Psicologia

Non fare niente: quando fermarci ci aiuta a stare bene

Di Cristina Rubano - 18 Luglio 2022

Non fare niente a volte non è segno di indolenza, ma di saggezza. La frenesia del mondo occidentale rischia di farci perdere di vista il valore del momento presente e dello stare con sé stessi.

Ascoltate il punto di vista del capo delle isole Samoa. Egli, di ritorno da un viaggio in Occidente, raccontò ai membri della sua tribù com’era la vita del “Papalaghi”, l’uomo bianco…

“La vita del Papalaghi assomiglia molto spesso a quella di un uomo che deve andare con la barca a Savaii e che, non appena lasciata la riva, pensa: “Quanto tempo potrò impiegare per arrivare a Savaii?”. Pensa, e intanto non vede il bel paesaggio che attraversa nel corso del suo viaggio. Ora gli si presenta sulla sinistra il dorso di una montagna. Non appena il suo occhio l’ha afferrata, non può più lasciarla: “Che cosa ci può essere dietro quella montagna? Ci sarà una baia profonda oppure piccola?”. E, per il molto pensare, dimentica di cantare le belle canzoni dei giovani navigatori e neppure ode le parole scherzose delle fanciulle. Appena la baia e la montagna sono alle sue spalle, subito lo tormenta un nuovo pensiero: se prima di sera non verrà una tempesta. Sicuro: se verrà la tempesta. E cerca nel cielo limpido le nuvole nere. Continua a pensare alla tempesta che potrebbe venire. La tempesta non viene e lui giunge a Savaii la sera stessa senza danno. Ma per lui è come se non avesse neppure fatto il viaggio, perché i suoi pensieri per tutto il tempo sono stati lontani dal corpo e fuori dall’imbarcazione. Allo stesso modo avrebbe potuto benissimo anche restare nella sua capanna a Upolu.”

(Scheuermann, E. (a cura di), 1981, Il Papalaghi. Discorsi del Capo Tuiavii di Tiavea delle isole Samoa, Longanesi, Milano, pp.127-8.)

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La vita frenetica del “Papalaghi”

Pensiamoci un attimo: tutto lo stile di vita moderno occidentale sembra pensato e progettato per incentivare continuamente a fare, ad essere attivi, a recepire continui stimoli.

Le luci negli esercizi commerciali sono accese a giorno quasi h24. Servizi notturni, risorse del web e infinite possibilità di comunicazione con persone in ogni dove possono virtualmente darci la possibilità di vivere e lavorare anche di notte. Che sia un giorno feriale o festivo, mattina, pomeriggio o notte, il mondo intorno a noi sembra non fermarsi mai. In qualunque momento possiamo connetterci alla rete e inviare una mail, fare la spesa online, o contattare qualcuno sui social. Quasi sembra c’è un esercizio commerciale che anche nelle fasce serali ci consente di acquistare da mangiare, medicinali o altro. Grazie ai nostri smartphone siamo reperibili virtualmente in qualunque momento e a qualunque ora…

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Non fare niente sembra diventato un lusso che non possiamo permetterci. Anche mentre siamo in attesa dal medico o in fila alla posta siamo assorti nei nostri smartphone… Siamo bombardati da stimoli che ci inducono a portare la nostra attenzione all’esterno, al dopo. E poco abituati a stare nel qui e ora e a portare attenzione all’interno di noi stessi.

“Le persone hanno paura di rilassarsi. Hanno paura di avere fiducia.”

(Osho, Discorsi, 1953/90)

Non fare niente per rilassarsi

uomo che fissa l'orizzonte
Credit foto © Pixabay

Da molti anni seguo persone che individualmente o in gruppo desiderano imparare la pratica del Training Autogeno. Si tratta di un metodo di rilassamento che richiede apparentemente di non fare niente, o almeno nulla di quel che siamo abituati a “fare”. Si deve imparare a mettere da parte la forza di volontà, il bisogno di controllo, l’intenzionalità. E osservare semplicemente ciò che accade nel corpo senza giudicarlo lasciandosi guidare dalla forza delle proprie rappresentazioni mentali piuttosto che delle proprie aspettative.

Le persone inizialmente hanno difficoltà ad accedere a questo stato mentale, sono convinte di non essere in grado di rilassarsi, che questo “non fare niente” non faccia per loro o non porti a nulla… Eppure è proprio ciò che tutti noi, fin dai primordi della nostra vita, siamo sempre stati in grado di fare, pensate ad esempio al completo stato di rilassamento e beatitudine di un neonato che dorme

Con l’andare avanti della pratica, infatti, molti si stupiscono di come piccoli cambiamenti nel loro stato di rilassamento sortiscano effetti importanti sulla loro qualità di vita.

“Tensione è chi pensi che dovresti essere. Rilassamento è quello che sei”.

(Proverbio cinese)

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Non fare niente significa lasciare spazio alla creatività e all’intuizione

Spesso, anche se può sembrare controintuitivo, per andare avanti al meglio è necessario fermarsi e darsi il tempo di non fare niente!

Pensate a quei grandi pensatori e scienziati che hanno avuto le più geniali intuizioni, quelle che li avrebbero resi famosi nel tempo, in sogno. Non mentre erano svegli e concentrati cognitivamente sul problema. Ma mentre si concedevano il riposo notturno!

È proprio vero: quando non veniamo a capo di un problema o di una scelta da compiere a volte insistere con la forza di volontà, la fretta e il ragionamento può essere controproducente. Sono quelle volte in cui, in fin dei conti, ci troviamo di fronte ad un problema nuovo a cui non possiamo rispondere con le consuete strategie. Dobbiamo inventarci qualcosa di nuovo, pensare qualcosa che prima non c’era, ridefinire i termini della questione in altro modo…

Tutti questi elementi fanno capo alle facoltà creative e intuitive della mente, a quello che in psicologia viene chiamato pensiero divergente. La capacità cioè di sospendere il ragionamento e il giudizio e “osare” riconsiderare le cose da nuovi punti di vista.

Per sfruttare queste facoltà mentali avrete bisogno di non fare niente. Di concedere cioè del tempo di svago alla vostra mente, mettendo da parte aspettative, ansie e ragionamenti e lasciando spazio ad altre capacità che possono emergere solo in modo spontaneo e non programmato.

“La tua mente risponderà a più domande se impari a rilassarti e ad aspettare le risposte.”
(William S. Burroughs)

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Non fare niente significa concedersi delle pause

Ci sono molte cose che potete fare per imparare a non fare niente. Anzitutto mettere da parte lo smartphone e iniziare a concedervi il “lusso” di annoiarvi. Tutti quei momenti di attesa, in cui sareste portati a spazientirvi perché state “perdendo tempo”… Bene, potreste provare a coglierli come occasione per astenervi da “fare”, lasciare che la vostra mente sia libera di vagare senza una meta precisa e vedere che succede…

Altra questione non di poco conto sono le pause. Spesso non ne facciamo buon uso, non solo perché, come si è detto, continuiamo a farci risucchiare dalle nostre appendici digitali. Ma anche perché spesso ce ne concediamo troppo poche. Lavorare o studiare per molte ore di fila senza pause è controproducente. Gli esperti dicono che la nostra mente inizia a perdere efficienza dopo un tempo che va dai 20 ai 40 minuti. Anche una piccola pausa di alcuni minuti ogni mezz’ora che ci consenta di alzarci, sgranchirci le gambe, sorseggiare un caffè può essere rigenerante se fatta con regolarità. Si tratta insomma di riprendersi il proprio sacrosanto diritto alla disconnessione!

Alcuni, infine, potrebbero trarre beneficio dall’imparare tecniche di rilassamento di meditazione da mettere in pratica quotidianamente. Si tratta di pochi minuti al giorno da inserire nella propria routine: gli effetti vi sorprenderanno!





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