Il mese di Ottobre rappresenta al livello energetico un tempo di transizione importante in natura. Questa tappa dell’anno è caratterizzata dal ritiro iniziale delle energie, dalla contrazione delle forze che fermano l’impulso all’espansione per conservare le risorse. Ecco che le erbe di ottobre ci accompagnano, grazie alle loro multiple proprietà, nel risparmiare le nostre energie e concentrarle in noi. Infatti, al livello individuale, è possibile sperimentare questo allineamento ai ritmi della natura verso il radicamento che prepara al riposo.
→ Leggi anche: Siamo Come Un Seme Nella Terra Oscura Che Aspetta La Sua Primavera
Questo radicamento in questo periodo è pervasivo sia alla sfera vegetale, animale che umana. Non è pigrizia ma anzi, è una preziosa capacità di adattamento utile alla vita.
Il mondo animato si allinea all’energia di contrazione della natura, garantendo in questo modo l’attraversamento del periodo buio e freddo dell’anno. Le erbe di ottobre ci accompagnano quindi in questa fase di transizione importante per il nostro benessere psico-fisico.
Le proprietà benefiche delle erbe di ottobre

Fonte: Pexels.com
Ottobre segna l’ingresso nella fase calante dell’anno, dove l’energia vegetale, che in estate si espandeva verso l’esterno, inizia a ritirarsi lentamente per concentrarsi nelle radici o nei frutti che contengono il potenziale vitale della pianta. Questo processo è un’immagine simbolica potente che ci insegna come attraversare al meglio la stagione fredda, e le erbe di ottobre ci offrono un messaggio forte, potente, che ci parla di resistenza, concentrazione, e lungimiranza.
In Italia possiamo riconoscere questo processo in tre manifestazioni botaniche che rendono così affascinante la nostra flora locale: nei germogli e nelle rosette basali che crescono prima delle prime gelate, nella concentrazione dei principi attivi nelle radici e nei rizomi, ma anche nelle bacche e nei frutti che si raccolgono in questo periodo dell’anno.
I germogli che sfidano l’inverno
I germogli e le rosette basali sono quelle piccole foglie tenere che crescono sul suolo e massimizzano l’assorbimento dei nutrienti nella pianta prima dell’arrivo delle prime gelate. Sono di solito ricche di principi attivi depurativi e hanno di solito un sapore amaro: sono le rosette di cicoria (Cichorium intybus), di piantaggine (Plantago lanceolata) e i teneri germogli di cardo mariano (Silybum marianum), ma sono ottime anche le foglie di malva, e di ortica.
Le radici che si proteggono sotto terra
In questo periodo che segna l’inizio del riposo vegetativo, le piante concentrano la loro forza vitale nelle radici sotto terra. Questo fa di ottobre il momento ideale per raccogliere erbe come la Bardana, conosciuta per le sue proprietà antiinfiammatorie e depuranti, la Barba di becco, espettorante e sudorifera, e il Dente di Leone (Taraxacum officinale) di cui la radice è utile per stimolare la depurazione del fegato.
→ Leggi anche: Il fegato nella Medicina Tradizionale Cinese, un organo che cura l’anima!
I frutti, promesse del domani
I frutti e le bacche rappresentano per la pianta una potente riserva energetica ma anche un lascito per le future stagioni. Qui troviamo un concentrato di principi preziosi per la nostra salute, capace di accompagnarci attraverso l’inverno mantenendoci in buona salute.
In ottobre si raccolgono le bacche di rosa canina, ricchissime di vitamina C, i frutti del Biancospino (Crataegus monogyna) e del Prugnolo, ottimi per aumentare le nostre difese naturali.

Fonte: Pexels.com
Questo è anche il periodo di raccolta di noci e castagne, che con il loro elevato potere calorico assicurano di attraversare l’inverno con l’energia necessaria, offrendo al contempo preziose vitamine, acidi grassi omega 3 e polifenoli antiinfiammatori (noci) e minerali come potassio, fosforo, magnesio, calcio e ferro (castagne).
Nota etica: Il rispetto per la natura è fondamentale per cui è importante raccogliere solo ciò che serve e senza danneggiare la pianta. Inoltre, è fondamentale segnalare che sebbene alcuni consiglino la raccolta di genziana selvatica in questo periodo, in molte regioni è vietato per legge in quanto si tratta di una pianta protetta e a rischio d’estinzione.
Usi e preparazioni per il benessere
Le erbe di ottobre ci offrono l’imbarazzo della scelta per assaporarle e godere dei loro numerosi benefici per la salute.
In cucina
Le proprietà delle erbe spontanee di ottobre sono alleate che ci accompagnano in cucina e ci offrono l’occasione di preparare ricette sfiziose dal sapore nuovo (o dimenticato), amiche della salute. Per esempio, le rosette basali (cicoria, tarassaco, tenere coste del cardo mariano) sono ottime verdure da saltare in padella o usate nei risotti, nelle zuppe e sformati oppure come farcitura di paste ripiene.
→ Leggi anche: 39 Fiori Commestibili che Non Conoscevate
Le tisane
Le tisane di ottobre servono a riportare il corpo ad un naturale equilibrio soprattutto attraverso un’azione depurante e lenitiva. Le tisane di radici di cicoria offrono al fegato, l’organo che più di tutto simboleggia la rigenerazione, supporto e riposo, e permettono all’intero organismo di recuperare energia e rinnovarsi. La tisana di rosa canina è invece una gustosa alleata contro i malanni di stagione.

Fonte: Pexels.com
Il “caffè” di radici
Nei tempi difficili, i nonni andavano per campi a raccogliere le radici di cicoria che facevano essiccare, tostare, per poi usarle come sostituto del caffè. Ne derivava un “caffè di cicoria” ancora abbondantemente usato nei paesi del nord Europa, a volte anche in combinazione col caffè per smorzare il suo potere irritante sulle pareti gastriche. Allo stesso modo venivano usate le radici di tarassaco. Questi decotti hanno ottime proprietà depuranti.
Il significato energetico delle erbe d’ottobre
Le erbe raccolte in ottobre uniscono l’effetto fitoterapico al simbolismo energetico, grazie alla loro natura e ricchezza di principi attivi. Questo prezioso connubio è in grado di sostenerci anche nel cammino interiore. Fluire assieme alla saggezza instillata nelle erbe di questo mese diventa un rito naturale in tre tappe per attraversare la stagione invernale e la sua potente risonanza archetipica.

Fonte: Pexels.com
Un rito interiore in 3 tappe ispirato alla natura
La prima tappa ci parla di resistenza, di proteggere il nucleo, l’essenza custodita dentro di noi. Questo significa credere in sé stessi ma soprattutto riconoscere a sé il proprio valore. È questa fede interiore che permette di attraversare le sfide del periodo buio e dell’ombra interiore che in questo periodo busserà alla nostra porta. Possiamo quindi contemplare la forza silenziosa dei germogli che sfidano l’inverno e fare come loro.
La seconda tappa consiste nella concentrazione, nel risparmio delle risorse. Qui la consapevolezza riveste un ruolo fondamentale. Di cosa abbiamo veramente bisogno? Cosa occorre lasciar andare? Il richiamo all’essenzialità è fondamentale. Possiamo lasciarci ispirare dalle erbe che concentrano la loro forza vitale nelle radici, accogliendo i ritmi più lenti e la profondità nel nostro quotidiano. Qui vige la regola del “poco ma buono”.
E infine, la terza tappa, rivolta alla primavera, s’ispira alle bacche, a tutti quei piccoli frutti che custodiscono all’interno l’immagine simbolica di un desiderio, di un progetto, della nostra spinta verso il futuro. Questa fase è direttamente connessa alla prima: ciò che per noi ha valore è ciò che merita di attraversare il tempo e le sue sfide. I nostri desideri custodiscono parti di noi che vogliamo vedere crescere e fruttificare in futuro. È importante averne cura e dedicare loro tutta la nostra attenzione.
Se possiamo sfruttare le proprietà di queste piante attraverso il loro uso culinario, fitoterapico grazie a tisane e decotti, il loro messaggio resta inalterato: è tempo di portare la nostra attenzione non più verso il mondo esterno ma verso i nostri mondi interiori, dirigere con sapienza le nostre energie verso la consapevolezza di ciò che ci ancora alla vita, abbandonare il superfluo, ciò che ci appesantisce l’esistenza e nutrirci da dentro, coltivarsi, prendersi cura di sé, ritrovare la quiete e soprattutto coltivare la virtù della previdenza, quella vecchia virtù dal passo lento che accompagna l’umanità sin dall’alba dei tempi.
→ Potrebbe interessarti anche: Fiori e piante magiche, quali sono e come impiegarli
Fonti e approfondimenti:
• Bosco di Ogigia, Erbe spontanee da raccogliere e mangiare a ottobre
• Calendario del foraging: erbe da raccogliere a ottobre
• Valnet Jean, Fitoterapia. Guarire con le piante, Demetra Ed., 2019.




