Psicologia

La sapiosessualità: sedotti dall'intelligenza dell'altro

Di Cristina Rubano - 12 Luglio 2021

Non sarà un caso se noi esseri umani ci definiamo “sapiens” e se vantiamo uno dei cervelli più sofisticati e sviluppati fra gli esseri viventi su questo pianeta. Non per nulla, tutte le nostre attività biologiche e istintuali sono intrise di significati culturali, intellettuali ed emozionali, compresa naturalmente la sessualità.

La seduzione non è solo questione di chimica ma, per noi esseri umani, è anche (e soprattutto) questione di “testa”. Si può sedurre con le parole ancor più che con il corpo, anzi per alcune persone la seduzione intellettuale è un elemento imprescindibile tanto che è stato coniato anche un termine: sapiosessualità. Vediamo meglio di cosa si tratta.

“L’erotismo è importante non per il sesso in sé, ma per il desiderio. Il sesso è solo ginnastica, il desiderio è forza del pensiero. E la forza del pensiero ha un potere immenso, può fare qualunque cosa.”

(Pedro Almodóvar)

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Sapiosessualità in psicologia

La sapiosessualità non è un orientamento sessuale, ma un elemento “mentale” della seduzione presente, in diversa misura, in ognuno di noi.

Il significato di sapiosessualità deriva proprio dalla stessa radice del termine “sapiens” che contraddistingue noi esseri umani “pensanti” e sta a connotare tutte quelle componenti mentali e intellettuali della seduzione. Alcune persone più di altre provano attrazione e interesse per potenziali partner con cui possano vivere anzitutto un appagante scambio intellettuale, un articolato confronto di idee, interessi culturali comuni. Si lasciano insomma sedurre prima di tutto dall’intelligenza, degli interessi culturali e intellettuali dell’altro. È questa per loro la scintilla che prima di ogni altra cosa accende l’interesse e fa scattare l’attrazione.

In tutti noi in realtà il gioco della seduzione si dipana grazie e soprattutto all’intelligenza erotica: cioè a quelle componenti mentali che ci fanno percepire una persona come intellettualmente stimolante e, per questo, più interessante e forse più disposta ad instaurare una relazione stabile o a valorizzare anche le componenti non prettamente fisiche della relazione. Una persona con cui sia possibile condividere insomma un interesse a tutto tondo, da cui sentirsi apprezzati anche per le proprie qualità mentali e intellettuali.

La parola “intelligente” deriva dal latino, viene da “intus” più “legere”: “leggere dentro”. La persona intelligente è quella che sa guardare dentro le cose, dentro le persone, dentro i fatti.
(Alessandro D’Avenia)

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Simmetria e asimmetria nell’attrazione intellettuale

mani di donna che sistemano il farfallino di un uomo in camicia

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© Pexels

Quando è la cultura, l’intelligenza e la brillantezza intellettuale dell’altro a sedurci è bene, come per qualsiasi componente della relazione a due, “testare” se e quanto questo elemento di seduzione sia effettivamente reciproco e simmetrico nel rapporto.

Accade purtroppo non così di rado che alcune persone, nel profondo molto insicure del proprio valore, tendano ad utilizzare la seduzione per attrarre a sé partner facoltosi, magari molto più grandi di età o con una posizione sociale molto distante dalla propria. Questi rapporti a volte possono mascherare una dipendenza affettiva che alimenta una sostanziale disarmonia fra i partner dove uno è percepito come più “alto” e sapiente (con tutte le gratificazioni narcisistiche che gli derivano) e l’altro rimane in una posizione di ammirazione e accondiscendenza non riuscendo mai in qualche modo a sentirsi alla sua altezza.

Più si alimenta il fascino del primo, più l’altro sente avallarsi la propria sensazione di incompetenza. Molti sono i rapporti sentimental-sessuali fondati su questi tipi di asimmetrie, si pensi alla classica relazione sentimentale docente-allievo ad esempio. Sebbene si sia più spesso abituati ad osservare tali asimmetrie fra un uomo di maggior potere e una donna, non mancano casi in cui dinamiche simili possano instaurarsi anche a parti invertite o in relazioni omosessuali.

Come distinguere dunque una “sana” sapiosessualità da una dipendenza affettiva? Non esiste un test per la sapiosessualità che possa seriamente aiutarci (ma se volete divertirvi un po’ provate a leggere qui). Un criterio con il quale però non si sbaglia mai (o si sbaglia meno) è quello della simmetria: nella vostra relazione sapiosessuale c’è una reale reciprocità? Siete intellettualmente attratti l’uno dall’altro oppure ad essere “sapiens” è soprattutto uno dei due? In quest’ultimo caso sarà bene vi si accenda un campanello d’allarme…

Cristina Rubano





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