selene Calloni Williams

Ascoltare oltre il silenzio

Comunicare con i mondi invisibili richiede una qualità rara: il silenzio interiore. Non un silenzio vuoto, ma uno spazio sacro in cui la mente tace e il sentire si espande. È lì che si aprono le porte sottili della percezione. Le voci dei mondi invisibili non gridano, sussurrano. Arrivano nei sogni, nelle intuizioni improvvise, nei brividi senza motivo, nei déjà-vu, nelle lacrime che scendono senza un pensiero preciso a precederle. Parlano attraverso simboli, immagini, emozioni.

Le vie della comunicazione

Meditazione e introspezione

Sedersi in silenzio, ascoltare il proprio respiro, lasciare emergere immagini, ricordi, presenze. È un dialogo sottile, ma reale.

Scrittura automatica

Lasciare che la mano scriva senza giudizio. Spesso, ciò che viene fuori non viene da noi, o non solo da noi.

Sogni e visualizzazioni

Meditare e ripetere un mantra prima di dormire, immergersi in visualizzazioni guidate. I mondi invisibili parlano spesso di notte.

Arte e creatività

Disegnare, dipingere, danzare, suonare: le arti sono ponti tra i mondi. Parlano la lingua dell’invisibile. L’arte è un ponte tra mondi. Non nasce solo dalla mente, ma da un luogo profondo, dove il tempo si dissolve e l’invisibile prende forma. Quando creiamo, ascoltiamo il sussurro del bambino che fummo, del vecchio che saremo, di chi ci ha lasciato e di chi deve ancora arrivare.

L’arte non spiega: evoca. Parla la lingua dei sogni, dei simboli, delle emozioni che non trovano parole. In un colore, in una nota, in un gesto, può vivere un ricordo mai vissuto o una ferita che cerca luce.
Creare è un rito, un varco. Attraverso l’arte, l’anima si esprime, guarisce, si ricorda di essere ponte tra mondi, tra ciò che siamo, ciò che siamo stati, e ciò che, forse, potremmo ancora diventare.

Dialogo interiore

Parla con il tuo bambino interiore, chiedi consiglio al tuo “vecchio futuro”, scrivi lettere a chi non c’è più o a chi ancora non c’è. Loro risponderanno. A modo loro.
Il dialogo interiore è un modo per comunicare con i mondi invisibili perché ci permette di ascoltare le parti profonde di noi stessi, come il bambino interiore, il sé futuro o le presenze sottili che ci accompagnano. È un atto consapevole che porta intuizioni, guarigione e connessione.
A differenza del rimuginio, che è confuso, ripetitivo e dominato dall’ansia, il dialogo interiore è aperto, creativo e centrato sull’ascolto.
Non si tratta di pensare di più, ma di pensare meglio, in profondità e con presenza.

Cammino nella natura

Selene Calloni Williams

per gentile concessione di Selene Calloni Williams

La natura è uno specchio silenzioso che riflette l’invisibile. Camminare, contemplare, respirare: la terra parla a chi sa ascoltare.
Camminare nella natura è un modo profondo per dialogare con i mondi invisibili perché ci riconnette al silenzio, al ritmo del corpo e al tempo ciclico della vita. La natura, con la sua presenza viva e simbolica, riflette ciò che accade dentro di noi e ci apre all’ascolto di memorie, presenze, desideri e intuizioni che normalmente non emergono. Camminare diventa così una forma di meditazione, un rituale spontaneo che apre un varco tra il visibile e l’invisibile, tra ciò che siamo stati, siamo e potremmo diventare.

I rischi e la grazia

Comunicare con i mondi invisibili non è privo di rischi: si può restare impigliati nei rimpianti, nelle illusioni, in immagini che confondono. Serve radicamento, discernimento, e talvolta una guida. Ma il dono è immenso. Da questi mondi possiamo ricevere guarigione, ispirazione, risposte che la logica non sa dare. Possiamo riconciliarci con chi siamo stati e accogliere chi saremo. Possiamo finalmente dare spazio a tutto ciò che non abbiamo mai osato vivere.

Meditazione: La soglia dei mondi invisibili

Selene Calloni Williams

per gentile concessione di Selene Calloni Williams

Ora ti propongo una pratica semplice, profonda: una meditazione guidata per incontrare i mondi invisibili. Puoi svolgerla da seduto, in un luogo tranquillo, o anche durante una camminata lenta nella natura.

Durata consigliata: 15–30 minuti
Occorrente: silenzio, un quaderno per eventuali appunti dopo, e disponibilità ad ascoltare
senza aspettative.

1. Preparazione (2 minuti)
Siediti in modo comodo. Chiudi gli occhi. Respira profondamente.
Con ogni espiro, lascia andare tensioni, pensieri, giudizi.

2. Entrare nello spazio sacro (3 minuti)
Immagina di trovarti davanti a una soglia: una porta, un sentiero nel bosco, un ponte sospeso, qualunque immagine emerga spontanea.
Questa è l’entrata ai mondi invisibili.
Quando ti senti pronto, oltrepassa la soglia.

3. Incontro (8–15 minuti)
Dall’altra parte, sei in uno spazio non ordinario.
Lì puoi incontrare: il tuo bambino interiore, che vuole essere ascoltato; il vecchio saggio che diventerai, che ha messaggi per te; una presenza invisibile (una guida, un caro defunto, un archetipo); o una scena che rappresenta un tuo desiderio, rimpianto o sogno.
Non forzare nulla. Lasciali venire. Fai una domanda semplice, come: Cosa devo sapere ora? Cosa non ho ancora ascoltato di me stesso?
Ascolta. Guarda. Senti. Accogli ciò che arriva, anche se è simbolico o sottile.

4. Ritorno (2–3 minuti)
Ringrazia tutto ciò che si è mostrato.
Attraversa la soglia al contrario e torna lentamente nel tuo corpo.
Senti i piedi, la terra, il respiro.
Ripeti questa pratica ogni volta che senti il bisogno di guida, riconnessione o chiarezza. Più la pratichi, più i mondi invisibili inizieranno a fidarsi della tua presenza e risponderanno con maggiore profondità.

Articolo di Selene Calloni Williams

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