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Montessori e sonno infantile: il bambino non è un "disturbatore del sonno" ma un "destatore di vita"

Di Manuela Griso - 18 Marzo 2015

Il sonno si sa è un argomento spesso spinoso per chi ha bimbi piccini, tranne forse per pochi “fortunati” il cui bimbo dorme tutta la notte senza svegliarsi mai. Inutili i consigli di amici e parenti (consigli tra i più disparati): “lascialo piangere nella sua camera, si calmerà...”, “non portarlo nel tuo letto altrimenti non lo togli più...”, “dagli la camomilla...”, “non farlo dormire di giorno…“. E le povere madri stremate di stanchezza cercano di applicare i preziosi suggerimenti che chiaramente avranno scarso successo. E il solo risultato finale sarà l’inadeguatezza che la madre avvertirà verso di sé e verso il proprio bambino.

Maria Montessori ebbe una visione “nuova” riguardo al sonno, allora come oggi, a mio parere, e lascio quindi spazio alle sue parole.

“Chi realmente ama è invece il bambino, che desidera sentire l’adulto accanto a sè e che si compiace di attirare l’attenzione di lui sopra se stesso: “guardami, stammi vicino”.

“La sera, quando va a letto, chiama la persona che ama e vorrebbe che non lo lasciasse. E quando noi andiamo a mangiare, il lattante vorrebbe venir con noi, non già per mangiare anche lui, ma per guardarci, per starci vicino. L’adulto passa accanto a questo mistico amore senza riconoscerlo: ma badate, quel piccino che vi ama crescerà e scomparirà. Chi vi amerà come lui? Chi vi chiamerà andando a letto, dicendo affettuosamente: “stai qui con me” anziché dire con indifferenza: “buona notte”? Chi desidererà altrettanto ardentemente starci vicino mentre mangiamo solo per guardarci? Noi ci difendiamo da quell’amore – e non ne troveremo mai un altro uguale!- e diciamo inquieti: ” non ho tempo, non posso, ho da fare!” mentre in fondo pensiamo: “bisogna correggerli, i bambini, se no si finisce per essere loro schiavi”. Desideriamo liberarci di lui per fare quel che ci piace, per non rinunciare ai nostri comodi.

Un terribile capriccio del bambino consiste nell’andare la mattina a svegliare papà e mamma; e la nurse dovrebbe evitare assolutamente questo misfatto, quasi essa fosse l’angelo custode del sonno mattutino dei genitori. Ma che cos’è, se non amore, quello che spinge il bambino appena alzato ad andare a cercare i genitori? Quando il bimbo salta dal letto, presto, al sorgere del sole, come devono fare gli esseri puri, va in cerca dei genitori che dormono ancora come per dir loro: “imparate a vivere santamente, è già chiaro, è mattina!” Egli non va da loro per fare il pedagogo: accorre solo per rivedere gli esseri che ama.

La stanza, forse, è ancora buia, ben chiusa, perché non dia fastidio la chiarità del giorno. Il bambino si fa avanti vacillante, col cuore oppresso dalla paura del buio, ma supera ogni timore e va a toccare dolcemente i genitori. Il padre e la madre brontolano: “ma non ti si è detto tante volte che non devi venire la mattina presto a svegliarci? “.

“Non vi ho svegliati- replica,- vi volevo dare un bacio! “

Come dicesse: “Non volevo svegliarvi materialmente, volevo chiamare il vostro spirito.”

Sì, l’amore del bambino ha immensa importanza per noi.

Il padre e la madre dormono tutta la vita, tendono ad addormentarsi sopra tutte le cose, e hanno bisogno di un nuovo essere che li svegli e li rianimi con l’energia fresca e viva che in essi non esiste già più: un essere che si comporti diversamente da loro, e dica loro ogni mattina: “Alzatevi per un’altra vita, imparate a vivere meglio”.

“Sì, vivere meglio: sentire il soffio dell’amore ” Maria Montessori, “Il segreto dell’infanzia”.

neonato che dorme

Credit foto
©Pixabay

Bene, di fronte a queste parole non possiamo che avere una nuova visione del nostro “disturbatore del sonno” che qui diventa invece il “destatore di vita” .

A tal proposito vorrei sottoporre alla vostra attenzione un passo del libro “Bésame mucho” di Carlos González:

“Dove dormivano i bebè centomila anni fa? Non c’erano case, non c’erano culle, non c’erano vestiti. Senza dubbio dormivano accanto alla propria madre o sopra di lei, in un improvvisato letto di foglie secche. Il padre non doveva dormire molto lontano, e la tribù intera stava solo a qualche metro di distanza. Solo così potevano sopravvivere durante il sonno, il momento più pericoloso della loro giornata. L’abitudine degli sposi di dormire assieme è un ricordo di quei tempi, così come l’inquietudine (a volte vera insonnia) quando un viaggio ci obbliga a dormire separati dal nostro partner abituale. Molte madri, se il marito dorme fuori casa, “lasciano” venire i figli nel proprio letto, e non sempre è facile dire chi di loro si senta più confortato. Dormire da solo! Il grande obiettivo della puericultura del XX secolo. I nostri figli sono geneticamente preparati per dormire in compagnia. In alcune culture come quelle africane o guatemalteche, il dormire insieme non è una conseguenza della povertà o della mancanza di stanze, ma viene considerato fondamentale per la corretta educazione del bambino”.

Ora, considerato il fatto che ogni bimbo è a sé, sicuramente il dormire con la mamma aiuta il bambino a sentirsi più sicuro, ma se il vostro bambino dorme da solo nel suo letto nella sua stanza vuol dire che si sente sicuro anche così: ogni bambino è una storia a sè.

Ciò che è importante comprendere è che il bambino non è un “disturbatore del sonno” dell’adulto che con cattiveria pianifica il risveglio proprio quando sei nella fase rem del tuo sonno… Quando si sveglia è perché lui ha finito il suo ciclo di sonno che in media dura dai 20 min all’ora nei bambini piccoli e il risveglio in una stanza lontano dalla mamma lo può spaventare e portare a ricercare il volto, l’odore, l’abbraccio tanto amato. Lui ricerca protezione, amore, vita. Se pensiamo che per nove mesi dorme in un posto caldo, con l’odore della mamma, i suoi rumori, tutto il suo essere, pretendere che dorma da solo nel suo letto a pochi mesi, forse ci rendiamo conto da soli che è pretendere troppo. E quando cresce diremo: “sei grande, puoi dormire da solo… ” ma non rimaniamo sorpresi se ci risponderà: “Anche tu sei grande eppure dormi con papà!” E poi… vi voglio vedere a spiegare!!! 🙂

Consiglio a voi tutti la lettura di Bésame mucho e di vedere il film-documentario Babies (anche con i bimbi, a partire dai tre anni saranno interessati) che tratta la crescita dei bambini dalla nascita nelle diverse culture: africana, asiatica, giapponese e americana. Vedrete l’antitesi delle culture, la completa e totale diversità di intendere la vita e la crescita dei bambini. Toccherete con mano l’assurdità di alcuni comportamenti che ahimè spesso ci appartengono e la naturalità di alcuni popoli sia invece così meravigliosa.

Vivere Montessori vi augura buona visione e buona lettura! Tante riflessioni entreranno nella vostra mente e nel vostro cuore!

Educatrice Manuela Griso





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