Educazione

Stiamo rubando l’infanzia ai bambini

Di Elena Bernabè - 6 Maggio 2022

Sta avvenendo un furto grave. Silenzioso, non denunciato, anche se è sotto gli occhi di tutti. E’ il furto dell’infanzia ai bambini di oggi. Ed il fatto ancor più grave è che i ladri che lo compiono sono gli adulti stessi, le persone incaricate a proteggere il mondo infantile.

Osservando attentamente i bambini di oggi emerge lo specchio della nostra società e questa immagine che ci torna indietro deve portarci a riflessioni importanti, poiché riguarda ognuno di noi.

Se c’è qualcosa che desideriamo cambiare nel bambino, dovremmo prima esaminarlo bene e vedere se non è qualcosa che faremmo meglio a cambiare in noi stessi.
(Carl Gustav Jung)

Come vivono i bambini di oggi?

Basta parlare con qualsiasi maestra, in grado di osservare con il cuore e con l’esperienza i bambini di questa generazione, per giungere ad un quadro infantile piuttosto allarmante.

I bambini, già alla scuola dell’infanzia, fanno esperienza di strumenti tecnologici adulti (televisione e telefoni cellulari) che interferiscono pesantemente con il loro sano sviluppo psicomotorio. Il bambino dai 3 ai 6 anni dovrebbe svolgere la maggior parte del tempo all’aria aperta ad arrampicarsi sugli alberi, a giocare con gli elementi della natura, a sperimentare la noia (necessaria affinché si attivino le sue forze creative interiori), ad ascoltare fiabe che parlano all’anima, ad avere ritmi lenti, a percepire nettamente i confini dei no del mondo adulto per poter sentire i propri, così fondamentali per la crescita infantile.

Queste non sono solo le attività promosse da un pensiero che mira a crescere i bambini nel modo più naturale possibile, sono i principi cardine di una sana educazione e dietro ad ognuna di esse vi sono insegnamenti importantissimi che non possono essere sostituiti da null’altro: per esempio, un bambino che si arrampica abitualmente sugli alberi sperimenta l’equilibrio, fortifica il corpo, testa le proprie capacità fisiche, affronta la paura, accresce l’autostima quando riesce per la prima volta a raggiungere quel ramo, sviluppa il senso del tatto, instaura con quell’albero un vero e proprio rapporto amicale, lo vede mutare nelle diverse stagioni sviluppando così il senso ciclico del tempo, si abitua naturalmente al cambiamento, impara ad interagire con il silenzio di una pianta, a curarla, ad ammirarla mentre ospita i vari animali.

La natura si è a poco a poco ristretta, nella nostra concezione, ai fiorellini che vegetano, e agli animali domestici utili per la nostra nutrizione, pei nostri lavori, o per la nostra difesa. Con ciò anche l’anima nostra si è rattrappita.

Maria Montessori

Il bambino di oggi trascorre la maggior parte del tempo in spazi chiusi, giocando con strumenti tecnologici e non naturali, avendo a disposizione un numero eccessivo di oggetti che di educativo hanno ben poco. Pochissimi bambini a quest’età sanno arrampicarsi sugli alberi, sanno compiere articolati percorsi di equilibrio, sono in grado di trasformare una semplice corda in un’altalena, conoscono il piacere di giocare nelle pozzanghere, di sporcarsi nel fango, di percepire la pioggia come un’ulteriore compagna di gioco e non come un fastidio da cui fuggire. Sono rari i bambini che ascoltano il racconto di una lunga fiaba ancora a bocca aperta, senza intervenire, senza lamentarsi, senza muoversi.

Il mondo dei bambini sta assomigliando sempre di più al mondo degli adulti.

bambini sul divano con telefono e computer
Credit foto © Pexels

Abbiamo dimenticato cos’è l’infanzia, quali sono le tappe evolutive di un bambino, come essere adulti consapevoli in grado di proteggere questo sacro periodo della vita.

Spesso, tra bambini e genitori, si invertono le parti. I bambini, che sono degli osservatori finissimi, hanno pietà dei loro genitori e li assecondano per procurare loro una gioia.

Maria Montessori

Questa crisi dell’infanzia è un invito per ogni adulto

Quando giunge una crisi, in qualsiasi ambito, è utile approcciarci ad essa con spirito di curiosità e non con senso di vittimismo e senso di colpa. Chiediamoci allora: cosa vuole dire il bambino all’adulto? Cosa possiamo fare per cambiare questa rotta? Quali attenzioni mettere in atto? Il bambino è un meraviglioso e affidabile specchio per ognuno di noi: ha ancora un mondo interiore che attinge quasi completamente dall’ambiente in cui vive e può inviare all’adulto messaggi di risveglio importanti. E’ un vero e proprio “destatore di vita“, come amava chiamarlo Maria Montessori.

Se il bambino non riesce più a vivere l’infanzia nel modo più sano e genuino possibile è perché l’adulto è in uno stato di profonda crisi interiore e non riesce più a prendersi cura di se stesso e, di conseguenza, non può prendersi cura degli altri, tantomeno del mondo infantile che richiede principalmente autoeducazione, consapevolezza, fermezza.

“Quello che voi dite o insegnate al bambino non lascia alcuna impressione. Ma come voi siete, se siete buoni e anche questa bontà traspare dai vostri gesti, in breve tutto quello che fate davanti al bambino continua ad agire in lui. Questo è l’essenziale. Il bambino è in tutto un organo di senso e reagisce a tutto quello che le persone che lo circondano suscitano in lui e che lascia in lui un’impressione. La cosa fondamentale è di non credere che il bambino possa imparare (mediante l’intelletto) che cosa è bene e che cosa è male… ma di sapere: tutto quello che viene compiuto in presenza del bambino, nell’organismo infantile si trasforma in spirito, anima e corpo. La salute di tutta la vita e anche le inclinazioni che un bambino potrà sviluppare, dipendono dal modo in cui la gente che gli è vicina si comporta in sua presenza”.

Rudolf Steiner

E’ necessario, quindi, un profondo momento di introspezione interiore da parte del mondo adulto. Un abbandono di tutte le distrazioni esteriori, c’è bisogno di lunghi periodi di silenzio, di lentezza, di rifiutare ciò che non appartiene alla natura dell’uomo. E’ ora di ritornare al centro di noi stessi. E’ l’unico modo per salvare l’infanzia e con essa, la vita intera.

Elena Bernabè





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