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Dormire abbracciati migliora la Coppia

Di Valeria Bonora - 15 Maggio 2014

Basta poco, il solo contatto fisico, una mano nella mano, le gambe intrecciate o avvolti da un caldo abbraccio durante il riposo notturno e la coppia ne trae giovamento. Ad affermarlo è uno studio presentato all’International Science Festival di Edimburgo, nel quale sono state esaminate oltre mille persone e il loro comportamento a letto con il partner.

A dirigere lo studio dell’università inglese di Hertfordshire, il docente e ricercatore Richard Wiseman.

I risultati sono chiari, il 94% delle coppie che durante la notte mantengono un qualsiasi contatto fisico, vive meglio la relazione, in maniera più soddisfacente. Mentre chi dorme senza un contatto fisico col partner raggiunge un livello di soddisfazione di coppia che non va oltre il 68%.

Nello studio si evincono anche i vari comportamenti notturni delle coppie:
42% schiena contro schiena
31% tenendosi per mano o spalla contro spalla
4% abbracciati.
Ma non solo, anche le distanze influiscono sulle relazioni, le coppie che dormono insieme senza toccarsi infatti reagiscono diversamente anche in base a quant’è la distanza assunta dal compagno durante la notte:

il 20% resta al di sotto di 2 cm e mezzo di distanza e ha un rapporto felice nell’86% dei casi, mentre coloro che dormono oltre i 75 cm di distanza (che letti enormi hanno) sono il 2% delle coppie e non raggiungono il 66% di felicità.

Quindi quando si analizzano i rapporti di coppia si può introdurre la domanda di rito: “come dormite?” per stabilire se alcuni dei problemi possano appunto derivare dal modo di dormire.

Inoltre i consulenti matrimoniali potranno trarre informazioni importanti sulla personalità dei coniugi, chi si abbandona fra le braccia del partner è estroverso, mentre chi tende a “staccarsi” sarà più riservato.

Wiseman spiega che:

«Le informazioni raccolte dal medico di coppia sul rapporto fra le posizioni assunte dai due compagni nel sonno e la qualità della loro relazione possono gettare nuova luce su ciò che realmente avviene nella loro psiche. È una grande novità considerare il sonno come una diversa forma di relazione e non più semplicemente come un intervallo di coscienza in cui non succede nulla».





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