Psicologia

Padri separati: come vivere lontani dai figli

Di Cristina Rubano - 7 Settembre 2022

La separazione e il divorzio impongono, a vari livelli, una ridefinizione del tempo che ogni genitore si trova a trascorrere col proprio figlio. I padri separati, specie se non sono separati in casa, possono sentire il proprio ruolo genitoriale farsi improvvisamente labile ed evanescente.

“I bambini e i ragazzi hanno diritto a preservare le relazioni familiari, a non esser separati dai genitori, a mantenere rapporti regolari e frequenti con ciascuno di essi e, soprattutto, a essere ascoltati sulle questioni che li riguardano.”

(Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza)

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Padri separati e nuovi ruoli genitoriali

Anche se attualmente nel nostro Paese il principio giuridico della bigenitorialità impone, là dove ce ne siano i presupposti, la scelta dell’affidamento condiviso, separazioni e divorzi comportano un rimaneggiamento consistente del ruolo genitoriale. I padri separati in particolare possono risentire di questa crisi evolutiva su un doppio binario, sia affettivo che identitario.

I padri di oggi non sono più guidati dal modello del padre autoritario delle passate generazioni. Ognuno di loro si trova a dover un po’ reinventare e impersonare a suo modo un ruolo che rispetto al passato è sicuramente più affettivo, più partecipe del quotidiano e anche più accuditivo. Tutto questo pone al centro del rapporto padre-figlio gli affetti fin dai primi momenti, prima ancora che egli si faccia portatore della regola e della norma. Questa condivisione della quotidianità affettiva è una peculiarità dei nuovi padri. Si tratta di una conquista a cui, qualora avvenga una separazione coniugale, può essere molto doloroso rinunciare.

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Nella migliore delle ipotesi, la separazione dal coniuge diminuisce il tempo che ciascun genitore trascorrerà con il proprio figlio (o più di uno). I padri si trovano così “dimezzati” rispetto ad un ruolo e una funzione che forse più che in passato ha inciso profondamente nella loro identità e vita affettiva. Se guardiamo ai padri dei secoli scorsi, questi erano soliti trascorrere anche lungo tempo lontani dalla famiglia, per guerre, lavoro e altre necessità. Ma i padri di oggi, così partecipativi e coinvolti entro una famiglia essenzialmente nucleare, possono risentire molto più profondamente della separazione dai propri figli.

Forse i padri separati vivono una genitorialità dimezzata?

disegno di coppia separata
Credit foto © Pixabay

La separazione dal coniuge rappresenta uno dei più elevati fattori di stress fisico e psicologico, soprattutto quando sono presenti figli minori. A risentirne non sono solo i bambini, ma anche i genitori. Su questo incidono alcuni elementi come il livello di conflittualità fra gli ex coniugi, la presenza o meno di una rete sociale/familiare di supporto, le condizioni socioeconomiche, le condizioni e le distanze abitative e i rapporti con le famiglie di origine.

In altre parole: tutti gli elementi che rappresentano fattori protettivi o fattori di rischio per la buona riuscita della genitorialità pesano ancor di più quando una coppia coniugale si divide e inizia a porsi l’oneroso compito di rimanere una coppia genitoriale.

I padri separati non hanno un ruolo codificato socialmente da seguire, come si è detto i dettami del passato sono ormai superati. La separazione pone loro da un lato un dimezzamento (quando va bene) del tempo da trascorrere con i figli. Dall’altro li confronta con la necessità di reinventare tale tempo ritrovandosi ad essere, in quel frangente, l’unico genitore senza l’intermediazione o l’appoggio dell’altro. Ecco che allora questi uomini si ritrovano a vivere una doppia sfida: quella di dover gestire sia la lontananza dai propri figli, sia una vicinanza spesso nuova e inedita.

Attenzione a non tagliarsi fuori: i padri separati non sono papà part-time

Quando si vive la crisi della separazione coniugale è facile adattarsi alla nuova condizione vivendo come in due metà a compartimenti stagni. I giorni in cui si è padri e si torna ad una vita ora più che allora a misura di bambino, giorni che assomigliano più a delle eterne vacanze che a una vera e propria quotidianità. E i giorni in cui, in assenza dei figli, si vive lo spazio per “ricominciare”, quasi riprendere una seconda giovinezza là da dove la si era interrotta prima del matrimonio o della convivenza.

Sebbene sia assolutamente comprensibile, tale vissuto potrebbe però non giocare del tutto a favore. Quel che poco si considera è che si è padri (come madri) sempre e non lo si è solo materialmente ma anche e soprattutto da un punto di vista mentale. I bambini, anche se piccoli, portano nella mente forte e chiara l’idea, l’esempio, l’affetto del genitore. Troppo spesso alcuni padri separati, paralizzati dal timore di poter ormai fare o essere “troppo poco”, riducono la propria presenza ad un intervento per lo più materiale, economico o di svago. Si tagliano fuori dall’ordinarietà della vita quotidiana dei figli per non percepire il dolore della propria assenza da quella stessa quotidianità. Ma questo non corrisponde ai reali bisogni dei bambini, né a quelli dei padri.

“Vi lasciate o mi lasciate? Bisogna spiegare la separazione ai propri figli.”

(Alberto Pellai, Barbara Tamborini)

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Essere padri separati ma presenti

Come rimanere mentalmente nella vita quotidiana dei propri figli anche se il tempo che si trascorre con loro è adesso solo parziale? Non ci sono ricette e molto dipende, come si è detto, dall’individualità di ognuno e anche dai rapporti fra gli ex coniugi. Proviamo a fornire alcuni spunti che ognuno potrà adattare o meno al proprio caso personale.

Si smette di essere coniugi ma non genitori

I due genitori sono chiamati a continuare a svolgere il più possibile in sinergia la loro funzione educativa. Quanto più questo può avvenire non solo sulle questioni straordinarie, come la legge impone, ma anche sulla questioni ordinarie, tanto più ne beneficerà il rapporto coi figli. Alcune regole, abitudini e strategie educative potrebbero essere condivise e rappresentare elementi di continuità dalla casa della madre a quella del padre. Questo non solo darà sicurezza al bambino, ma aiuterà anche i due genitori a sentirsi partecipi e artefici del modo in cui viene scandita la vita dei figli, anche quando essi trascorrono il tempo dall’ex coniuge.

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L’opportunità di creare un’intimità

I padri separati si trovano a trascorrere in alcuni casi molto più tempo da soli con i propri figli di quanto non lo avrebbero passato se fossero rimasti in coppia. Questo tempo è un’occasione per instaurare piccoli riti, consuetudini, modi di dire e di risolvere i problemi peculiari al rapporto individuale fra padre e figlio/a. Ci possono essere cose che il bambino fa solo con il papà vivendo uno spazio esclusivo di condivisione con lui in cui approfondire un’intimità.

“Un papà può giocare come un bambino,

dare consigli come un amico

e proteggere come una guardia del corpo.”

(Anonimo)

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State costruendo ricordi

I bambini non ricorderanno quanto tempo in assoluto avrete passato con loro, non solo almeno, ma come sarete stati presenti quando c’eravate. Se sarete stati testimoni dei loro momenti importanti, li avrete incoraggiati nelle sfide più impegnative o sarete stati sugli spalti della partita di calcio o del saggio di danza a fare il tifo per loro… Se avrete loro fornito un esempio che sia di ispirazione. O se li avrete incoraggiati e spronati a realizzare sé stessi e a seguire dei valori coerenti.

In ogni occasione che trascorrerete con i vostri figli, immaginatela nei loro ricordi fra 10 o 20 anni… Quando il valore degli oggetti sarà tramontato, quando la fretta di fare sarà passata, quando la fatica di dire un “no” apparirà poca cosa a confronto delle prove che nella vita quel figlio dovrà affrontare… Ponetevi questa domanda:

che ricordo voglio lasciare nella mente profonda, emozionale di mio figlio? Quale tipo di esempio voglio lasciargli? Che tipo di valori voglio trasmettergli con le scelte che sto facendo oggi?

Non dobbiamo mai dimenticare che quel che facciamo con i nostri figli non ha valore solo oggi o nella loro adolescenza in cui ci rinfacceranno di aver sbagliato tutto e il contrario di tutto. Lascia una traccia molto più profonda e fondamentale nella loro memoria emotiva inconscia, acquisirà nuovi significati quando da adulti si guarderanno indietro e troveranno tracce, nel loro passato infantile, dei semi delle persone che sono diventati. Che tipo di semi volete piantare?

Non dipende dalla quantità, ma dalla qualità del tempo che trascorrete con loro e da come li tenete nella mente anche quando loro non sono con voi…

“Non mi ha mai detto come vivere; ha vissuto, e mi ha lasciato guardare mentre lo faceva.”

(Clarence Budington Kelland)

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