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“Gli dei dentro l’uomo”: una lettura psicologica dei tratti caratteriali maschili

Di Cristina Rubano - 29 Agosto 2022

Gli dei dentro l’uomo è un libro di Jean Bolen, omologo del forse più noto Le dee dentro la donna. Parla delle energie psichiche maschili attraverso gli archetipi rappresentati dai miti greci.

Gli stereotipi di genere ci consegnano un’idea di mascolinità monca, semplificata, unilaterale. E per questo spesso tossica, miope e fonte di sofferenze sia per gli uomini che per le donne. In realtà i modi in cui può esprimersi la mascolinità sono molteplici e tutti devono avere il loro spazio nel personale “pantheon” di ogni uomo perché possa realmente essere sé stesso.

“… faccio per gli uomini ciò che le donne hanno fatto da sempre: sono state le interpreti della loro vita più profonda, perché gli uomini le mettono a parte di cose che, di solito, tra loro non si dicono”

(Jean Bolen)

Gli dei dentro l’uomo: non un solo uomo ma molti uomini

Un mito greco piuttosto noto narra di un brigante dei nome Procuste. Sulla strada tra Eleusi  e Atene era solito rapire i passanti per poi torturarli nel famoso letto che da lui porta il nome. Infatti era un congegno progettato per adattare forzatamente i malcapitati ad un’unica statura possibile. Coloro che risultavano troppo alti subivano l’amputazione degli arti. Mentre i più piccoli venivano “stirati” fino all’inverosimile pur di essere adattati alle misure del macchinario.

Jean Bolen sostiene che è un po’ quello che accade per molti versi agli uomini quando sono o si sentono costretti ad aderire a modelli univoci. A stereotipi che rischiano di costringerli ad “amputare” aspetti genuini di sé stessi ma non conformi al modello. O di dover amplificare solo alcuni tratti caratteriali a discapito di altri.

Ma qual è il letto di Procuste del modello maschile? Quello dell’uomo che “non deve chiedere mai” Del padre padrone, di un maschile capace di esprimersi e misurarsi solo attraverso l’esercizio della forza, dell’autorità e del potere. Che rifiuta come aspetti di debolezza qualunque accenno di emotività, cura, creatività svalutandoli e proiettandoli sulla donna. Gli dei dentro l’uomo ci fa conoscere invece molti altri modelli maschili che possono affiancarsi al più tradizionale archetipo “Zeus” del padre padrone.

“Qualcuno, pur sembrando ben adattato, in realtà ha fatto molti sforzi per corrispondere al ruolo, mettendo a tacere importanti aspetti di sé. Altri, al contrario, per corrispondere alle aspettative hanno dilatato un’unica dimensione a scapito della profondità e della complessità della loro natura, il che spesso rende insignificante, per loro, il successo che riscuotono nel mondo”

(Jean Bolen)

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Gli dei dentro l’uomo: Zeus, padre padrone

profilo di un uomo
Credit foto © Pixabay

Nella mitologia greca Zeus è colui che riuscì a spodestare il proprio padre e ad assumere il potere sulla terra e sui cieli. Bolen ne Gli dei dentro l’uomo ce lo presenta come l’archetipo del maschio “alfa”. È colui che agisce come capo e comandante indiscusso tanto al lavoro quanto in famiglia. Protettivo ma anche potenzialmente collerico e vendicativo con i propri figli. Questo stratega nato, questo invincibile seduttore, può avere molta difficoltà a vivere rapporti di autentica intimità emotiva. Rischia così di isolarsi nella sua torre d’avorio del potere. A meno che non integri altri aspetti nella sua personalità. I suoi aspetti emotivi e i suoi aspetti più “oscuri” tanto per cominciare. Si tratta di due archetipi impersonati da altri due fratelli di Zeus: Poseidone e Ade. Sovrani rispettivamente del regno del mare (l’emotività) e dell’oltretomba (l’oscurità dell’inconscio).

Pensiero e sentimento

Ne Gli dei dentro l’uomo, Poseidone è l’archetipo del maschile sanguigno, passionale e irruento. Colui che è capace di grandi passioni, grandi entusiasmi. Ma che, se si fa “rapire” da questo modo di essere, se lo esprime in maniera rigida e totalizzante, può arrivare a perdere il controllo. Sono gli uomini che vengono facilmente alle mani, che bevono troppo e diventano aggressivi. E che rischiano di provocare ricorrenti “maremoti” in famiglia e con le persone che sono loro attorno. Non fa male allora avere a disposizione anche le energie maschili dell’archetipo Apollo. Un dio “figlio”, appartenente alle seconda generazione degli dei. Lontano dunque dalle ambizioni di potere di Zeus, ma anche dal temperamento irruento e sanguigno di Poseidone. Gli uomini che hanno come prevalente questo archetipo dentro di loro, sono coloro che sanno fare buon uso della propria razionalità. Sono capaci di visualizzare con chiarezza e determinazione i propri obiettivi, senza lasciarsi sopraffare dalle emozioni. L’energia di questo archetipo può venire in soccorso ad un uomo che sia troppo preso dall’irruenza di Poseidone. E che debba imparare a disciplinare le sue emozioni e ad utilizzarle per pensare e fare scelte motivate invece che reagire d’impulso distruttivamente.

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Gli dei dentro l’uomo: morire e rinascere

L’archetipo Ade, l’altro fratello di Zeus, può consentire ad un uomo di scendere nel profondo di sé per contattare i suoi aspetti più inconsci. A meno di non rimanere imprigionato in questo mondo sotterraneo, cadendo in una dolorosa depressione, può riemergerne arricchito nella propria personalità. Il sotterraneo rappresenta simbolicamente l’inconscio, ciò che appartiene alla nostra psiche ma che rifiutiamo o che ancora non consociamo di noi. È una dimensione con cui sarà più facile entrare in contatto per gli uomini dal temperamento più introverso, più naturalmente portati a guardarsi dentro. Altri potranno accedervi, magari per la prima volta, dopo una perdita, un lutto, che sia di una persona o di un progetto importante.

Accettare la necessità della psiche di ritirarsi in sé stessa può essere difficile per quegli uomini ordinariamente più governati da archetipi Zeus o Apollo. E quindi più abituati a identificarsi con il potere, il successo, la razionalità e la riuscita. Eppure attraversare un momento “oscuro”, contattare il dolore nella profondità di sé stessi può essere un’occasione per “riemergere” rinnovati nella mente e nello spirito. Non per nulla la discesa agli inferi – intesa come percorso di morte simbolica e rinascita – è un tema che ritroviamo in molti miti antichi.

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Gli dei dentro l’uomo: il maschile che non ti aspetti

Gli uomini, dunque, non sono solo adatti a comandare. Anzi, non sono per nulla obbligati ad esprimere la propria mascolinità attraverso l’esercizio dell’autorità o del potere. Possono attingere anche ad aspetti emotivi e passionali, razionali e perseveranti, introspettivi e spirituali. Ma non finisce qui.

Possono essere abili comunicatori, esploratori. In grado di creare feconde connessioni fra pensiero e azione, razionalità e inconscio (Ermes), a patto di fermarsi a mettere radici prima o poi…

Alcuni potranno scoprire dentro sé stessi un genio creativo, un bisogno di “fare”. Di dar vita a qualcosa partendo da ciò che è sotto le loro mani. Potranno essere artigiani, scultori, inventori a patto naturalmente si farsi accompagnare anche da altri archetipi del mondo maschile (Efesto).

E, ultimo ma non per importanza, gli uomini possono anche accedere ad una sensualità estatica, “dionisiaca”. Un’energia anticonformista da cui trarre ispirazione diventando magari mistici, personaggi spirituali o artisti dello spettacolo. Attenzione però a non farsi dominare dall’instabilità di questo archetipo, dove la ricerca continua di sensazioni può portare a problemi relazionali e instabilità esistenziale.

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Arricchire il proprio “pantheon interno”

Come si è cercato di accennare fin qui, gli uomini possono fare appello a molteplici energie psichiche. Queste possono miscelarsi in modi e proporzioni differenti consentendo loro infinite possibilità di espressione. Nessun archetipo è in sé buono o cattivo, migliore o peggiore, più o meno “maschile”.

In ogni uomo, alcuni risulteranno più sviluppati e caratterizzeranno in maniera più importante la personalità. Altri rimarranno più dimessi o non verranno interpellati fino a specifiche fasi della vita.

Quel che conta è che ognuno possa contare un “pantheon interno” sufficientemente ben bilanciato. Dove l’ambizione possa coniugarsi all’intimità emotiva, la razionalità con la passionalità e l’intuizione; gli aspetti più creativi con quelli più mondani e realizzativi. Tutto questo influenzerà positivamente anche il rapporto col femminile, non più vissuto come espressione di aspetti deboli e rifiutati dell’identità maschile, ma come possibile complemento del proprio autentico modo di essere.

“Nella nostra cultura sembra che il sesso maschile sia favorito dalla sorte e abbia i ruoli migliori. Certamente gli uomini detengono quelli più prestigiosi e remunerativi. Eppure, molti soffrono di depressione, che nascondono dietro l’alcol o l’eccessivo lavoro (…). Ma molti di più sono quelli arrabbiati e risentiti (…). Il movimento femminista ha individuato chiaramente i problemi che le donne devono affrontare in una cultura patriarcale; ma, a giudicare dall’infelicità degli uomini, vivere in una cultura patriarcale sembra una cosa negativa anche per loro”

(Jean Bolen)

Per saperne di più:

Bolen J.S., Gli dei dentro l’uomo. Una nuova psicologia maschile, Astrolabio, 1994.

Bolen J.S., Le dee dentro la donna. Una nuova psicologia del femminile, Astrolabio, 1991.

Archetipi psicologici del maschile e femminile, gli dei greci, SPECIALE del portale di crescita-personale.





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