Psicologia

I fratelli e sorelle rappresentano parti di noi che non vogliamo vedere

Di Sandra Saporito - 20 Giugno 2022

Chiunque ha un fratello o una sorella potrà confermarlo, le relazioni tra fratelli e sorelle sono spesso intense e mutevoli nel corso della vita: a volte ci si ama, altre volte ci si odia, spesso si litiga e non sempre si giunge a fare pace. I legami fraterni ci introducono sin dalla più giovane età alle grandi emozioni e alle prime sofferenze: i litigi feroci, i silenzi più pesanti, le ferite del tradimento e dell’ingiustizia sono spesso vissuto per primo in seno alla fratria; proprio in virtù del tumulto profondo che può provocare in noi, il rapporto che abbiamo tra fratelli e sorelle può fare da specchio ai lati più nascosti del nostro essere.

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Fratelli e sorelle, un rapporto spesso conflittuale

Il rapporto fraterno si basa spesso sul sentimento di divisione e rivalità in quanto la presenza del fratello o della sorella nella famiglia deriva da un’imposizione genitoriale che porta ad uno sconvolgimento del mondo del bambino già presente. Marcel Rufo, pediatra e pedopsichiatra francese, afferma in proposito:

“I rapporti tra fratelli si costruiscono sulla base di relazioni affettive imposte, non ci scegliamo né fratelli né sorelle, ci sono imposti dai genitori”

Si compete per l’attenzione dei genitori, per sentire di meritare il loro amore o il loro tempo; il primogenito, figlio unico fino all’arrivo del fratellino o della sorellina, si ritrova di colpo a condividere i genitori, i suoi spazi, i suoi giochi, mentre l’ultimo arrivato si ritroverà a combattere, a volte per tutta la vita, con un il sentimento di vivere all’ombra del primogenito e di conseguenza di dover “meritarsi” un posto al sole.

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A prescindere dall’ordine di nascita, che influisce sulla personalità dell’individuo, i rapporti conflittuali fraterni possono derivare anche dai comportamenti dei genitori, che possono manifestare “preferenze” alla loro insaputa, nutrendo un sentimento d’astio già presente. L’intervento dei genitori sarà quindi fondamentale nell’aiutare i loro figli ad instaurare un rapporto sereno, e stroncare sul nascere ogni rivalità per l’affetto genitoriale. Nessun bambino dovrebbe crescere col sentimento di doversi meritare l’amore di papà e mamma!

Nell’età adulta, la nostra relazione col nostro fratello o la nostra sorella potrà celare un significato simbolico capace di aiutarci a conoscerci meglio e in particolare permetterci di instaurare un rapporto più equilibrato e sano basato sull’amore fraterno e la compassione verso chi condivide con noi molto di più che un cognome, ma soprattutto con i lati nascosti della nostra interiorità.

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Credit foto © Pexels

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L’archetipo fraterno nel mito

Anche se i genitori sono gli stessi, i frutti del loro amore possono essere diversi tra loro, come il giorno e la notte, e questa dinamica si rispecchio sin dall’alba dei tempi in tutte le cosmogonie del mondo: spesso ritroviamo un mito fondatore basato sul legame tra gemelli, o fratelli e sorelle in apparenza simili ma in realtà molto diversi. Saranno le loro ostilità e diatribe a far girare la grande ruota del mondo e a permettere all’umanità di vivere le sue infinite avventure e proseguire sulla rotta dell’evoluzione: basta pensare ad Osiride e Set della mitologia egizia, agli dei Aztechi Quetzalcoatl e Tezcatlipoca, alle dee sumere Innanna e Ereshkigal, oppure a Caino ed Abele nell’immaginario cristiano.

Nelle diverse mitologie, questi fratelli rappresentano degli archetipi, dei modelli antichi legati al nostro inconscio collettivo, che rappresentano i diversi aspetti della stessa natura e pongono l’attenzione sui concetti di intesa, affettività e riconoscimento, ovvero esprimono due facce della stessa medaglia, a volte così diverse da scontrarsi e faticare a concepire una visione del mondo che riesca ad includerle entrambe e farle convivere in equilibrio e armonia senza che esse si annullano o distruggano.

Questa vicenda è spesso rappresentata al livello mitologico nel legame tra gemelli: se l’uno rappresenta l’aspetto solare e luminoso, l’altro manifesterà qualità tenebrose, svelando al livello simbolico che ogni unità è composta da un lato manifesto e un altro latente opposto e complementare. Così siamo fatti anche noi: i nostri fratelli e sorelle possono riflettere i lati nascosti, latenti, della nostra personalità, ciò che è manifesto nell’uno può essere latente nell’altro. In questo modo, accogliendo nell’altro il lato caratteriale opposto al nostro, riusciamo a pacificare le diverse parti di noi che spesso restano nascoste nell’Ombra.

La fratellanza insegna la fraternità

Il fratello o la sorella rappresenta per noi l’archetipo dell’Altro, l’individuo diverso iscritto nella stessa comunità che ci spinge a creare legami affettivi che trascendono la similarità caratteriale: anche se lui/lei è diverso da noi, possiamo creare un rapporto basato sull’amore. Questa comprensione ci aiuta a maturare, a creare un ponte oltre il nostro piccolo mondo, a far evolvere il nostro concetto d’amore al di là dell’amore infantile narcisistico del tipo “ti voglio bene perché mi somigli, perché sei uguale a me, perché mi riconosco in te”.

I fratelli e sorelle ci aiutano a crescere, ad evolvere interiormente, proprio grazie alle differenze che ci separano, perché è proprio in questa distanza interpersonale che impariamo a creare ponti, a collegare due mondi diversi riconoscendo ad ognuno la legittimità della propria individualità.

Guarire la relazione tra fratelli e sorelle potrebbe quindi basarsi sull’osservare l’altro lato di una natura condivisa da includere nella nostra realtà uscendo dalle dinamiche di giudizio e prevaricazione e pacificare l’archetipo corrispondente dentro di noi. Questo lavoro di introspezione ci porterebbe a conoscere meglio gli aspetti nascosti della nostra personalità e abbandonare il mito secondo il quale l’amore è un bene da ripartirsi o da conquistare.

Nel momento in cui riusciamo ad accogliere e rispettare l’immagine archetipica opposta alla nostra e che ci completa, proposta dal nostro fratello o dalla nostra sorella, possiamo comprendere che l’amore non può essere spartito come una torta, ma soltanto moltiplicato migliorando i nostri rapporti interpersonali non soltanto in seno alla fratria, ma con l’Altro in generale, introducendoci al significato profondo della fraternità, oltre la fratellanza. Permettiamo all’amore di varcare la soglia dei legami familiari e apriamo il nostro cuore al mondo.

“Ho cercato la mia anima, ma non riuscivo a vederla. Ho cercato il mio Dio, ma il mio Dio mi sfuggiva. Ho cercato mio fratello e ho trovato tutti e tre.”
(Anonimo)

Fonti:
• Gli archetipi come canali relazioniSelene Calloni Williams: la tua relazione con fratello, sorella 

Sandra “Eshewa” Saporito
Autrice e operatrice in Discipline Bio-Naturali
www.risorsedellanima.it





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