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Spiritualità

Osho: la vita e il pensiero del maestro spirituale indiano

Di Laura De Rosa - 12 Novembre 2015

E’ arrivato il momento di mettere al rogo tutte le vecchie religioni ormai logore e di lasciar emergere un nuovo concetto di religiosità che affermi la vita, una religione basata sull’amore non sulle leggi, una religione della natura non della disciplina, una religione della totalità non della perfezione, una religione del sentire non del pensare. Il cuore dovrebbe essere il capo, allora tutto si sistemerebbe spontaneamente. Se riesci a fidarti della natura, a poco a poco diventerai quieto, silenzioso, felice, gioioso, festoso, perché la natura è in festa. La natura è una festa.[103]” Osho

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Osho Rajneesh, in origine Chandra Mohan Jain, nasceva l’11 dicembre 1931 a Kuchwada, in India, dove ricevette, all’età di 21 anni, l’illuminazione. Da quel momento Osho dedicò l’intera vita alla spiritualità, diffondendo il suo messaggio prima in varie parti dell’India, poi in tutto il mondo. I suoi insegnamenti sono tutt’oggi molto apprezzati a livello internazionale anche se non mancano opinioni contrastanti sul suo conto. La sua stessa comunicazione era consapevolmente contraddittoria, come era solito affermare, e accadeva spesso che durante gli interventi pubblici alternasse ironie a toni più seri e solenni.

Il pensiero di Osho

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Il pensiero di Osho è sicuramente controcorrente e insolito rispetto ai precetti di tante correnti spirituali, in primis quelle di matrice religiosa. In effetti Osho si oppose fin da subito alle religioni organizzate, ritenendole false credenze tese ad allontanare l’uomo dalla Verità. A detta sua, il superamento di tali religioni avrebbe condotto l’umanità ad abbracciare una religiosità completamente diversa, uguale per tutti noi. La definì “scienza della dimensione interiore”, ovvero una scienza incentrata sul mondo spirituale anziché su quello esteriore. In tale ottica l’esperienza spirituale può essere vissuta solo in prima persona, evitando di appoggiarsi a dogmi e fedi imposte dalla società circostante. Inoltre non esisterebbe un Dio come quello tradizionale, che a suo parere è solo una proiezione dell’essere umano, bensì un’essenza divina, una sorta di energia impersonale che permea tutto. Non è possibile dimostrarne l’esistenza ma è possibile sperimentarla. Partendo da tali presupposti, un uomo religioso autentico non necessita di condizionamenti esterni fuorvianti, ma vive in libertà assoluta. Ogni uomo può quindi diventare un Buddha, un illuminato, purché riesca a sfuggire allo strapotere del proprio ego e della propria mente, che nell’epoca moderna ha preso il sopravvento rendendoci schiavi.

Qualunque forma di repressione, sia essa psicologica, religiosa, sessuale, è quindi dannosa poiché limita la libertà; inoltre ciò che viene represso riemergerà comunque in un secondo momento o sotto altre sembianze. La soluzione per vivere meglio non è reprimersi ma accettarsi in modo incondizionato. Per raggiungere questo benessere è fondamentale praticare la meditazione attraverso apposite tecniche che favoriscano, progressivamente, il superamento dell’ego e l’acquietarsi della mente. Fra le tecniche da lui concepite si ricordi la Meditazione Dinamica: dopo una decina di minuti di respirazione attiva attraverso il naso, seguono dieci minuti di catarsi durante i quali lasciar accadere qualunque cosa. Nella terza fase di altri 10 minuti si salta su e giù con le braccia alzate gridando “uh”. Infine, nella quarta fase, si rimane in silenzio, immobili, per una quindicina di minuti. Gli ultimi 15 minuti sono dedicati alla danza.

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Ritornando al tema dei desideri, secondo Osho il miglior modo per riuscire a trascenderli è accettarli. Come premesso, la repressione anziché ridurli tende a ingigantirli. Ed ecco perché nelle sue Comuni il sesso non rappresentava un tabù. Non che il Guru incitasse i discepoli a farlo senza misura, semplicemente concedeva loro la libertà di farlo o non farlo secondo i propri desideri. Il sesso non era considerato dal Maestro il fine ultimo dell’esistenza ed egli era assolutamente consapevole del fatto che l’amore potesse sussistere anche senza rapporti. Ma sosteneva che questo tipo di amore fosse alla portata delle persone più evolute.

In definitiva, l’uomo ideale di Osho è un essere spiritualmente evoluto in grado di apprezzare e godere anche dei piaceri di tipo materiale. Una visione, la sua, assolutamente contrapposta a quella delle religioni tradizionali, che spesso celebrano la povertà. Questo uomo del nuovo millennio, in grado di conciliare scienza e spiritualità, venne chiamato “Zorba il Buddha”.

I dieci comandamenti di Osho

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Nonostante Osho non credesse nei “comandamenti”, dato che sosteneva di non rappresentare alcun Dio e alcuna forma di autorità, stilò una decina di “consigli” che rispecchiano in breve la sua filosofia di vita.

1) Non ubbidire ad alcun ordine all’infuori di quello interiore.
2) L’unico Dio è la vita stessa.
3) La verità è dentro di te, non cercarla altrove.
4) L’amore è preghiera.
5) Il vuoto è la soglia della verità: è il mezzo, il fine e la realizzazione.
6) La vita è qui e ora.
7) Vivi totalmente desto.
8) Non nuotare, galleggia.
9) Muori ogni istante, così da poter rinascere ogni istante.
10) Smetti di cercare. Ciò che è, è: fermati e guarda.

Le contraddizioni di Osho

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Nonostante gli insegnamenti di Osho racchiudano vere e proprie perle di saggezza, vi sono aspetti del suo messaggio, e del suo stile di vita, che hanno spesso scatenato opinioni discordanti. Prima fra tutti la spinosa questione denaro. Osho era solito definirsi il “Guru dei ricchi” ed era soprannominato “Santone delle Rolls Royce“. Ne aveva moltissime ma se gli si chiedeva come facesse a permettersele, rispondeva che non erano sue, bensì regali fatti dai discepoli, gran parte dei quali ricchissimi.

In un’intervista rilasciata al nostro Enzo Biagi, Osho, spiegando per quale ragione la sua Comune vivesse nell’opulenza, affermò: “Io non ho fatto nulla per arricchirne. Solo chi è ricco è attratto da me; perché solo le persone intelligenti sono attirate da me. Devi capire che esiste una gerarchia di valori. Non chiedi mai: “Come mai un povero non è attirato dai dipinti di Picasso?” né chiedi: “Come mai un mendicante non si interessa alla musica di Mozart?” Tuttavia si continua a chiedere come mai solo i ricchi, persone colte, intelligenti, istruite, sono attratte da me. La religione è il lusso supremo. Ovviamente, ne saranno attratte solo le persone che se lo possono permettere. Non si adatta al povero, il povero non ha bisogno di religione. E in nome della religione al povero sono stati dati solo oppio e consolazioni. In nome della religione al povero è stato dato qualcosa di falso, un surrogato. Al povero, che sta morendo di inedia, che è malato, stanco, non si addice la vera religione. Non gli è possibile interessarsi ai voli della consapevolezza. Vuole qualcosa da mangiare, vuole una casa, degli abiti. Fa freddo, è nudo e tu gli parli di meditazione e di consapevolezza? Gli vai a parlare di come conseguire le vette supreme dell’essere? E’ semplicemente assurdo! Quindi, non è vero che la mia gente si è industriata per arricchirsi.. In realtà chiunque venga a me è già ricco. E per quello che viene da me: la religione ha inizio solo quando sei stufo della tua ricchezza, quando possiedi tutto ciò che il denaro ti può dare e tuttavia ti ritrovi vuoto. Hai tutto ciò che puoi possedere, tuttavia scopri che ti manca qualcosa che il denaro non è in grado di darti, per cui devi cercare altre strade. Quando il denaro ti ha dato tutto, quando tocchi il fondo delle sue capacità, il gioco finisce: presto inizi a esserne annoiato e stanco. A quel punto o ti suicidi, oppure inizi una ricerca che ti può condurre a un uomo come me. Io attraggo i ricchi e non fornisco nessun oppio a chi viene da me, ragion per cui il mio stile di vita non si addice al povero.

Ora, è vero che secondo la legge di attrazione ricchezza attira ricchezza e povertà attira povertà, ma sostenere che solo i ricchi, ovvero le persone intelligenti, siano propense alla ricerca interiore fa sorgere qualche dubbio. La povertà sarà anche limitante, ma non è certo vero che gli intelligenti appartengono necessariamente alle classi sociali più elevate. Semmai la povertà rende più difficoltoso il percorso visto che subentrano necessità primarie.

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D’altra parte molte delle critiche nei suoi confronti vedono protagoniste le celeberrime Rolls Royce, oltre 70, e il lusso in cui viveva. Ovviamente la ricchezza non è di per sé un male, il problema è piuttosto l’uso che se ne fa e il valore che le si attribuisce. Ovvero quando diventiamo schiavi dei beni materiali ecco che la ricchezza diventa negativa. Ad affermarlo era lo stesso Osho. Ma il fatto che vivesse nell’opulenza, avesse la fissazione delle Rolls Royce e si autoproclamasse il “Guru dei ricchi”, non poteva che suscitare qualche dubbio sulla sincerità dei suoi intenti. E il quesito sorge spontaneo: possedeva tanti beni materiali perché era a tal punto illuminato da attirare solo ricchezza o piuttosto, era succube della logica materialista? Ma andrebbe considerata anche una terza ipotesi: se si fosse montato la testa strada facendo??? Chissà!

La questione denaro rimane probabilmente la più controversa, molto più del libertinaggio sessuale diffuso nelle sue Comuni, per il quale è stato spesso oggetto di disputa. D’altronde una persona adulta è libera di sperimentare le strade che più ritiene opportune e se queste strade passano per una certa promiscuità affari suoi! Peraltro, sempre nell’intervista rilasciata a Enzio Biagi, che gli chiese spiegazioni in merito all’attività sessuale continua e frenetica delle sue Comuni, Osho rispose in modo illuminato: “Innanzitutto un’attività sessuale continua e frenetica non può esistere. La biologia lo vieta, non è in tuo potere: quante volte puoi fare l’amore in una notte? Sai che non può andare avanti all’infinito, esiste un limite e lo scopri molto presto. Dire che nella mia comunità esiste un’attività sessuale continua e frenetica è assurdo. In realtà accadevano attività di ogni tipo e colore e nessuno aveva tempo per attività sessuali. Certo, io non sono favorevole alla repressione, ma questo non significa che io dica alla gente di fare una vita dissoluta. Quando dico di non reprimersi, voglio semplicemente dire: “Ascolta il corpo. Ha una sua saggezza”… Di solito si sa quando smettere di mangiare, né si beve senza mai fermarsi: quando ti sei dissetato, smetti. Come mai il sesso dev’essere un problema? Esiste un limite… ed è un bene che ci sia! Nella mia comune il sesso è una cosa naturale, come lo è tutto il resto. Non occorre abusarne, né reprimerlo. La Via Auréa è la via mediana. Inoltre, mi chiedi: “Cos’è il sesso e cos’è l’amore?” Il sesso è una funzione biologica. Tutti gli animali sono esseri sessuali. Solo l’uomo ha il privilegio di avere qualcosa di più elevato: non il semplice incontro di due corpi, ma l’incontro di due anime. E questo è l’amore. L’amore può contenere in sé il sesso. Il sesso non può inglobare in sé l’amore. Il sesso è una cosa minuscola. L’amore è vasto e tremendo. Può esistere anche senza il sesso. Un rapporto d’amore non deve necessariamente implicare il sesso. Anzi, per esperienza posso dire che più ci si eleva oltre il sesso e più si inizia a gioire di una comunione spirituale con un amico, una donna, un uomo. Da quello stato di comunione il sesso sembra così distante, così vittima della biologia, se confrontato con la libertà che dà l’amore, con la crescita e l’espandersi che continua ad avere, che è possibile non desiderare più di scendere nelle valli oscure della sessualità. Ma io non impongo limiti di nessun tipo. Dico semplicemente che quando l’amore cresce in profondità, il sesso impallidisce. E quando l’amore raggiunge la sua estrema fioritura, il sesso scompare. Diventa una cosa infantile. Pensaci, mettiti in disparte e guardati fare l’amore. Resterai esterrefatto: tu che fai tutti quegli esercizi ginnici? Ti sembra stupido, idiota!
L’amore è la vera trasformazione dell’energia sessuale. Ma accade solo quando accetti il sesso come una cosa naturale. Non potrà mai verificarsi con i monaci di tutte le religioni del mondo. Sono tutte persone cui manca l’amore. Non possono amare, perché non si sono neppure addentrate nel sesso.. Hanno evitato di conoscere l’energia primaria che può essere trasformata in amore; ragion per cui, possono parlare d’amore, ma i loro discorsi non sono altro che sacrosante stronzate. Non sanno nulla dell’amore e non lo possono capire. E’ necessario fare un passo alla volta e il corpo rappresenta il primo passo.”

Che le sue parole corrispondessero ai fatti non lo sappiamo per certo, ma sicuramente celano una saggezza profonda. Sta di fatto che con Osho tutto è davvero relativo perché se i concetti da lui espressi sono spesso illuminanti, le contraddizioni sono altrettanto numerose. E allora, siamo noi troppo limitati per comprendere il suo messaggio o è lui ad averci voluti confondere deliberatamente? E a quale scopo? Osho, in definitiva, è un Guru illuminato o un abile mistificatore? O forse entrambe le cose?

Laura De Rosa

http://yinyangtherapy.it



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