Psicologia

Animus e Anima: il maschile e il femminile secondo Jung

Di Cristina Rubano - 21 Giugno 2022

Carl Gustav Jung ci parla di Animus e Anima. Sono due energie del maschile e del femminile presenti, in proporzioni e modalità diverse, in ognuno di noi. Si tratta di una concezione complessa, che negli anni è stata anche criticata e revisionata da una certa parte del pensiero analitico di stampo femminista. Ma che resta attuale e che forse più di molte altre è in grado di ridare spessore e profondità al confronto fra i generi. Il maschile e il femminile secondo Jung non si identificano con due persone di sesso opposto. Rappresentano due energie psichiche che devono trovare armonia all’interno di ognuno di noi. Da questo dipende la possibilità di incontrare fecondamente sé stessi e l’altro/a.

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Jung e le energie maschile e femminile

L’idea che in noi risiedano energie del maschile e del femminile come Jung le intende può sembrare astratta e teorica. Ha in realtà risvolti molto concreti e apprezzabili per la nostra vita di  ogni giorno.

In ogni donna è presente anche un Animus, un’energia maschile, decisionale e razionale della psiche. Così come in ogni uomo è presente anche un’Anima, un’energia femminile più vicina alle proprietà accoglienti, creative, emotive e intuitive della mente.

Questo non ci rende meno “donne” o meno “uomini”, ma ci rende persone più complete.

Ogni volta che invece rifiutiamo le caratteristiche energetiche dell’Animus o dell’Anima rischiamo di identificarci troppo semplicisticamente nelle caratteristiche del nostro sesso. In questo modo rischiamo di svalutare o sminuire il sesso opposto.

“L’anima è la personificazione di tutte le tendenze psicologiche femminili della psiche dell’uomo, cioè sentimenti e atteggiamenti vaghi e imprecisi, presentimenti, la ricettività dell’irrazionale, l’amore di sé, il sentimento della natura, e l’atteggiamento nei confronti dell’inconscio. Non è per caso che nell’antichità spettava a sacerdotesse (come la sibilla dei Greci) l’incombenza di penetrare la volontà divina, e di istituire rapporti con gli dèi.” (Marie-Louise von Franz)

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Gli archetipi del maschile e femminile

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© Pixabay

Coraggio, spirito di iniziativa, forza e decisionalità sono espressione della parte Animus che ogni donna deve riconoscere dentro di sé. Solo così potrà utilizzare queste risorse in integrazione e supporto della sua femminilità. Altrimenti rischierà di disconoscere queste qualità in sé stessa e di invidiarle o temerle negli uomini che incontra. Continuerà allora a percepirsi come “l’anello debole” nei rapporti e nelle situazioni della sua vita.

Al tempo stesso, i tempi odierni pongono sfide sicuramente più stimolanti di un tempo agli uomini che vogliano riconoscere la propria parte Anima ed esprimere, nell’ambito della propria mascolinità, quelle parti più creative, accoglienti e emozionali della propria personalità. Rifiutare e disconoscere questi aspetti in sé stessi può portare a vivere una mascolinità tossica, riduttiva e stereotipata. E, parallelamente, a percepire il rapporto con il sesso femminile come conflittuale e svalutante.

Per Jung, solo realizzando una congiunzione armoniosa del maschile e del femminile dentro noi stessi/e possiamo costruire rapporti intimi, paritari e di sincero rispetto con l’altro sesso.

“La donna acquista fermezza spirituale. Una sorta di invisibile sostegno interno, che la compensa della sua fragilità esteriore. L’animus, al livello superiore del suo sviluppo, collega spesso la mentalità della donna con l’evoluzione spirituale tipica dell’età di essa, e può così renderla ancor più ricettiva dell’uomo a nuove idee creative. (…) La pienezza creativa del loro animus — nel suo aspetto positivo — si esprime talvolta tramite pensieri e idee che stimolano gli uomini a nuove imprese.” (Marie-Louise von Franz)

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Chi volesse approfondire il tema delle energie maschili e femminili e dei variegati modi in cui poter esprimere il proprio essere uomini e donne può accostarsi alla lettura dei libri di Jean Bolen. Le dee dentro la donna e Gli dei dentro l’uomo sono due testi che esaminano i diversi archetipi del maschile e del femminile rappresentati dalle divinità dell’antica Grecia. Ne emerge un pantheon di risorse e possibilità psichiche diverse e spesso complementari tra loro in cui ognuno potrà provare a riconoscersi.





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