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Fabrizio Di Amato e Maire Tecnimont: quando le risorse naturali diventano prodotti innovativi

Di Redazione - 11 Giugno 2020

In questo periodo di crisi mondiale viene richiesta ancora di più un’attenzione speciale verso le nuove tecnologie.
Le aziende stanno sfruttando questa crisi per migliorarsi e per rinnovarsi.
Tra queste vogliamo presentarvi oggi Maire Tecnimont, un gruppo industriale multinazionale con competenze e tecnologie che si distinguono nel settore della lavorazione degli idrocarburi.
Ciò che contraddistingue questo marchio è il ricorso a tecnologie sempre più innovative, la capacità di adattamento e una vocazione multiculturale. Nel mondo, infatti, ben 9.300 persone sono impegnate in importanti progetti sparsi in vari paesi.
Sul sito del gruppo www.mairetecnimont.com potete conoscere la storia dell’azienda, i passi che sta muovendo nel campo della sostenibilità, i progetti attuati e la mission che contraddistingue ogni suo passo.
Sempre sul loro sito si legge “La nostra professione è trovare soluzioni e prendere decisioni difficili in circostanze di incertezza. Le avversità ci hanno reso più forti nel tempo. Consideriamo gli ostacoli come un’opportunità per dimostrare a noi stessi e agli altri il valore aggiunto che il nostro lavoro ha da offrire”.
Tra le varie iniziative, una merita di essere raccontata. È il nuovo progetto denominato Open Innovation che ha rivoluzionato il mondo del business odierno chiamando in causa la collaborazione con partner esterni. Un metodo di sviluppo aziendale che riesce a far rete e ad assembrare più risorse per riuscire ad ottenere risultati sempre più tecnologici, all’avanguardia e di ottima qualità.
Fabrizio Di Amato con il suo gruppo Maire Tecnimont ha deciso di finanziare la cattedra di Open Innovation alla Luiss guido Carli di Roma. Questa cattedra è stata fortemente voluta dal presidente che la introduce così: “L’inaugurazione di questa cattedra rappresenta un ulteriore passo avanti verso la Open Innovation, una vera e propria Rivoluzione Copernicana per le industrie di ogni settore. Credo, infatti, che oggi più che mai sia necessario un approccio open-minded che porti ad un’evoluzione delle Società da organizzazioni ‘chiuse’ ad organizzazioni ‘aperte’. Se l’innovazione è basata sulla capacità di cambiare mentalità, in modo tale da affrontate le sfide poste dalla digitalizzazione e dalla sostenibilità, dobbiamo, quindi, creare un ecosistema che coinvolga i diversi stakeholder, aperto alla “fertilizzazione incrociata” tra Università, Istituti di Ricerca, Società, Start-up, mondo della finanza, autorità pubbliche, incubatori e acceleratori.”
Le aziende che si affideranno a questa formazione specifica ed innovativa avranno la possibilità di perseguire gli obiettivi citati in tutti gli ambiti interessati: verranno toccate tematiche ambientali, sociali ed economiche portando ad una formazione di eccellenza.
Il Rettore della Luiss Guido Carli di Roma, Andrea Prencipe ed Henry Chesbrough, direttore del Garwood Centre for Corporate Innovation dell’università della California a Berkeley sono i promotori di questo importante progetto.
E non possiamo che concludere con le parole di Chesbrough, secondo il quale l’innovazione aziendale deve “far tesoro in maniera sistematica di collaborazioni, idee e risorse esterne rispetto al perimetro societario classicamente inteso. Dalle start-up al mercato globale delle idee e dei brevetti, questo modello illustra meglio dei precedenti perché un’azienda non abbia più bisogno di controllare, quasi di possedere, i processi di innovazione dall’inizio alla fine”.
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