Spiritualità

Il vento estivo: simbolo di libertà, cambiamento e messaggi invisibili

Di Sandra Saporito - 1 Luglio 2025

Il vento estivo genera in noi numerose sensazioni, porta con sé leggerezza, tregua dalla calura, dall’afa, un’impressione di libertà. A volte agisce in maniera gentile, facendosi carezza, dolce brezza al tramonto, altre volte manifesta la sua furia, risponde al ruggito del sole, popolando in pochi attimi un cielo terso con un campo sterminato di fulmini e saette.

Eppure la sua natura invisibile, inafferrabile, non suscita soltanto piacere e timore, leggerezza e riverenza. Questa incontrollabile forza della natura che gioca con gli aquiloni dei bambini, separa (o unisce) il cielo e la terra, offre anche preziose occasioni di introspezione e riflessione.

Il vento nei miti, nei racconti e nella spiritualità

Il vento è un elemento che dall’alba dei tempi stimola l’immaginazione, il pensiero, la creatività, la spinta ad oltrepassare i limiti del conoscibile. Si fa ponte tra il visibile e l’invisibile, tra il mondo fisico e quello spirituale.

Si tratta di uno degli elementi forse più misteriosi proprio perché l’uomo non può impadronirsene: le sue mani non possono stringere, contenere il vento nel suo pugno. Ecco perché riveste un ruolo centrale in numerosi miti e racconti, oltre che nelle tradizioni spirituali di molti popoli per la sua intima connessione con la vita stessa.

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Per i Navajo, il vento è la forza unificatrice della natura, è lui che porta l’anima dal mondo degli spiriti a quello dei vivi. Il vento s’introduce nell’individuo e fa muovere il bambino non ancora nato.  A lui è legata l’esistenza umana.

In effetti, la conoscenza dei venti fu cruciale nella definizione del tempo meteorologico, così fondamentale per l’agricoltura e la sopravvivenza delle popolazioni antiche, ma anche per la navigazione, e l’esplorazione del mondo.

Nella mitologia greca, Eolo, il re-guardiano dei Venti, li teneva rinchiusi in un’otre, che liberava su ordine degli dei. Un giorno fece dono ad Odisseo di un recipiente che conteneva tutti i venti avversi, affinché il suo viaggio fosse veloce e senza complicazioni. Tuttavia, la curiosa ciurma del celebre eroe, mossa da una bruciante curiosità, aprì l’otre mentre erano quasi tornati ad Itaca, prolungando ulteriormente le (mis)avventure dell’eroe greco.

Gli Antichi Greci veneravano gli Anemoi, figli di Eos (l’alba) e Astreo (il cielo stellato), personificazioni dei venti che rappresentavano le stagioni, le direzioni. Anemos è un termine che condivide con anima non solo una radice semantica ma anche un concetto cardine nella comprensione dell’essenza del vento, come vedremo tra poco.

→ Leggi anche: I nomi dei venti tra terra e mare, storia e folklore

Il tema del contenitore che racchiude i venti si ritrova anche in Oriente dove Fūjin, il dio giapponese del vento, tra le più antiche divinità shintoiste esistenti, sceglie quale vento liberare dal grande sacco che porta in spalla, evidenziando quanto dietro al soffio del vento percepito come imprevedibile dagli esseri umani non vi sia un mero capriccio del destino ma un’azione divina impossibile da comprendere.

In molte tradizioni native americane, il vento è percepito come un messaggero sacro, una guida, colui che porta il cambiamento. Questa funzione sembra essere trasversale alle popolazioni che condividono anche l’accezione simbolica del vento come personificazione del respiro divino. Ciò traspare dalle radici linguistiche che conducono ad una natura spirituale ed immanente, vitale.

Nel greco antico ἄνεμος (anemos), significava “vento” ma era usato anche per indicare il “soffio vitale”, attribuendo quindi all’aria che respiriamo, al vento che ci pervade, il significato di essenza spirituale che dà alla materia vita, identità.

Cosa rappresenta il vento per l’anima

Per l’anima, il vento è una delle metafore più potenti e suggestive, capace di evocare una vasta gamma di significati profondi. Essendo invisibile ma onnipresente, capace di tempesta o dolci brezze, viene spesso considerato come capriccioso, libero, imprevedibile, connesso intimamente all’origine della vita e per questa sua natura, messaggero divino.

Il vento non può essere catturato, posseduto e per questo motivo rappresenta a un livello profondo la natura libera e inafferrabile dell’anima, l’essenza senza confini né briglie, che non si piega alle regole della materia. È la voce silenziosa dell’intuizione e della saggezza interiore, al livello dell’inconscio collettivo è spirito di procreazione, ispirazione, estasi mistica ma anche follia.

Come il vento che soffia dove vuole, l’anima aspira a trascendere le limitazioni fisiche e materiali, a muoversi liberamente attraverso l’esperienza e la conoscenza. Rappresenta ciò che di noi è più difficile da definire o controllare, la nostra essenza più pura, l’energia inosservabile ma essenziale che ci dà vita, movimento e coscienza.

Quando il vento estivo arriva: cosa può volerci dire?

Il vento può essere interpretato come un veicolo d’ intuizioni, segnali o presagi personali. La brezza o il repentino cambio di correnti che porta alla nascita dei temporali possono sottolineare un messaggio particolare del vento estivo, legato al significato simbolico che riveste nell’inconscio, come il cambiamento, il mutamento, la purificazione, la crescita, la rinascita.

Lasciar andare

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Proiettiamo inconsapevolmente in quest’aria in movimento la presenza di chi abita il mondo dell’invisibile: spiriti, anime, divinità. Una lieve brezza porta la scia di un profumo che conosciamo bene e ci conduce lontano da qui, in un abbraccio, in un tempo felice, al ricordo di chi non c’è più eppure sembra così vicino.

Il vento porta alla nostra coscienza messaggi legati al viaggio e chi meglio di Odisseo/Ulisse può spiegarci il potere dei venti? Talvolta la folata di vento spazza via tutto sul nostro cammino, facendo spazio al vuoto. È l’elemento che porta il rinnovamento, agisce in nome di una forza che a volte sembra capricciosa, avversa, eppure accompagna sulla via dell’evoluzione. D’altronde, nessun capitano diventa tale se non attraversa qualche tempesta in viaggio. A volte sembra volerci invitare a lasciar andare, ad affidare a lui i pesi che gravano sulle nostre spalle.

→ Leggi anche: I temporali estivi e il loro affascinante potere di purificazione emotiva

Ascoltare il vento come pratica di connessione

Se il vento è respiro, alito misterioso di una natura onnipervasiva, esso può aiutarci a connetterci all’essenza del mondo. L’aria rappresenta infatti il vettore di una comunicazione spirituale, di una connessione profonda che oltrepassa i confini tra ciò che vediamo e ciò che sentiamo, tra l’Io e un Noi indefinito, tra un mondo palpabile e un altro più sottile eppure reale.

Respirando, cogliamo e restituiamo al mondo un po’ di vita, la stessa che fluisce in ogni creatura, creando di fatto un legame invisibile e sacro basato sull’interconnessione che possiamo percepire ad ogni inspirazione ed espirazione. Ci parla di reciprocità, il vento. Ma anche di una bellezza profonda. Il vento estivo è forse quello che esalta di più la poesia dell’esistenza nella piena espressione della sua vitalità.

“Se desiderate conoscere il divino, sentite il vento sul viso e il sole caldo sulla vostra mano.”
(Buddha)

Un piccolo esercizio per “farsi portare via” da ciò che non serve più

Se senti la necessità di esteriorizzare ciò che ti appesantisce e affidarlo a una forza naturale, ecco un piccolo esercizio che potrai ripetere ogni volta che sentirai il bisogno di alleggerirti. Puoi svolgerlo all’aperto mentre il vento estivo soffia delicatamente, per percepire anche al livello corporeo il suo potere liberatore e purificatore.

Rituale introspettivo col vento d'estate

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Trova una posizione comoda e chiudi delicatamente gli occhi. Fai tre respiri profondi e lenti: inspira l’aria fresca e vivificante ed espira ogni tensione. Lascia che ogni respiro ti porti un senso di calma.

Ora, porta la tua attenzione al vento. Senti la sua carezza fresca sulla pelle, ascolta la sua voce. Può essere un fruscio tra le foglie, un sibilo, un mormorio. Lascia che la natura del vento d’estate riempia la tua consapevolezza.

Mentre continui a sentire, percepire, il vento, pensa a ciò che non ti serve più: un’emozione che pesa sul tuo cuore, un pensiero ricorrente che ti ruba energia, una preoccupazione, il peso della delusione per un sogno non realizzato, oppure una vecchia convinzione limitante su di te.

Lascia che emerga ciò che è più presente per te in questo momento, con naturalezza, senza forzare nulla. Poi, immagina questa emozione, questo pensiero, come una bolla di sapone, un palloncino, un aquilone, o una nuvola scura. Ora, unisci ogni tua espirazione al soffio del vento. Affida questo peso al potere della corrente, lascia che il vento se ne faccia carico e lo porti via, lontano da te. Sempre più lontano, ad ogni tuo respiro.

Concentrati sul lasciar andare, con leggerezza, con semplicità, mentre provi un maggiore senso di libertà.

Mentre continui a respirare, la tua consapevolezza si posa sullo spazio vuoto, liberato dal vento. Puoi stare qui per un po’, senza la necessità di riempirlo subito. Questo spazio libero ti appartiene. Permettiti semplicemente di stare qui, senza fare nulla.

Poi, quando ti sentirai pronto/a terminare la tua pratica, ringrazia il vento estivo e te stesso/a per la sensazione di libertà e leggerezza che ora circola in te come una dolce brezza, portando con sé un profondo senso di calma che tieni con te mentre riporti con dolcezza la tua attenzione al tuo corpo, al qui e ora.

 

Fonti e approfondimenti:
Unirufa.it: Anemos
• Archive for Research in Archetypal Symbolism (ARAS), Il libro dei simboli. Riflessioni sulle immagini archetipiche, Ed. Taschen, 2022.
• BURGIO, Eugenio, Frate vento. Il vento e la tradizione occidentale tra sacro e secolarizzazione. In La Natura di san Francesco, Cafoscarina, 2005. pp. 97-120.

Sandra Saporito





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