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Scuola: i comportamenti indisciplinati rubano un'ora di lezione al giorno

Di Daniela Bella - 3 Febbraio 2015

Un rapporto redatto da Ofsted ci mostra il disagio delle scuole secondarie inglesi

Mormorii continui, insulti, commenti e schiamazzi per attirare l’attenzione, utilizzo di telefoni cellulari e smartphone, posture pericolose sulle sedie, scambio di biglietti e oggetti. Sono solo alcuni dei comportamenti fastidiosi e importuni che, ogni giorno, vivono all’interno delle scuole secondarie inglesi.

Oltre ad essere molto spiacevole e pesante per l’insegnante, tali atteggiamenti rubano ogni giorno, nel complesso, un’ora di lezione, che viene dunque sottratta all’apprendimento e all’insegnamento. Per un totale di 38 giorni l’anno.

E’ questo quanto emerso nel rapporto pubblicato Ofsted, dopo una lunga indagine che ha coinvolto 3.000 istituti, con 28 ispezioni a sorpresa nelle scuole in cui si registra un maggiore tasso di comportamenti indisciplinati.

I risultati dell’indagine

Credit foto
©Pexels

Due terzi degli insegnanti intervistati si sono lamentati del fatto che i dirigenti scolastici non riescono a far valere la propria autorità quando si tratta di scarsa disciplina e di mancato controllo negli alunni che violano le regole della scuola.

Gli insegnanti della scuola secondaria hanno individuato un maggiore impatto negativo sull’apprendimento rispetto agli alunni delle scuole elementari. Oltre i due terzi degli intervistati hanno affermato che si tratta di un problema molto importante e da non sottovalutare, poichè questo atteggiamento rischia di compromettere l’apprendimento e l’educazione degli alunni.

Del resto, anche i genitori degli alunni in questioni hanno confermato che l’apprendimento dei loro figli è stato influenzato negativamente dal comportamento degli altri compagni di scuola.

Dal rapporto, inoltre, è emerso come una condizione del genere risulti particolarmente fastidiosa anche per gli insegnanti, per gli alunni e per i genitori. Solo un quarto degli insegnanti della scuola secondaria, infatti, ha ritenuto che la politica applicata nella propria scuola sia applicata in modo coerente.

Dei genitori che hanno preso parte al sondaggio, invece, circa i due terzi hanno affermato che il preside dovrebbe assicurarsi che l’intero personale applichi all’interno delle classi un criterio comportamentale in grado di migliorare la cultura e l’apprendimento.

Cosa fare per migliorare l’apprendimento dell’alunno?

Il rapporto conclude sostenendo che nelle scuole in cui si respira un clima più positivo e idoneo all’apprendimento si concorre ad uno standard comportamentale superiore alla media. Ma questa deve essere una responsabilità condivisa da dirigenti, insegnanti, genitori e alunni.

Tale esigenza appare ancor più rilevante se si considera da un lato l’emergere del disagio che tanti giovani vivono, talvolta, a causa della scuola stessa, che si chiude all’interno dei propri programmi e all’ombra delle discipline e delle loro pretese, del voto, della bocciatura come strumento di selezione e anche di punizione.

Questo, infatti, è e sarà sempre considerato un errore non privo di conseguenze nei confronti dell’alunno. Del resto, la scuola deve sì mostrare disciplina e autorità, ma al tempo stesso deve essere una sorta di “isola felice” per l’alunno, e non un semplice ambiente artificiale che tiene fuori la società e i suoi problemi.

Sì, oggi il mestiere dell’insegnante è più difficile rispetto a qualche decennio fa. Ma attuando un corretto piano disciplinare e creando un clima positivo all’interno delle scuole, si potrà dare spazio ad un metodo di apprendimento che pone le sue basi sulla disciplina e sul rispetto altrui.

Daniela Bella





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