Lo ricorderete tutte probabilmente il gioco di Pollyanna, la famosa ragazzina orfana protagonista dell’omonimo romanzo americano di Eleonor Porter. Si chiamava “The glad game”, in italiano tradotto con “Il gioco della felicità”.
Consisteva nel trovare sempre qualcosa per cui essere felici, non importa cosa. Come dice Pollyanna: “Se continui a cercare abbastanza a lungo fino a trovarlo, c’è sempre qualcosa di cui essere lieti”.
Il verbo che Pollyanna usa, oltre a cercare, è cacciare: “Generalmente”, dice, “c’è qualcosa in tutte le cose di cui essere lieti, se continui a cacciare sufficientemente a lungo per trovarlo”.
Bisogna proprio stanarla insomma la felicità dietro ogni angolo, perché è molto probabile che ci sia.
C’è un problema però. Linguistico…
In italiano si parla del “gioco della felicità”, ma in inglese il gioco non era “The happiness game” ma appunto ‘The glad game’, ovvero ‘il gioco della contentezza’, dell’essere ‘lieti’.
Usiamo queste due parole come sinonimi ma Pollyanna non dice mai di essere felice, ‘happy’, in quel romanzo. Usa sempre l’espressione ‘glad’: contenta, lieta.
E la differenza è sorprendente…
Ascoltate la storia di Pollyanna raccontata durante la quarantena:
https://www.youtube.com/watch?v=fWYnN1AlrCU&t=100s&fbclid=IwAR2Jw9H_UGwnyv_cK6CVvk_09OqKy2wZtGWiJtfHVXkmvc07Rnqv88u6tOA
Felicità.
La felicità è una soddisfazione materiale che proviamo per noi o per gli altri per qualcosa che si ottiene, spesso inaspettatamente, o che si vive di positivo.
“Sono felice per te!”.
Felicità è ‘un bicchiere di vino con un panino’, per qualcuno.
Per altri è un frullato di banane e datteri, ma ci siamo capiti.
Essere lieti sembra la stessa cosa ma contiene al suo interno un qualcosa in più. Per chi come me ama l’etimologia, ecco la differenza nella sua radice…
Lieto in latino significa fertile.
Proprio così!
Non a caso lieto e letame hanno la stessa radice, perché il letame in effetti rende allegro, lieto, il terreno.
Non fa una piega!
Non per niente parliamo di un “lieto evento” quando nasce qualcuno, e non di un ‘felice evento’.
C’è qualcosa di fertile nell’aria, qualcosa che porterà frutto, qualcosa per cui possiamo essere felici oggi, ma anche felici in futuro.
E dato che insegno inglese sono andata a vedere se vi fosse questa differenza anche nella parola originale e una differenza c’è anche qui eccome, anche se diversa dalla nostra…
HAPPY, felice, deriva dalla stessa radice di FORTUNATO.
HAP infatti era la Dea Fortuna, la ‘chance’ che come la ruota poteva girare dalla tua parte, a sua discrezione.
Insomma, siamo felici perché siamo stati fortunati. Ha una sua logica.
GLAD invece, cioè ‘lieto’, ‘contento’, deriva dall’antico germanico LUCENTE, BRILLANTE, RADIOSO.
Ecco, Pollyanna non è una bambina felice e fortunata, ma una bambina radiosa.
E mentre la felicità possiamo provarla anche da soli, quando invece siamo lieti per qualcosa, non possiamo evitare di condividere questa gioia irradiandola, con la nostra luce, con una brillantezza che ci illumina, e quindi di spargerla da qualche parte, come letame, a concimare anche gli altri, a rendere anche loro migliori.
E adesso che questa differenza è chiara, che dite?
Vi va di giocare come Pollyanna a ‘THE GLAD GAME’?
Per cosa siete LIETI oggi? Cosa vi ha reso contenti ma allo stesso tempo è stato un seme di gioia futura che avete seminato (o raccolto)? Cosa oggi vi ha reso così lieti che avete potuto illuminare anche gli altri con la vostra radiosità?
Ovviamente non si può sempre trovare qualcosa di luminoso, soprattutto in tempi bui. Quella di Pollyanna non è una positività a tutti i costi, di quelle che non ammettono debolezze.
Come disse la sua autrice Eleonor Porter parlando del suo personaggio: “La gente ha pensato che Pollyanna fosse sempre felice per tutto. Io non ho mai creduto che si debba negare il dolore e il male; ho semplicemente pensato che è molto meglio ‘salutare l’ignoto con buon umore’… Pollyanna non fingeva che tutto fosse ricoperto di zucchero, ma era determinata a trovare il buono in ogni situazione.”
Buon gioco a tutti…
E anche se non fu Pollyanna a dirlo: “Chi vuol esser lieto sia, del doman non v’è certezza!”