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Un caffè Sospeso: Una Tradizione che parte da Napoli

Di Valeria Bonora - 7 Marzo 2014

E’ una vecchia tradizione napoletana che si sta espandendo a macchia d’olio in tutto il mondo. E’ partita dal Vesuvio, è arrivata in Belgio e poi via fino a Buenos aires.

Ma cos’è un caffè sospeso, o Cafè pendiente?

E’ un gesto di solidarietà, un piccolo gesto di comunione. Praticamente quando viene ordinato un caffè sospeso il barista porterà un caffè a chi l’ha ordinato e uno lo segnerà a parte per chi ne ha più bisogno. Il cliente paga due caffè e ne riceve uno, e quando un senza tetto, o chiunque non può permetterselo, entra al bar può chiedere se c’è qualche caffè sospeso e può usufruirne. Si stava perdendo questa usanza ma a quanto pare sta tornando alla ribalta, e non solo a Napoli, ma in tutta Italia. (qui per vedere i locali che aderiscono)

Il caffè sospeso è tanto famoso che Luciano de Crescenzo raccolse parecchi aneddoti a riguardo, abbastanza da farne un libro dal titolo omonimo.

Chi beve un caffè sospeso riceve anche un sorriso, un gesto di umanità. Ormai in tutta Italia ci sono bar che accettano i caffè sospesi, tanto che nel 2011 la “Rete del Caffè Sospeso” ha deciso di dedicargli una giornata, il 10 Dicembre.

E così questa data è divenuta la “Giornata del Caffè Sospeso” e grazie anche all’appoggio di diverse associazioni culturali.

Il Cafè Pendiente è una cosa romantica, un piccolo gesto di umanità, quell’umanità che sta andando perduta. Inoltre è una gesto che spesso può regalare un minuto di calore nelle fredde giornate invernali, quando chi è abituato a vivere per strada, trova un piccolo regalo che non solo scalda il corpo ma anche l’anima.

Di questo gesto ne hanno parlato e scritto in tanti:

Erri De Luca ci ha scritto:

“Mi associo all’offerta di un caffè sospeso, per il passante che si affaccia e chiede un benvenuto. Glielo lascio in caldo a ritirarlo quando vuole”

Franca Rame ci ha scritto:

“Lascia un caffè pagato, fallo come se fossi tu stesso la persona che lo berrà. Un grazie da Franca Rame.”

Alex Zanotelli ci ha scritto:

“Na ‘ tazzulella e’ cafè per chi viene dopo di me”

Luca Mercalli ci ha scritto:

“Ci sono troppe cose che lasciamo in sospeso. Con noi stessi, con gli altri, con il mondo. Cominciamo ad affrontarle con un caffè”

Massimo Carlotto ci ha scritto:

“Che idea semplice e straordinaria lasciare un caffé pagato a uno sconosciuto che non se lo può permettere. Un piccolo gesto concreto, tra i tanti che danno senso alla nostra irriducibile volontà di una vita degna per tutti”

Gianmaria Testa ci ha scritto:

“E’ soltanto un caffè, ma lascia una traccia, un profumo che si aggiunge e resiste a consumi frettolosi. Buono come il gratis delle cose condivise senza tornaconto di ringraziamenti”

Quindi se vi capita lasciate un caffè sospeso per chi verrà dopo di voi, ma fatelo come se foste voi a doverlo bere… col cuore!

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