Questa è la storia di Jenny e Shirley, due elefantesse che “lavoravano” in un circo.
Dopo aver viaggiato per tutta la notte, 14 ore e 2 Stati dopo, Shirley arriva al rifugio degli elefanti e per testimoniare questo evento speciale c’è anche la stampa. Tara è la prima elefantessa ad entrare nel “barn” ed è il primo elefante che Shirley vede dopo più di vent’anni. Nessuno sa come reagirà Shirley ed è per questo che per il momento i due pachidermi restano separati dai cancelli, ma la commozione tra i presenti è grande quando le due iniziano ad annusarsi e cercarsi. I loro occhi sono quasi umani, sembrano pieni di lacrime per la felicità di essersi ritrovate.
Solomon, l’uomo che si è preso cura di Shirley, sa che è arrivato il momento che tanto temeva: lasciare libera la sua amica e dirle addio: le fa il bagno per l’ultima volta, la accarezza, le dice addio nel modo migliore che può: le leva le catene che aveva alle zampe: “Non so chi sia stato il primo a mettergliele” dice commosso “ma sono contento di essere io l’ultimo a levargliele. Qui vivrà libera fino alla fine dei suoi giorni. Amerà questo posto, ma a me mancherà tantissimo. La mia “big girl…” .Lo sguardo di Shirley è davvero triste.
Dopo il tramonto, Jenny arriva nel rifugio e la grande agitazione di Sherley dura tutta la notte: “trombe” e brontolii risuonano fino all’alba. Carol e Scott, non hanno mai visto nulla del genere: nel grande desiderio di stare insieme e toccarsi e annusarsi a vicenda, Jenny e Shirley hanno piegato le sbarre dei cancelli che le dividevano, ma alla fine Scott riesce ad aprire i cancelli e la riunione delle due è completa. Dicono che un elefante non dimentica mai: loro due 25 anni fa erano insieme in un circo, Jenny era stata appena portata dall’Asia, poco più di un cucciolo. Shirley era diventata la sua mamma, il suo conforto in una terra che lei non conosceva, dove era sola. Jenny e Sherley sono stare insieme per 6 anni, fino alla morte di Jenny. Dopo la morte della sua amica, Sherley è rimasta nascosta nel bosco per 2 giorni, rifiutando il cibo e ogni contatto con gli altri.
Sono state compagne sopravvissute ad un mondo di prigionia, fatto soprattutto di dolore.
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