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Ecosistema Urbano 2014: vivere in Italia è un dramma!

Di Daniela Bella - 3 Novembre 2014

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Dati critici emersi dal nuovo rapporto sull’Ecosistema Urbano 2014

Un ecosistema urbano può essere definito come l’ambiente in cui l’uomo interagisce con le varie componenti sia di tipo biotico (piante e animali) che abiotico (luce, terra, suolo e sottosuolo, rocce, acqua, aria, l’insieme dei fattori climatici etc.).

L’ecosistema urbano, con la quale si intendono le città, può essere considerato un ecosistema transitorio, poichè non basta l’attività antropica dell’uomo per raggiungere una situazione di stabilità.

Ad analizzare attentamente l’ecosistema urbano del nostro Paese è l’associazione ambientalista Legambiente, che nella ventunesima edizione di “Ecosistema Urbano 2014ha stilato un rapporto sulle condizioni di vivibilità ambientale dei capoluoghi di provincia italiani.

Il rapporto è stato realizzato in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore.

Com’è dunque la nostra situazione? A dir poco tragica. Inquinamento atmosferico a livelli d’emergenza e tasso di motorizzazione in crescita, gestione dei rifiuti altalenante e trasporto pubblico in crisi. Questo per farla molto in breve.

Queste le dichiarazioni drammatiche di Legambiente: “L’insieme dei dati ci dice, ancora una volta, che le città italiane vanno a tre velocità: sono lente, lentissime e statiche”.

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La situazione delle città che si collocano in cima alla classifica

Le prime cinque città che si piazzano nei primi posti della classifica (le migliori, quindi) sono Verbania, Belluno, Bolzano, Trento e Pordenone, ma, nonostante la posizione non possiamo dire che se la passino bene. E questo ci dimostra quanto tragica sia la situazione in Italia.

Per esempio, Trento ha valori eccessivi di biossido di azoto; Verbania e Belluno perdono un terzo dell’acqua immessa in rete; Pordenone depura poco più della metà dei suoi scarichi fognari.

Queste città, però, se la passano meglio su altri fronti.

Verbania, per esempio, colleziona buone performance negli indicatori più significativi, a cominciare da quelli sull’inquinamento atmosferico.

Belluno presenta buoni risultati negli indici legati all’inquinamento atmosferico, ai rifiuti e a parte della mobilità.

Bolzano, invece, seconda assoluta nella classifica dedicata alle polveri sottili, balza dal 46% di raccolta della scorsa edizione all’attuale 54,8%.

Trento presenta invece un basso indice di polveri sottili e un buon binomio totale di rifiuti raccolti-percentuale di raccolta differenziata.

La situazione delle città che si collocano in coda alla classifica

gestione-rifiutiSe la situazione delle città che dovrebbero essere al “top” è questa, cosa dovremmo dire allora di quelle città che si piazzano invece in fondo alla classifica? Non è difficile immaginarlo. Tra queste si collocano Agrigento e Isernia, Crotone e Messina, Catanzaro e Reggio Calabria.

Basti pensare che a Crotone la motorizzazione raggiunge livelli esilaranti: lo dimostra il fatto che sono appena 3 i viaggi l’anno effettuati dagli abitanti sugli autobus, e che sono 0,02 i metri quadrati di superficie pedonale a disposizione di ogni residente. Per non parlare della raccolta differenziata: solo il 16,6% dei rifiuti sono raccolti in modo differenziato.

Ancor peggio Isernia, che dichiara l’8,0% di rifiuti raccolti in maniera differenziata, mentre 71 su 100 possiede un’automobile. Inutile, poi, parlare di strade destinate ai ciclisti o pannelli solari, completamente assenti.

L’analisi delle città

Per l’analisi dei 104 capoluoghi di provincia italiani sono stati selezionati 108 indicatori: tre indici sulla qualità dell’aria (concentrazioni di polveri sottili, biossido di azoto e ozono), tre sulla gestione delle acque (consumi, dispersione della rete e depurazione), due sui rifiuti (produzione e raccolta differenziata), due sul trasporto pubblico (il primo sull’offerta, il secondo sull’uso che ne fa la popolazione), cinque sulla mobilità (tasso di motorizzazione auto e moto, modale share, indice di ciclabilità e isole pedonali), uno sull’incidentalità stradale, due sull’energia (consumi e diffusione rinnovabili).

Quattro indicatori su diciotto selezionati per la classifica finale (tasso di motorizzazione auto, tasso di motorizzazione moto, incidenti stradali e consumi energetici domestici) utilizzano dati pubblicati da Istat.

Inquinamento atmosferico

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L’inquinamento atmosferico resta ancora a livelli di emergenza. In particolare, aumentano le situazioni critiche nei comuni più grandi, quali Trieste, Milano, Torino e Roma. Le politiche urbane sulla mobilità, uno tra i principali fattori di pressione sulla qualità dell’aria, non sembrano ancora portare i risultati sperati.

Insomma, i dati parlano chiaro: la motorizzazione continua ad essere in leggero aumento e gli spostamenti in auto e moto prevalicano di gran lunga quelli a piedi e in bici, integrati con trasporto pubblico efficente. Insomma, la mobilità sostenibile sembra essere ancora molto lontana.

I rifiuti

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Anche sul fronte rifiuti le cose non vanno affatto bene. Nel 2013, infatti, la produzione pro capite scende a una media di 541 kg/abitante (-3,4% rispetto all’anno precedente), mentre la raccolta differenziata arriva al 40,8% (+3,9%).

Da dire, però, che per quanto riguarda la raccolta differenziata la situazione è abbastanza contrastante: in alcune città, infatti, non si raggiunge nemmeno quell’obiettivo del 35% previsto per il 2006, mentre in altre si supera abbondantemente il 50%.

Dispersione di acqua

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Quello della dispersione dell’acqua è un altro problema da non sottovalutare. Ma anche in questo caso ci troviamo in una situazione non omogenea: se in alcune città, come Foggia, lo spreco di acqua è dell’8%, in altre, come Cosenza, la dispersione arriva al 77%.

Nel complesso, in 52 città più del 30% dell’acqua immessa nella rete viene dispersa, mentre in 19 le perdite sono addirittura superiori al 50%.

Ma qualche piccolo segnale di cambiamento c’è stato

Insomma, la situazione ci appare ancora bloccata e il sogno di una più ampia sostenibilità resta ancora lontano. Ma qualche segnale positivo c’è stato, come afferma Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente:

“Qualche segnale di cambiamento c’è stato: il successo della raccolta differenziata a Milano e Andria, il car-sharing a Roma e Milano, le pedonalizzazioni a Bologna, la mobilità a Bolzano. Al suo ventunesimo anno, Ecosistema Urbano ripete con evidenza che c’è bisogno di una strategia positiva di trasformazione delle città. Quello che davvero manca è la capacità di immaginare il traguardo, il punto d’arrivo verso cui tendere, sia nel breve che nel lungo o lunghissimo periodo. In assenza di obiettivi chiari e ambiziosi le nostre città non andranno da nessuna parte, schiacciate come sono da logiche parziali e settoriali, a compartimenti stagni. Eppure è proprio la crisi economica in edilizia, la pessima qualità della mobilità urbana e periurbana, le opportunità offerte dalla digitalizzazione e dalle nuove tecnologie energetiche che rendono possibile e necessario avviare concreti percorsi di rigenerazione urbana. Serve un piano nazionale che assegni alle città un posto di primo piano nell’agenda politica che superi la frammentazione dei singoli provvedimenti e mostri una capacità politica di pensare un modo nuovo di usare e vivere le città. Purtroppo, il decreto SbloccaItalia rappresenta solo l’ennesima occasione persa. E le città pagheranno anche questo…”

La situazione, comunque, resta tale anche perchè i primi a non contribuire siamo noi. Se ognuno di noi provasse, nel suo piccolo, ad agire concretamente per cambiare l’attuale condizione in cui ci troviamo, col tempo si giungerebbe ad una situazione senza dubbio migliore dell’attuale, e il sogno di un Italia eco-sostenibile non sarebbe poi così lontano.

Ma solo il parlarne e il volerlo, però, non porterà mai a nulla. Bisogna agire con i fatti, concretamente, e trasformare in un “virus virale” l’unica “epidemia” in grado di salvare il nostro mondo…

CLASSIFICA FINALE ECOSISTEMA URBANO – XXI edizione
 
 

Pos. Città Pos. Città Pos. Città
1 Verbania

85,61%

36 Aosta

54,42%

70 Arezzo

46,64%

2 Belluno

74,49%

37 Bergamo

54,07%

71 Grosseto

45,88%

3 Bolzano

70,65%

38 Modena

54,00%

72 Prato

45,51%

4 Trento

69,44%

39 Avellino

53,96%

73 Trapani

45,10%

5 Pordenone

68,04%

40 Bologna

53,92%

74 Bari

45,04%

6 L’Aquila

66,19%

41 Terni

53,90%

75 Lecce

44,82%

7 Perugia

65,21%

42 Piacenza

53,73%

76 Imperia

44,21%

8 Oristano

65,10%

43 Pisa

53,34%

77 Taranto

43,64%

9 La Spezia

63,68%

44 Reggio Emilia

53,02%

78 Como

43,55%

10 Venezia

63,54%

45 Treviso

53,01%

79 Potenza

42,31%

11 Pesaro

62,72%

46 Brindisi

52,92%

80 Brescia

41,97%

12 Ancona

62,43%

47 Lodi

52,58%

81 Foggia

41,60%

13 Macerata

62,30%

48 Ravenna

52,44%

82 Roma

40,76%

14 Parma

61,30%

49 Genova

52,05%

83 Massa

40,04%

15 Gorizia

59,84%

50 Salerno

51,98%

84 Viterbo

39,47%

16 Forlì

59,58%

51 Matera

51,84%

85 Monza

39,16%

17 Mantova

58,94%

52 Vercelli

51,77%

86 Torino

38,83%

18 Udine

58,86%

53 Vicenza

51,74%

87 Napoli

38,07%

19 Novara

58,79%

54 Padova

51,49%

88 Caltanissetta

37,58%

20 Savona

58,27%

55 Verona

51,27%

89 Latina

37,32%

21 Chieti

58,18%

56 Ascoli Piceno

51,25%

90 Cosenza*

35,67%*

22 Cuneo

58,08%

57 Siena

50,67%

91 Enna

35,66%

23 Asti

57,61%

58 Pavia

50,65%

92 Frosinone

33,83%

24 Nuoro

56,99%

59 Benevento

50,63%

93 Caserta*

33,69%*

25 Sassari

56,97%

60 Firenze

50,33%

94 Siracusa

30,66%

26 Biella

56,19%

61 Cagliari

50,13%

95 Catania

30,62%

27 Sondrio

56,16%

62 Milano

50,05%

96 Palermo

27,11%

28 Rieti

55,94%

63 Ferrara

49,90%

97 Vibo Valentia

26,05%

29 Lecco

55,87%

64 Trieste

49,65%

98 Pescara

25,85%

30 Cremona

55,51%

MEDIA ITALIANA

49,31%

99 Reggio Calabria

24,66%

31 Rimini

55,47%

65 Lucca

49,09%

100 Catanzaro

24,19%

32 Livorno

55,43%

66 Varese

48,12%

101 Messina

22,21%

33 Rovigo

55,33%

67 Alessandria

47,96%

102 Crotone

21,35%

34 Teramo

55,20%

68 Pistoia

47,07%

103 Isernia

14,19%

35 Campobasso

54,47%

69 Ragusa

46,98%

104 Agrigento*

12,76%*

 
Fonte: Legambiente, Ecosistema Urbano (Comuni, dati 2013)
Elaborazione: Ambiente Italia
N.B.: * Le città di Cosenza, Caserta, Agrigento hanno inviato informazioni inferiori al 50% del totale dei punti assegnabili.

Fonte: www.legambiente.it

Daniela Bella





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