Psicologia

Il vuoto dell'anima: 10 frasi per viverlo come una medicina

Di Elena Bernabè - 20 Aprile 2021

Il vuoto dell’anima è una condizione che ci fa stare male, che ci sprofonda in uno stato di malessere, che fa emergere lacrime, tristezza, nostalgia. Interiormente sembra non esserci via d’uscita a questa sensazione e, se rimaniamo imprigionati a questa credenza, cadiamo nella fossa della disperazione, nel pessimismo più grande, restiamo ancorati al dolore senza capirne il senso.

Tutti noi abbiamo sperimentato il vuoto dell’anima, in seguito ad un accadimento traumatico o semplicemente questo stato dell’essere è giunto a trovarci un giorno a caso, senza motivazioni apparenti. E’ quella condizione di apatia, di insoddisfazione perenne, quella sensazione di mancanza profonda.

Se non riusciamo ad avere fiducia nelle nostre emozioni ne rimaniamo vittima e non riusciamo a vederne il messaggio che sono giunte a portarci. Possiamo coltivare questa fiducia in modo autonomo oppure grazie all’accompagnamento di una persona esperta che può aiutarci a conciliarci con ciò che proviamo.

Vuoto dell’anima: 10 frasi per comprenderlo

Voglio affidarmi a 10 frasi di saggezza sul vuoto dell’anima per far sperimentare un altro punto di vista, per portare a far emergere riflessioni nuove, per dare movimento alla nostra interiorità.

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1- «Talvolta il vuoto non è assenza, ma piuttosto lunga gestazione. Per i parametri dell’Io la gestazione è sempre troppo lunga. Ma per i parametri dell’anima, i tempi dell’attesa e dell’elaborazione interiore che precede l’evidenza esteriore sono sempre quelli che devono essere.»
(Clarissa Pinkola Estés)

Una frase meravigliosa che ci fa comprendere che l’anima ha i suoi tempi che spesso non coincidono con quelli della nostra mente che vorrebbe tutto e subito. Il vuoto che sentiamo può essere vissuto appunto come un periodo di gestazione, una preparazione ad altro, una fase necessaria prima di una nuova rinascita. Un periodo quindi non fine a se stesso ma utile a ciò che sta per arrivare.

2- «Dobbiamo imparare a farci invadere dal vuoto»
(Raffaele Morelli)

Il vuoto spazza via l’inutile, evidenzia l’essenziale, rimette tutto in discussione, toglie gli schemi, i paletti, rimescola i valori. E’ un’occasione unica di rinnovamento se riusciamo a sfruttare questo periodo di vuoto guardandoci dentro, ascoltandoci, mettendo a tacere la mente e facendo parlare finalmente il cuore.

3- Se apriamo le mani, possiamo ricevere ogni cosa. Se siamo vuoti, possiamo contenere l’universo.
(Buddha)

Il vuoto dell’anima è un buco nero, un abisso difficile da vivere, è un vero e proprio richiamo ad entrare nelle nostre paure, difese, preoccupazioni. Se riusciamo a rimanere in questo vuoto e a non fuggire possiamo percepire un collegamento potentissimo con l’universo, possibile solo se dentro di noi non ci sono distrazioni, timori, inganni.

4- «Le tue sensazioni di mancanza possono trasformarsi in sensazioni di “disponibilità” se dentro di te crei uno spazio vuoto per accogliere ciò che desideri.»
(R. Schache)

La mancanza porta sempre spazio nuovo per il cambiamento, per il rinnovamento, per il nuovo. Ciò che ci fa più paura non è la mancanza in sé ma il dover fare i conti con la nostra interiorità. Trascorriamo tanto tempo a fuggire da noi stessi e solo il vuoto ci può riportare a noi. Abbiamo timore di scoprire davvero la nostra autenticità. Se riusciamo a pensare al vuoto dell’anima come a un’occasione per sentirci, vederci e accoglierci per ciò che siamo allora saremo in grado di scorgere finalmente la nostra Verità.

5- Il vuoto, che concettualmente rischia di essere scambiato per il puro nulla, nei fatti è il serbatoio di infinite possibilità.
(DT Suzuki)

Sentirsi vuoti vuol dire essersi spogliati di credenze e di aspettative. Non è come si pensa un vuoto fine a se stesso ma una possibilità di apertura mentale e di cuore che non potrebbe avvenire ina una situazione di pienezza di pensiero, di azioni, di parole.

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6- Una meta si proponeva Siddharta: diventare vuoto, vuoto di sete, vuoto di desideri, vuoto di sogni, vuoto di gioia e di dolore. Morire a sé stesso, non essere più lui, trovare la pace del cuore svuotato, nella spersonalizzazione del pensiero rimanere aperto al miracolo, questa era la sua meta.
(Hermann Hesse)

Essere vuoti significa anche togliersi di dosso ruoli, aspettative, maschere. Toccare il fondo dei nostri abissi più neri e ombrosi, spogliarsi di tutto e risalire con tesori, ricchezze interiori, nuove forze vitali, idee nuove, intuizioni. Il vuoto dell’anima è in realtà una gestazione di noi stessi.

7- Gli uomini hanno paura di abbandonare le loro menti, perché temono di precipitare nel vuoto senza potersi arrestare. Non sanno che il vuoto non è veramente vuoto, perché è il regno della Via autentica.
(Huang Po)

La vera difficoltà non è svuotarsi ma rimanere in questo vuoto per tutto il tempo necessario alla nostra rinascita. Siamo infatti portati a fuggire, a colmare le nostre mancanze il prima possibile, a non voler vedere e toccare le pareti di questo vuoto che tanto ci spaventa. Ma sperimentato anche una sola volta il potere curativo del vuoto si comprende quanto è necessario e quanto è benefico per la nostra vita.

8- “Non portarti dietro i tuoi pensieri, la tua conoscenza, non portarti dietro niente di ciò che riempie il secchio, e che non è altro che acqua, perché altrimenti guarderai sempre e solo il riflesso, e nient’altro. Nella ricchezza, nei beni materiali, nella casa, nell’automobile, nel prestigio, tu non vedrai che il riflesso della luna piena nell’acqua del secchio, mentre la luna vera è li, in alto, che ti aspetta da sempre. Lascia cadere il secchio, cosi che l’acqua sfugga via, e con essa la luna. Solo questo ti permetterà di alzare lo sguardo e vedere la vera luna nel cielo; ma prima devi avere conosciuto il sapore del vuoto, devi lasciar cadere il secchio della tua mente, dei tuoi pensieri: non più acqua, né luna. Il vuoto nelle mani”
(Jung – Libro Rosso)

Riuscire a far cadere il secchio è riuscire ad abbandonarsi al vuoto dell’anima. Non resistere, non trattenere, non chiudere il cuore ma aprirsi con fiducia, arrendersi, farsi condurre da questo grande maestro saggio e sapiente che è il vuoto.

9- I nostri più grandi sforzi sono rivolti non a nascondere il male e il brutto in noi, ma il vuoto.
(Eric Hoffer)

Siamo convinti che il vuoto è la nostra più grande maledizione e quindi facciamo di tutto per non farlo entrare nelle nostre vite. Quando ci sentiamo tristi, annoiati, soli creiamo mille vie di fuga per riempirci. Di cibo, di persone, di distrazioni. Purtroppo è quello che la società, l’educazione, questo mondo attuale ci ha insegnato: a non piangere, ad essere forti, a non arrenderci. Ma è fondamentale saper distinguere il momento della resa da quello della resistenza e agire o non agire di conseguenza. Il vero guerriero non va avanti a qualsiasi costo, è consapevole del momento che sta vivendo e sa quando è ora di arrendersi.

10- Quando il tuo cuore è vuoto sei un buddha, sereno, silenzioso, estremamente beato, a casa.
(Osho)

Provate a sperimentare il vuoto. Quando la vostra anima è sofferente rimanete in quella sofferenza, dipingetela, scrivete le vostre sensazioni, ricamatela, danzatela. Date attenzione alle vostre emozioni e lasciate passare del tempo. Vi accorgerete che non fuggendo emergerà dalla vostra interiorità una forza nuova, idee diverse, una visione del mondo rinnovata. A patto di aver avuto il coraggio di rimanere nel dolore e di non averlo rifiutato. Lo potete sperimentare da soli oppure insieme ad un professionista che vi possa accompagnare in questo grande viaggio dentro voi stessi.

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Elena Bernabè Scrittrice





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