Benessere

L'osteopatia: l'arte della mano che stimola l'autoguarigione

Di Redazione - 7 Febbraio 2022

Il termine osteopatia (dal greco osteon = osso e patos = sofferenza) indica una disciplina di medicina manuale che ha avuto origine nella seconda metà dell’Ottocento. Il suo ideatore fu il medico della Virginia Andrew Taylor Still, il cui obiettivo era quello di migliorare i tradizionali sistemi di cura del periodo.

Il primo Collegio di medicina osteopatica (American School of Osteopathy) fu fondato a Kirksville (Missouri) nel 1892 e rappresenta ancora oggi il punto di riferimento fondamentale della disciplina. Attualmente l’osteopatia è diffusa in tutto il mondo ed è riconosciuta dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).

La filosofia di questa tecnica terapeutica si basa sul riconoscimento dell’essere umano come unità di corpo, spirito e movimento, con struttura e funzione che sono reciprocamente intercorrelate.

Compito dell’osteopata è ricercare la salute, tutti sono capaci di trovare la malattia.

Andrew Taylor Still

La salute è considerata come lo stato naturale della persona, poiché il corpo umano possiede dei meccanismi di autoregolazione, autoguarigione e conservazione dello stato di benessere.

Secondo le stesse parole di Still «il corpo è la nostra farmacia: lì si trovano tutte le sostanze che ci servono per guarire e stare bene». Lo stesso fondatore dell’osteopatia aveva scoperto che un’arteria ostruita o un’articolazione bloccata potevano ostacolare il processo naturale di guarigione, originando così la malattia, intesa come fenomeno di adattamento del corpo a una situazione critica. Con le manipolazioni i tessuti riacquistano però la loro mobilità e riprendono ossigeno, permettendo alle energie della salute di riparare i danni.

Che cosa s’intende con Osteopatia?

osteopata al lavoro

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Medicina preventiva e olistica, focalizzata più sulla persona che sul sintomo, l’osteopatia nel corso degli anni si è arricchita di tecniche e concetti, con importanti figure quali John Martin Littlejohn e William Garner Sutherland, che, rispettivamente, hanno messo in relazione le lesioni vertebrali con gli organi interni e formulato il concetto dell’osteopatia cranio-sacrale.

Il principio fondamentale del pensiero e della pratica osteopatica è che il movimento è vita. Il corpo deve essere libero di muoversi e camminare, e un perfetto stato di salute richiede la libera circolazione di sangue, linfa e ossigeno. Perdita di elasticità, blocchi e impedimenti pregiudicano infatti l’armonia delle funzioni del nostro corpo.

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La mancanza di movimento si riflette su postura, coordinazione, metabolismo e spirito, basti pensare come il semplice blocco di un’articolazione possa provocare dolore, mancanza di autonomia, difficoltà a camminare e aumento di peso dovuto alla sedentarietà. Con le sue numerose tecniche a disposizione, l’osteopata mira dunque a restituire la normale mobilità al corpo, riattivando lo scambio di fluidi (qui gioca un ruolo centrale il sistema nervoso) e stimolando l’autoguarigione.

Lo stress prolungato, un’alimentazione non equilibrata e una postura scorretta sono alla base di una disfunzione osteopatica, definita come ipomobilità delle strutture corporee e conseguente perturbazione della circolazione arteriosa e venosa. Le cause più gravi di questa anomalia sono i traumi (sia fisici che emotivi), ossia gli elementi involontari alla base di uno squilibrio del sistema neuro-vegetativo.

L’intervento precoce dell’osteopata riduce e in alcuni casi annulla quasi completamente i danni provocati da un trauma (colpo di frusta, caduta, shock emotivo).

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Come lavora l’osteopata?

osteopata e paziente

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Durante una visita l’osteopata valuta l’anamnesi del paziente e gli pone domande riguardanti sintomi, malattie, stile di vita ecc. Si tratta di un momento molto importante, perché la diagnosi deve essere accurata e portare a capire se vi siano fratture, tumori ossei, patologie reumatiche infiammatorie, infezioni disco-vertebrali, osteoporosi severa, malattie demielinizzanti, dolore vascolare o neuropatico, malformazioni congenite e altre cause “non funzionali” di dolore, che se non riconosciute costituiscono controindicazioni.

Passo successivo: l’osteopata esamina e mobilizza il suo paziente. Viene valutato minuziosamente il funzionamento della mobilità globale, la sua ampiezza o limitazione, la direzione o direzioni in cui si verifica, l’elasticità o meno del gioco articolare ecc.

Al di là dei rimedi farmacologici della medicina tradizionale, la terapia osteopatica tende a restaurare la funzione vitale armonica del corpo mediante i tre elementi o per meglio dire legami (neurologico, fluido e meccanico) che ne contraddistinguono l’unità. L’intervento osteopatico riabilita le attività motorie e anche quelle vitali (neuro-endocrine, circolatorie ecc.), non limitandosi solo alla regolarizzazione della disfunzione primaria mediante una tecnica diretta, ma occupandosi anche di tutti quei fenomeni di adattamento a livello di muscoli, fasce, circolazione e sistema nervoso.

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Le tecniche dell’osteopatia

Le tecniche (dirette o indirette) vengono applicate in base alla valutazione di alcuni parametri, quali l’età del paziente, il quadro clinico, il carattere acuto o cronico della patologia, l’eziologia e il tipo di lesione. L’intervento manuale è molto selettivo, mira ad attivare i meccanismi di autoguarigione dell’organismo, rende il trattamento piacevole e limita per quanto possibile l’assunzione di antinfiammatori. Questo trattamento non è però obbligatorio e l’osteopata può chiedere esami complementari.

Le tecniche osteopatiche sono numerose e comprendono: quelle muscolari di inibizione, di distensione passiva, di allungamento per contrazione isometrica contraria (o miotensive), di pressione longitudinale, di trattamento delle fasce, dei legamenti o viscerali, le manovre di scollamento dei tessuti connettivi, le manipolazioni con impulso e quelle fisiologiche, le tecniche cranio-sacrali, di pompaggio linfatico, di oscillazione armonica ecc. Oltre al ricorso a queste tecniche, l’osteopata può inoltre integrare il suo intervento con l’uso terapeutico dei trigger points, dei riflessi di Chapman e dei consigli nutrizionali ed ergonomici.

Se a questo punto vi state chiedendo per quali problemi potete rivolgervi all’osteopata, ecco quali sono le patologie trattate più frequentemente:

· disfunzioni meccaniche dell’articolazione temporo-mandibolare
· sinusiti
· otiti
· cefalea ed emicrania
· dolori viscerali legati allo stress
· ernia iatale da scivolamento
· dolori vertebrali e muscolari
· nevralgie

In generale, dunque, la terapia osteopatica tiene come punto fermo il triangolo della salute (strutturale, chimico, emozionale), prefiggendosi gli obiettivi di normalizzare i fattori di tensione meccanici, fluidi o neurologici, la funzione dei nervi e la fluttuazione del liquido cefalo-rachidiano, nonché di rilasciare la tensione membranosa, eliminare la stasi circolatoria e correggere le lesioni articolari, modificando quando possibile i modelli strutturali.

L’osteopatia non s’improvvisa perché per esercitarla in modo corretto e completo occorrono competenza, un serio apprendimento tecnico e una lunga pratica. L’intervento manuale può esser considerato come una vera e propria arte. L’osteopata e medico chirurgo Samuele Lanzarotti, che esercita la professione a Parigi, ci ricorda un noto detto transalpino:

«La mano dell’osteopata è come il palato del sommelier».

Chi è interessato a provare l’osteopatia lo tenga bene a mente e si rivolga solo a professionisti formati in Osteopatia.

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