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Motta Visconti: violenze incomprese o malattie sociali?

Di Redazione - 18 Giugno 2014

violenze

In questi giorni siamo bersagliati da notizie di cronaca davvero terribili. Violenze su violenze, morti su morti, ingiustizie su ingiustizie.

Siamo scioccati, increduli, incapaci di trovare una ragione a forme di violenza così estreme che portano all’uccisione di bambini, di giovani donne, di persone indifese. Non trovando una spiegazione accusiamo di pazzia, di bestialità, di disumanità chi ha praticato tale oscenità.

Dobbiamo però ricordarci un fatto importantissimo: ogni delitto commesso, soprattutto il più incomprensibile, non può rimanere inascoltato e arginato nella sfera di responsabilità dell’individuo che l’ha commesso ma deve diventare una spia d’allarme per l’intera società. Deve essere letto e interpretato in modo più globale.

Una persona che compie un crimine, qualunque esso sia, avrà sì la responsabilità individuale di quel crimine ma anche la società in cui vive deve fermarsi e capire cosa è successo, come mai è potuto accadere, cosa fare per prevenire crimini di quel genere. Contrariamente, se non sussiste una responsabilità diffusa, non sussisterà mai nessuna comprensione e di conseguenza mai nessun miglioramento.

Se un marito premedita di uccidere moglie e figli ed effettua questo suo piano diabolico in modo lucido e cosciente la società non deve rimanere in disparte accusandolo e basta, deve porsi al centro di una riflessione importante e deve farlo al più presto.

Non parliamo di persone con qualche difficoltà cognitiva o con fatiche psicosociali che per un motivo o per un altro compiono atti di violenza ma persone lucide, reputate dalla società normali fino al momento del tragico fatto.

Ciò vale per tutti i delitti.

Violenze

Nello specifico la drammatica vicenda di Motta Visconti avvenuta in questi giorni ha scosso tutti noi. Come può un padre compiere tale violenza nei confronti di sua moglie e dei suoi bambini? Perchè è un bastardo? Perchè è un farabutto? Potete dare tutti gli appellativi più mostruosi a quest’uomo ma non toglieranno il fatto che la società deve porsi delle domande, non può ancora una volta rimanere immobile ad assistere a queste vicende, accusare semplicemente chi le ha commesse ed attenderne altre.

A darne una lettura più profonda è Il Melograno, un’associazione no profit diffusa in tutta Italia che sostiene la maternità.

E’ un’analisi che si può condividere o meno, da completare forse ma che almeno non si ferma all’avvenimento stesso: cerca di andare oltre e di analizzarne le cause. Perchè tutto ha una causa e niente viene compiuto a caso.

La sede di Milano Sud dell’associazione sulla sua pagina Facebook ha voluto pubblicare questa riflessione:

COMUNICATO DE IL MELOGRANO NAZIONALE:

Le morti violente provocate da mariti e compagni che, oramai con frequenza giornaliera, riempiono le cronache del nostro Paese ci creano sempre sentimenti di sconforto, rabbia, disorientamento, malinconia e frustrazione. Ma l’uccisione di Maria Cristina e dei suoi bambini di 5 anni e 20 mesi ci colpiscono ancor di più, perché Maria Cristina era una mamma della piccola sede della nostra associazione di Milano Sud. Una donna che ha motivato le operatrici del Melograno a continuare nel loro lavoro quotidiano a sostegno delle neo madri e dei loro figli.

Maria Cristina era un’amica. Quelle amiche con le quali condividi la quotidianità, la festa di compleanno, il portare i bambini alla scuola materna, il Capodanno, la vacanza. Una quotidianità condivisa non solo con Maria Cristina e con i figli ma anche con suo marito.

In questi giorni di profondo dolore ci domandiamo che cosa Maria Cristina non ha avuto la forza di dire e, anche se aveva aperto la porta della capacità delle donne di stare insieme, di confrontarsi, di sostenersi, non ha condiviso.

Riflettiamo invece sul VUOTO che circonda gli uomini. Uomini che continuano a sentirsi per sempre socialmente figli, viziati e coccolati, e che non riescono a diventare padri, ad assumersi la responsabilità delle scelte fatte e di quelle che potrebbero fare. Che non diventano mai adulti, incapaci di riconoscere e gestire i sentimenti, di confrontare desideri e realtà. Che pensano che per sentirsi liberi, basti cancellare la realtà che ‘ingabbia’, non importa se questo comporta anche cancellare vite. Che pensano che mogli e figli siano proprietà, delle quali ci si può disfare se diventano troppo ingombranti.

Ci fanno pensare le motivazioni addotte dal marito/assassino: “Non volevo sentirmi in gabbia! E nemmeno un divorzio mi avrebbe potuto liberare da questo sentire, perché i figli sarebbero rimasti per sempre!” Non è più possibile rinviare la presa in carico collettiva di un devastante problema italiano. Non siamo difronte a un delitto individuale ma a una malattia sociale.

E’ arrivato il momento per le istituzioni, per i professionisti, per gli uomini di trovare la giusta strada per affrontare quello che ci sentiamo di definire come il più grave errore perpetuato per generazioni nel nostro Paese rispetto all’educazione dei maschi. E’ arrivato il momento per gli uomini di sedersi a ragionare sul loro essere figli, uomini, padri.La violenza devastante dei gesti efferati di alcuni uomini, offre all’universo maschile una grande opportunità: capire che per essere uomini è necessario divenire persone in grado di esprimere i propri sentimenti, le proprie fragilità, i propri dubbi e le proprie certezze, di essere padri o di decidere di non divenirlo (perché, è vero, una volta fatti i figli restano per sempre, ma non sono appendici dei genitori, ma persone), di sentirsi liberi di vivere e di fermarsi prima di sentirsi in GABBIA.

Le donne parlano e riflettono tra loro sulle relazioni e i sentimenti, l’Associazione ‘Il Melograno’ come molte altre, come i Consultori familiari che il movimento delle donne ha ideato e fortemente voluto e che piano piano sono smantellati e depotenziati, sono spazi di confronto e sostegno costruiti negli anni con cura, fatica e passione dalle donne. Spetta ora agli uomini prendersi cura di se stessi, creare i loro spazi di riflessione, sostegno e relazioni. Dove riflettere sulla propria sessualità irrisolta, sugli oscuri impulsi alla violenza, sull’enigma della possessività, sulla paternità incompresa. Senza chiedere ancora una volta alle donne di spiegare e farsi carico dei loro problemi.‘Il Melograno – Centri Informazione Maternità e Nascita”

Esistono mariti eccezionali, papà meravigliosi, uomini in grado di essere tali. E’ però anche vero che la violenza ed i comportamenti ad essa collegata sono sempre più diffusi e a compierli sono quasi sempre gli uomini.

La società deve interrogarsi sul perchè vengono compiuti certi crimini, analizzarne le cause ed agire socialmente per porvi rimedio tramite la sensibilizzazione, l’educazione e tutte le vie percorribili destinate a tutti, uomini e donne.

I segnali d’allarme di una società arrivano proprio dai comportamenti di chi la abita: cogliamoli e non facciamoli perdere nel nulla…





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