Curiosità

La magia dell’haiku: l’affascinante poesia giapponese

Di Sandra Saporito - 8 Ottobre 2024

L’haiku è una poesia breve di origine giapponese che tenta di afferrare la natura evanescente del presente. È una sorta di dipinto impressionista letterario del “qui e ora” catturato con semplicità ma che svela i suoi segreti nello spazio tra le righe. La lettura di un haiku permette infatti di aprire la porta al silenzio contemplativo e alle riflessioni profonde mentre la sua scrittura può essere considerato come una vera e propria meditazione.

Com’è nato il primo haiku

La nascita dell’haiku così come lo conosciamo oggi è ancora incerta anche se recente: questa breve poesia giapponese venne codificata e definita dal poeta Masaoka Shiki verso la fine del XIX secolo, tuttavia gli studiosi ne fanno risalire le origini ad un genere letterario più antico, praticato in Giappone già nel XVI secolo: il renga, un poema scritto a più mani con una struttura a catena, iniziato da una prima strofa chiamata hokku (lett. “strofa d’esordio”) scritta secondo una sequenza di 5-7-5 more (unità sonora simile alla sillaba) seguita da una seconda strofa di chiusura di 7-7 more. Queste sequenze venivano ripetuto senza limiti, secondo la fantasia, l’estro dei poeti.

Questa prima strofa (hokku) conteneva sempre un riferimento alla stagione (detto kigo) e aveva la funzione di contestualizzare il componimento.

Nel XVII secolo, l’hokku, incontrò il favore del monaco e poeta Matsuo Basho che lo predilesse per descrivere i suoi viaggi secondo i principi dello zen. Tuttavia, fu soltanto nel XIX secolo che L’hokku divenne haiku, grazie al poeta Masaoka Shiki.

→ Leggi anche: Lo Zen, poche righe per assaporarne l’essenza

Il codice del tempo nella poesia giapponese

La composizione dell’haiku è codificata in maniera assai rigida. Generalmente è composto da tre versi di diciassette more (e non sillabe, in quanto una sillaba lunga costituisce due more), secondo lo schema 5-7-5. Il ritmo è dato dal tempo e non dalla musicalità delle rime, spesso assenti.

La semplicità è solo apparente e rispecchia l’estetica giapponese caratterizzata dalla ricercata essenzialità ed eleganza che trova nello shibui, il concetto giapponese di bellezza autentica, naturale e diretta, la sua massima espressione.

La poesia haiku offre spazio alla suggestione, funge da apertura verso una profondità intima e individuale. Come scrisse il critico letterario francese Roland Barthes, “l’haiku racchiude ciò che vedete, ciò che sentite, in un minimo orizzonte di parole”.

Fonte: Unsplash.com

La natura rappresenta spesso il tema centrale, diretto o mediato, del componimento poetico. Le stagioni o i riferimenti ad un periodo specifico dell’anno possono tradursi in modi diversi:

il kidai rappresenta il tema stagionale e si riferisce ad un tempo più ampio. Per esempio: “campo di grano” può riferirsi al campo seminato (circa agli inizi di marzo) o al momento del raccolto (intorno alla fine di giugno).
la kigo indica il termine stagionale (lett.“parola della stagione”) contestualizza il componimento e può essere descritta sia attraverso il richiamo diretto alla stagione oppure un richiamo mediato con un riferimento ad un animale, un fiore, una festività tradizionale, un evento atmosferico che caratterizza un periodo specifico. Per esempio: la neve rappresenta l’inverno, i germogli, la primavera.
il kikan costituisce lo spirito stagionale ( lett.“sentimento della stagione”)

Mentre i primi due trovano un corrispettivo nelle parole, il terzo (kikan) è l’impressione, il sentimento, che aleggia tra di esse. “Il richiamo alla stagione rappresenta quel sentimento che emerge dalla semplice osservazione e contemplazione della dignità naturalistica, e proprio qui risiede l’interesse nei confronti della poesia haiku, laddove ogni cosa è armonizzata e ricondotta ad unità attraverso questo stesso sentimento.” insegna il Maestro giapponese Seki Ōsuga.

Le sensazioni che derivano dall’osservazione degli animali, degli alberi, degli astri disegnano immagini simboliche, metafore, dall’interpretazione personale. Scrivere un haiku non è semplice in quanto non basta descrivere la natura: un vero haiku è pervaso da impressioni intime, da sensazioni catturate che si riferiscono al momento in cui viene redatto.

L’haiku dura quanto un respiro, il pensiero prende forma sulla carta mentre la mano è connessa al respiro e al battito del cuore. La scrittura diventa pura espressione della forza vitale che crea, si manifesta nel mondo e, in questo tempo sospeso, l’umano prende coscienza della sua essenza indissolubile dalla natura.

Leggi anche —> Calligrafia e lettering, rinascere grazie alla scrittura

La magia dell’haiku si nasconde nel silenzio

L’haiku ha una funzione primaria evocativa. Cattura per la coda la scia dell’ispirazione e ne distilla la pura essenza per poi presentarla al lettore in una piccola tazza con diciassette more da sorseggiare lentamente. Le parole descrivono la danza maestosa di una foglia d’autunno che cade e ispirano riflessioni sul ciclo della vita, il tempo che scorre, la caducità dell’esistenza.

La bellezza della natura è al centro dell'haiku
Fonte: Pexels.com

Le lettere disegnano un quadro intimista catturato dal poeta che parlano più all’anima che all’intelletto. La brevità delle parole lascia spazio al lettore, libero di popolare lo spazio vuoto tra le righe con alcuni frammenti di vita e seguire sulla punta dei pensieri l’ispirazione che corre veloce e lo porta lontano a visitare riflessioni inaspettate.

L’abile arte dell’haiku nell’uso del non-detto è quella di creare, grazie all’uso sapiente di poche parole scelte, la cornice perfetta per l’introspezione attraverso la quale ognuno di noi può scorgere un paesaggio, un tempo che riflette parte del suo essere, di ciò che affolla il suo complesso mondo interiore e che risponde alla musica dei versi come ad un richiamo.

Leggi anche —> L’importanza del silenzio interiore: perché il vuoto può salvarci

Alcuni tra gli haiku più belli per ispirarti

La poesia è una meditazione
Fonte: Unsplash.com

Se scrivere un haiku può risultare complesso, addentrarsi nella lettura di questi versi non lo è di meno. Occorre superare l’illogicità, la rottura coltivata sapientemente nel componimento, per coglierne la bellezza e permettere che le dolci suggestioni bussano alla nostra porta.

Come detto in precedenza, l’interpretazione è personale ma per cogliere la profondità dei significati dell’haiku può essere utile considerare il periodo storico, il luogo e la storia di vita del poeta. Spesso, le sfide che esso può aver affrontato, come l’incendio che nel 1688 devastò la casa di Mizuta Masahide, trovano in questa arte il segno di una trasformazione interiore profonda che evoca la rimarginazione delle ferite interiori, un senso di bellezza oltre ogni avversità.

→ Leggi anche: Il potere terapeutico della poesia

Ecco alcuni degli haiku giapponesi più belli per lasciarti trasportare dall’ispirazione:

“Prendiamo
il sentiero paludoso
per arrivare alle nuvole.”

Matsuo Basho (1644 – 1694)

“Il tetto si è bruciato:
ora
posso vedere la luna.”
Mizuta Masahide (1657 -1723)

“Accatastata per il fuoco,
la fascina
comincia a germogliare.”

Nozawa Bonchō (1640 – 1714)

“La campana del tempio tace,
ma il suono continua
ad uscire dai fiori.”

Matsuo Basho (1644 – 1694)

Possiamo lasciarci ispirare da queste poesie e permetterci di afferrare anche noi la piuma che solletica la mente del poeta per allenare il nostro sentire a cogliere la magia che pervade la natura intorno a noi, e catturare tra le righe i preziosi insegnamenti della natura.

→ Potrebbe interessarti anche: Wabi Sabi, lo splendore della vita imperfetta

Fonti e approfondimenti:

Lo haiku in lingua italiana
• University: The History and Artistry of Haiku  

Sandra Saporito





Newsletter
Iscriviti alla nostra newsletter e ricevi subito una speciale meditazione in omaggio!




© 2022 Copyright Media Data Factory S.R.L. - I contenuti sono di proprietà di Media Data Factory S.R.L, è vietata la riproduzione.
Media Data Factory S.R.L. sede legale in via Guercino 9 20154 Milano - PI/CF 09595010969