Significati Simbolici

“Il mio canto libero”, un meraviglioso inno al secondo amore

Di Sandra Saporito - 12 Settembre 2023

Il mio canto libero è una canzone estratta dall’omonimo album pubblicato nel 1972 e prodotto dal duo artistico Lucio Battisti e Giulio Rapetti, in arte “Mogol”. Questo brano segnò la storia della musica italiana per il tema di cui si fece messaggera in tempi ostili a certe affermazioni ed idee. Non fu soltanto una canzone leggera come molti credettero, ma anzi fu portatrice di un messaggio importante: scegliere l’amore, la propria felicità superando il giudizio della gente, non solo è possibile ma è anche una via verso la libertà.

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Il mio canto libero, una canzone autobiografica

Lucio Battisti (Poggio Bustone, 1943- Milano, 1998) fu un musicista autodidatta, polistrumentista e compositore che mise sempre in evidenza le emozioni nelle sue interpretazioni, riuscendo nel suo intento a trasformare la canzone in una missiva capace di raggiungere il cuore e l’anima delle persone. Mogol, all’anagrafe Giulio Rapetti (Milano, 1936) lavorò assieme a Battisti nelle vesti di paroliere e produttore discografico italiano.

il mio canto libero di Battisti e Mogol
Credit foto © Pexels

Il mio canto libero vede Battisti sia come musicista che come interprete mentre Mogol è l’autore di questo brano autobiografico che condivide con gli ascoltatori l’intimità dei sentimenti e le esperienze della sua vita amorosa dopo la separazione dall’ex moglie Serenella e la relazione con l’artista e pittrice Gabriella Marazzi, con la quale decide di allontanarsi da un mondo che condanna le seconde unioni, per vivere in una cascina dove la natura li accoglie senza giudicarli, senza dare loro confini (E l’immensità/ Si apre intorno a noi/ Al di là del limite degli occhi tuoi).

Lì, si ricostruiscono sulla base di un amore che sentono puro, rappresentato dalle rose ( “Pietre, un giorno case/ ricoperte dalle rose selvatiche/ rivivono, ci chiamano”), vivono il loro amore superando le macerie del passato malgrado la società (e la Chiesa) degli anni 70 che vede di cattivo occhio il fallimento del matrimonio e le nuove unioni.

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Quando la felicità è una scelta

L’amore dopo l’amore è possibile e non per questo meno meraviglioso ed è questo il messaggio che questo grande successo riesce a far passare unendo le persone che condividono lo stesso vissuto. Anzi, l’amore è forse più maturo, meno imbrigliato dalle regole della società. Alla compiacenza della gente si preferisce la propria felicità.

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Il mio canto libero non ci parla quindi di una passione giovanile ma di un amore giovane, fresco, consapevole e allo stesso modo pacato, maturo. Il “vento tiepido d’amore” evita gli eccessi delle passioni che consumano e bruciano e preferisce il calore gentile del cuore. Non serba più il desiderio di adattarsi al mondo ed accoglie con coraggio il suo essere diverso, il desiderio di non allinearsi al pensiero della gente. Illustra la possibilità di ricominciare da sé, di vivere l’amore scegliendo l’altro ogni giorno lasciandolo a sua volta libero di sceglierci (Al fianco tuo mi avrai/ Se tu lo vuoi).

Questo amore è un nuovo inizio. Le esperienze del passato hanno lasciato dietro di loro pensieri e tormenti ma la maturità aiuta a far cadere le maschere, a spogliare i pensieri dalle vecchie illusioni e permette di raggiungere l’essenza del sentimento.

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rose-selvatiche
Credit foto © Pexels

La veste dei fantasmi del passato/ Cadendo lascia il quadro immacolato” fa eco all’autenticità ritrovata: “E la verità/ Si offre nuda a noi/ E limpida è l’immagine ormai”. L’esperienza amorosa vissuta in maniera libera diventa un’esperienza di risveglio interiore.

Il testo è sorretto da molte figure retoriche che offrono immagini che parlano al cuore, che offrono alla nostra interiorità un’interpretazione quasi sensoriale della realtà dipinta dalla coppia artistica Mogol/Battisti, accompagnandoci sul filo delle note in un sogno ad occhi aperti che per alcuni rimarrà tale e per altri diventerà un sentiero che porta al proprio giardino segreto, come illustra il metatesto della terza strofa.

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A volte le parole e le immagini hanno il potere di ricordarci ciò che conta davvero nella nostra vita, al di là del tram tram quotidiano, ci aiutano ad ancorarci al momento, ad aprire gli occhi sul significato che vogliamo dare alla nostra vita, su ciò che vogliamo coltivare nello spazio privato dei nostri sentimenti.

Questa canzone è allo stesso tempo profonda e leggera, parla al cuore con un linguaggio che lui conosce: usa immagini simboliche, sensazioni oniriche, e lo fa con semplicità e naturalezza. Riconosciamo nelle parole un vissuto autentico ed è forse il connubio di tutti questi elementi che ha fatto de Il mio canto libero un grande successo della musica italiana.

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Testo del brano Il mio canto libero

Una donna suona la chitarra musica leggera
Credit foto © Pexels

In un mondo che
Non ci vuole più
Il mio canto libero sei tu
E l’immensità
Si apre intorno a noi
Al di là del limite degli occhi tuoi

Nasce il sentimento
Nasce in mezzo al pianto
E s’innalza altissimo e va
E vola sulle accuse della gente
A tutti i suoi retaggi indifferente
Sorretto da un anelito d’amore
Di vero amore

In un mondo che (Pietre, un giorno case)
Prigioniero è (Ricoperte dalle rose selvatiche)
Respiriamo liberi io e te (Rivivono, ci chiamano)
E la verità (Boschi abbandonati)
Si offre nuda a noi (Perciò sopravvissuti, vergini)
E limpida è l’immagine (Si aprono)
Ormai (Ci abbracciano)

Nuove sensazioni
Giovani emozioni
Si esprimono purissime in noi
La veste dei fantasmi del passato
Cadendo lascia il quadro immacolato
E s’alza un vento tiepido d’amore
Di vero amore
E riscopro te

Dolce compagna che
Non sai domandare, ma sai
Che ovunque andrai
Al fianco tuo mi avrai
Se tu lo vuoi

pietre una volta case
Credit foto © Pexels

Pietre, un giorno case
Ricoperte dalle rose selvatiche
Rivivono, ci chiamano
Boschi abbandonati
E perciò sopravvissuti vergini
Si aprono, ci abbracciano

In un mondo che
Prigioniero è
Respiriamo liberi
Io e te
E la verità
Si offre nuda a noi
E limpida è l’immagine ormai

Nuove sensazioni
Giovani emozioni
Si esprimono purissime in noi
La veste dei fantasmi del passato
Cadendo lascia il quadro immacolato
E s’alza un vento tiepido d’amore
Di vero amore
E riscopro te.

(Parole di Mogol e musica di L. Battisti; brano pubblicato da Numero Uno, 1972)

Fonti:

Lucio Battisti, Il mio canto libero Mogol: la biografia ufficialeMogol: «Il mio canto libero parla della mia nuova compagna dopo la separazione» 

Sandra Saporito
Autrice e operatrice in DBN
www.risorsedellanima.it





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