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Psicologia

La Lettera Per Fare Pace Con Il Bambino Interiore

Di Sandra Saporito - 19 Ottobre 2020

Si pensa spesso che il Bambino Interiore, il Puer Aeternus, ci porti guai e sia all’origine di molti problemi nella nostra vita quotidiana, per lo più di natura emotiva, perché il Puer è focoso, passionale e poco incline alla ragione come lo è il Senex, l’archetipo equilibratore del Puer, il vecchio saggio. Tuttavia, va detto che il Bambino Interiore può essere per noi una grande risorsa, a volte, una salvezza, se si sa approcciarsi a questa parte di noi che costituisce il nocciolo del nostro essere, la forza vitale, la linfa che ci nutre.

Il bambino interiore è un guardiano sacro: custodisce le nostre capacità di giocare, immaginare, sognare, esplorare, ricercare, creare. È l’avventuriero che si ribella ad un mondo fossilizzato, fermo, vecchio, che non guarda al futuro. Il Bambino Interiore, lui, ha i piedi alati e non cammina nel mondo, corre, vola, va al di là dei limiti imposti col rischio di bruciarsi le ali. Molti sono i doni che può portarci se gliene diamo l’opportunità; ma la misura che permette di mantenere l’aspetto positivo di questi doni, che se vissuti all’estremo diventerebbero degli ostacoli, spetta a noi: l’Adulto, che può prendere per mano quel Bambino Interiore che porta nel cuore e fare pace con lui.

Ci sono molti modi per entrare in contatto con il proprio Bambino Interiore, il nostro Puer Aeternus; i migliori restano quelli che richiedono da noi creatività e fantasia. Perché se vogliamo comunicare con lui, occorre parlare il suo linguaggio. Quindi, se vuoi instaurare un rapporto armonioso con questa parte sacra e potente di te, occorrerà tirare fuori dal cassetto ciò che ti fa battere il cuore.

Lettera per fare pace con il Bambino interiore

“Caro/a piccolo/a me,

sai, la vita è strana, complicata e meravigliosa allo stesso tempo. Ti regalerà momenti preziosi e sfide particolarmente dure, ma voglio che tu sappia una cosa: sei forte. Riuscirai a cavartela, in un modo o l’altro, e lo scoprirai facendo un passo alla volta. So che tu ami correre, hai sempre avuto fretta di crescere, di diventare grande, ma quando lo sarai diventato/a capirai che la cosa più preziosa che avevi tra le mani era quel tempo che per te non scorreva mai abbastanza velocemente.

Goditi il tempo dei giochi, più che puoi, perché in quegli attimi in cui trasformi le tue bambole di pezza nei personaggi delle tue storie fantastiche, lì vi è quella magia che poi da adulto/a cercherai di rivivere nel mondo; lì vi è la dimensione sacra del rito immaginativo. Goditi ogni attimo con i tuoi amici, i pomeriggi spensierati a giocare all’aperto, a passeggiare nei boschi, a salire sugli alberi, a sognare un mondo sempre nuovo.”

Non avere fretta, datti tempo

“Se c’è un consiglio che vorrei darti, è questo: datti tempo; tempo per crescere e per sognare; tempo per comprendere chi sei, per ascoltarti, per scoprire il mondo dentro di te, per capire cosa vuoi fare “da grande”, cos’è importante per te, “chi” è importante per te. Non avere fretta di vivere perché la vita è come il tuo dolce preferito: la devi assaporare lentamente. Se ne fai soltanto un boccone, neanche ti darai la possibilità di sentirne tutti i sapori. La vita per te, per me, è adesso.

Questo tempo è prezioso perché ogni sogno che farà battere il tuo cuore diventerà il motore dei miei giorni avvenire. Io mi sono preso/a cura di tutti i sogni che sono nati nel tuo cuore, di tutti loro: alcuni li ho piantati nel mio mondo e stanno crescendo lentamente, altri stanno dormendo nel cassetto, al calduccio. Non so se sarai fiero/a di ciò che sono diventato, di quello che ho fatto, ma posso assicurati che io ce l’ho messa tutta, malgrado tutto. Non ero preparato/a al mondo, e purtroppo ho dubitato di te, di me, e a volte mi sono perso/a, sono caduto/a a terra e molte sono state le ferite che hanno lasciato cicatrici profonde.

Sono caduto/a in mille pezzettini colorati sull’asfalto, ma per fortuna eri lì con me, e con il tuo sorriso innocente, hai preso dolcemente tra le tue mani ogni piccolo pezzo che hai ritrovato, come un uccellino caduto dal nido, e te ne sei preso cura: hai fatto di tutti questi frammenti sparsi un piccolo mosaico.

Il tuo entusiasmo e la tua speranza hanno rimesso assieme i pezzi del tuo cuore e insieme abbiamo creato nuovi orizzonti, fatti di sogni più reali, che se cadono, non s’infrangono più. Col tempo ho imparato a temprarli nell’acciaio, questi sogni. Ora basta togliere loro la ruggine e poi tornano come nuovi, più luminosi che mai.”

Ti ringrazio per essere sempre stato presente

Nei miei momenti più difficili, eri al mio fianco, mi invitavi sempre a guardare il cielo, ad osservare il lento mutare delle nuvole, forse vi avrei trovato un messaggio per me. Quando non trovavo una soluzione ad un problema, mi prendevi la mano per portarmi a giocare perché eri sicuro/a che ce l’avrei fatta comunque. Avevo solo bisogno di cambiarmi le idee. E poi, la soluzione la trovavo davvero, grazie a te. Quando ero troppo serio/a e andavo dritta per la mia vita come un treno, ti nascondevi dietro l’angolo per farmi uno dei tuoi scherzi. A volte mi arrabbiavo contro di te, ma ora capisco che avevi ragione pure tu: se perdiamo il sorriso nella vita significa che abbiamo preso la strada sbagliata.

Sono felice che tu sia presente nella mia vita e non so chi sarei diventato/a senza di te, come vivrei ora in questo mondo così grigio e tetro, se non potessi contare su quel pizzico di follia, di creatività che porti nella mia vita; cosa farei senza la tua voglia di cambiare, se non il mondo, almeno la mia vita? Con te è difficile annoiarsi: vuoi sempre vivere nuove avventure, creare, giocare con la vita, tu dai valore al mio presente, energia e passioni ai miei molti futuri.

Se non ti ascolto, ti arrabbi e poi sento il tuo fuoco in me, oppure ti nascondi in un angolo buio per piangere e la mia vita perde tutti i suoi meravigliosi colori; perché non ti senti compreso/a, accolto/a, ascoltato/a, amato/a; stai male tu, e sto male anch’io.

Ma so che mi basta bussare alla tua porta e parlarti, o scriverti come sto facendo ora e far scivolare il biglietto sotto alla tua porta, per fare la pace con te e ritrovare il sorriso. Perché ciò che ti rende felice è tutto ciò che posso darti io: sono le cose semplici, i sorrisi, gli abbracci, le passeggiate nel bosco, vedere il mondo come lo guardi tu, con gli occhi sognanti e pieni di speranze, con meraviglia.

Ora capisco che la chiave della mia felicità ce l’hai tu: è nel tuo sorriso, nel vivere i sogni custoditi nel cuore, nel sentirti contento/a di crescere assieme a me che so di poter dare un senso alla mia vita, che posso renderla degna di essere vissuta.

Tu sei il mio piccolo seme di meraviglia; io, la quercia che ti accompagna nel mondo. Tu sei in me e io, in te. E ti prometto che avrò cura di te, vita mia. Te lo prometto.”

Bibliografia

Puer Aeternus, di James Hillman, Ed. Adelphi, 1999.

Sandra “Eshewa” Saporito
Autrice e operatrice in discipline bio-naturali
www.risorsedellanima.it





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