L’autunno è arrivato. Le temperature di questo fine ottobre sono ancora abbastanza miti, il sole riesce a scaldare ancora. Il freddo, però, può farsi sentire a tradimento, nelle giornate di nebbia, pioggia o anche solo rimanendo all’ombra. La mattina presto e la sera tardi possiamo percepirne la presenza. Sono assaggi di un clima che sta pian piano cambiando. E con lui anche il nostro stato interiore si sta sintonizzando con la stagione autunnale.
La nostra interiorità, infatti, va a braccetto con i cicli della natura. Anche se, vivendo in città o in paese, abbiamo perso il collegamento con i ritmi dell’ambiente contadino continuiamo a mantenere una connessione speciale con il cambiare delle foglie, della luce solare, del verde dei prati. Tutto in noi si modifica seguendo silenziosamente i mutamenti che avvengono ogni giorno nel mondo.
Sentire è il verbo dell’autunno.
Ci si siede su una panchina nel parco e si sentono le foglie che abbandonano gli alberi, le nuvole che si fanno più gonfie, i colori del verde e dell’azzurro che parlano con il rosso e l’oro.
(Fabrizio Caramagna)
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Cause stagionali dell’ansia autunnale

Durante questo periodo dell’anno possiamo provare più ansia del solito. L’ansia è uno stato di agitazione che insorge senza un apparente motivo e può portarci a non dormire, a essere più rigidi nel corpo, ad avere pensieri ricorrenti di preoccupazioni, a sviluppare sintomi fisici come mancanza di respiro, battito del cuore accelerato, difficoltà ad affrontare la giornata.
L’ansia è sempre un vuoto che si genera tra il modo in cui le cose sono e il modo in cui pensiamo che dovrebbero essere; è qualcosa che si colloca tra il reale e l’irreale.
(Charlotte Joko Beck)
In questo periodo dell’anno dove le foglie si lasciano morire, la luce del sole brilla e scalda di meno, le giornate si accorciano e il buio diviene sempre più presente è normale che percepiamo dentro di noi un’agitazione insolita. La natura c’invita a contattare parte di noi buie, non risolte, timorose. Non possiamo fuggire a questo richiamo di ottobre e novembre, mesi del raccoglimento, dei defunti, del segno zodiacale dello scorpione: tutto ci vuole condurre a entrare dentro noi stessi.
Questo invito allo sguardo interiore può essere accolto con coraggio oppure con paura: nel secondo caso l’ansia è la risposta emotiva e corporea. Vogliamo fuggire da questi richiami, rifiutarli, non vederli. Ma, come ben sappiamo, se fuggiamo dai noi stessi il corpo e l’anima sono pronti a riportarci proprio lì dove siamo chiamati a essere, anche a prezzo caro, portandoci sintomi fisici e psichici in grado di richiamare la nostra attenzione.
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Tecniche per ascoltare l’ansia

L’ansia che arriva è un campanello d’allarme per la nostra interiorità, non è da fermare ma solo da ascoltare. Se possiamo trovare conforto in medicinali che calmano l’agitazione oppure in tecniche di respirazione e meditative ben vengano ma non possiamo risolvere uno stato ansioso senza capire il messaggio che vuole farci giungere. Altrimenti si ripresenterà con più irruenza e le soluzioni adottate per non ascoltarla si riveleranno via via sempre meno efficienti.
Quando l’ansia giunge a noi la prima cosa da attuare è fermarsi. La nostra interiorità richiede la nostra più completa concentrazione e attenzione. Già compiere questo primo passo è difficile poiché siamo abituati a correre, a proseguire continuando a resistere, ad andare avanti come se nulla fosse. L’ansia ci obbliga a uno stop, più o meno prolungato.
Possiamo poi iniziare a respirare a fondo, facendo intendere al nostro corpo che abbiamo ascoltato la sua richiesta di fermarsi. Con occhi chiusi e in una posizione comoda diamo attenzione al respiro e al battito del cuore, senza fare altro e senza aspettarci nulla. Dobbiamo solo divenire osservatori della nostra interiorità.
Trascorso il momento di crisi prendiamoci dell’altro tempo per vivere la giornata con più lentezza, fermandoci di tanto in tanto ad ascoltare il nostro stato di salute. Chiediamoci se qualcosa ha fatto nascere quell’ansia: forse un pensiero, un’emozione, un evento accaduto? Proviamo a collegare l’interiorità a ciò che è accaduto nel nostro mondo. Tentiamo di conoscerci ogni giorno di più, in modo autonomo o mediante l’aiuto di un professionista della salute.
L’ansia arriva a sempre a ricordarci chi siamo, cosa vogliamo e cosa invece è meglio rifiutare, quali persone frequentare e quali invece cercare di non averci a che fare. L’agitazione interiore è un maremoto che porta a ricercare il proprio equilibrio, come il vento che spazza via le foglie morte dell’albero, per creare spazio, per portarci a liberare nella mente posti occupati da pesi, distrazioni e relazioni distruttive.
L’ansia non ci sottrae il dolore di domani, ma ci priva della felicità di oggi
(Charles H. Spurgeon)
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Esercizi spirituali per vivere l’ansia

Vi sono varie vie per accogliere l’ansia e superarla, oppure per viverla almeno con meno intensità. A seconda delle proprie inclinazioni si possono sperimentare strade diverse che possono toccare sentieri più creativi come il disegno o la danza, oppure altri più spirituali come lo yoga, la meditazione o il rilassamento mediante visualizzazioni.
In questo articolo vi parliamo dell’ultima, poiché è uno strumento potente ma poco considerato. Si basa su immagini, sulla fantasia, sul rilassamento corporeo che può portare a benessere nei pensieri e nei muscoli.
Quando lo stato ansioso è ai massimi livelli consigliamo di far trascorrere il periodo mediante un respiro profondo, occhi chiusi e un tempo lento e il più rilassato possibile. Se questi accorgimenti non sono sufficienti consigliamo di ricorrere a farmaci e ad altre tecniche più approfondite (solo dopo aver consultato un professionista della salute!).
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Quando l’attacco d’ansia è cessato o è lieve e permette una modalità più autonoma per affrontarlo allora potete sdraiarvi, magari con una musica di pianoforte di sottofondo e un incenso acceso. Cercate la vostra posizione più comoda. Poi registrate con la vostra voce questa meditazione guidata.
“Ciò che provi ora è un dialogo che sta avvenendo con la tua interiorità. Ascoltalo, non rifiutarlo. Respira a fondo. Tutti i tuoi antenati ti stanno sorreggendo in questo cammino terreno. Respira e fatti condurre da loro all’incontro con la parte più saggia di te. Respira. Prenditi il tempo per rilassare ogni muscolo del tuo corpo. Sei in montagna e in lontananza vedi un bosco fitto. Incamminati verso gli alberi. Senti l’odore di pino, di aria fresca, di alte vette. Inoltrati nei boschi e scegli un albero che ti attira. Vai verso quell’albero e abbraccialo. Percepisci la ruvidità del tronco, l’altezza della sua chioma, il suo respiro. Respira insieme a lui. Chiedigli cosa vuole comunicarti la tua ansia. Inizia un vero e proprio dialogo con questo saggio maestro travestito da albero. Continua il dialogo fino a quando lo ritieni opportuno. Poi saluta e ringrazia il bosco. Torna quando vuoi in questo luogo di pace.”
Le immagini, le parole, ciò che accade durante una visualizzazione di questo tipo parlano con l’anima che si sente vista e riconosciuta nella sua importanza. L’invisibile si rende visibile attraverso queste vie creative.
Buon dialogo interiore a tutti!
Se cacci l’ansia fuori dalla porta, la depressione ti viene a bussare alla finestra.
(Gianni Monduzzi)
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