Ambiente
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A Genova l'orto collettivo più grande d'Italia

Di Marco Grilli - 9 Novembre 2015

Da un vasto appezzamento di terreno incolto e abbandonato sta per nascere l’orto collettivo più grande d’Italia. Siamo nel quartiere Cornigliano a Genova, più precisamente nell’ Area Campi, dove una collina da decenni destinata all’incuria, divenuta quasi impenetrabile e ricoperta da infestanti di ogni sorta, si sta trasformando in un luogo di produzione, socialità e condivisione, all’insegna del rispetto dell’uomo e dell’ambiente.

Il progetto nasce da un’idea del Comitato 4 Valli, un’associazione di coltivatori e allevatori composta da 2.200 iscritti, che credono in un modello di economia primaria. Nel maggio 2015 il Comitato ha ottenuto in comodato d’uso gratuito il terreno collinare in questione, di ben 7mila Ha, che da area degradata e dimenticata da tutti diventerà uno spazio collettivo per la coltivazione di frutta e verdura, naturalmente di qualità.

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Tutto ciò è stato possibile grazie a una legge della Regione Liguria, volta al recupero dei terreni abbandonati e al rilancio dell’agricoltura. Ai proprietari che non riescono a prendersi cura dei propri terreni è stata concessa la possibilità di cederli a chi vuole impegnarsi per utilizzarli e metterli a coltura, tramite un ente che svolge il ruolo di soggetto garante, ossia la “Banca Regionale della Terra”, appositamente creata.

Nel caso in questione il comodato d’uso gratuito è stato concesso dalla Jonica s.r.l. ed ha una durata di 10 anni. L’appezzamento da tempo dimenticato ha tutte le caratteristiche essenziali per garantire una proficua messa a coltura: ottima estensione, acqua sorgiva, buone condizioni pedoclimatiche, necromassa naturale frutto dei 55 anni di abbandono, nonché grandi quantità di legname ceduo per realizzare i terrazzamenti in palificata orizzontale.

Gli ideatori di questa iniziativa parlano di «un progetto che permette la persistenza nel tempo di un impegno anche solo “passionale” (poche ore ogni tanto) così come lo sviluppo pieno di una affascinazione che può diventare “mestiere”». In pratica, si rivolgono a soggetti pronti a far propri i principi di una filosofia esistenziale “green”, che rifiutano l’agricoltura industriale, la grande distribuzione organizzata e i fast food. Un invito a tornare a sporcarsi le mani con la terra, per partecipare attivamente al processo di produzione condiviso, al fine di poter usufruire di prodotti di qualità, buoni, sani, genuini e a Km 0.

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Orto Collettivo è uno dei tanti progetti che tendono a riscoprire il valore della vera agricoltura, per ridare dignità e importanza a un lavoro troppo spesso sottovalutato e denigrato dalla moderna società dei consumi, quello del contadino. Eppure pensate a quanta arte, bellezza e poesia si nascondano nel dedicarsi anima e corpo alla cura del proprio terreno, coi semplici e imperituri gesti di seminare e raccogliere che ci ripagano della fatica e del tempo trascorso sui campi.

L’unione degli sforzi è garanzia di successo, perché, come notano i promotori del progetto sul loro blog, «più persone, sommando le ore di disponibilità, eseguono su un determinato appezzamento di terreno, le medesime operazioni che svolgerebbe un contadino che, com’è noto, vive sulla terra». Il lavoro di squadra è dunque alla base dell’orto collettivo genovese, a cui tutti possono partecipare con una semplice iscrizione gratuita via mail (ass.comitato4valli@gmail.com) al Comitato 4 Valli e all’Arcipelago SCEC Liguria, un’associazione no profit nata «per promuovere una cultura solidale quale fondamento per relazioni sociali ed economiche giuste e pacifiche», come si legge nel suo statuto.

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I provetti contadini devono fornirsi autonomamente solo di scarpe, abbigliamento adeguato e piccoli attrezzi personali e non sostengono alcun costo durante lo svolgimento delle attività. Dopo una prima fase di apprendimento in cui vengono seguiti da un tutor, i neo iscritti sono chiamati successivamente a seguire un calendario settimanale. Ognuno può dedicare al lavoro agricolo il tempo che vuole e che ritiene utile in funzione al raccolto da prelevare: per ogni ora trascorsa nell’Area Campi ogni partecipante riceve infatti 7,5 Scec, intendendo con questo termine una sorta di buono locale che sostituisce la moneta corrente e può esser utilizzato per prelevare i prodotti dell’orto o altri beni e servizi. In via dei Giustiniani 42, ad esempio, si trova la bottega di scambio dei partecipanti al progetto “Solo Scec”, dove si utilizzano solo questi buoni ed è davvero possibile trovare di tutto. Una miniera per gli amanti dell’usato!

Dopo i lavori di sistemazione idraulico-forestale e la realizzazione dei terrazzamenti durante il periodo estivo, attualmente nell’ Area Campi è stato messo a coltura un primo modulo di circa 2.400 mq. In attesa che vengano preparate altre porzioni di orto, sono già molti i progetti in cantiere per la piena fruizione di questo nuovo spazio restituito alla collettività, dall’asilo nel bosco all’originale auditorium in legno. Non si pensa dunque solo a coltivare, ma anche a recuperare una dimensione di vita comunitaria, improntata alla valorizzazione delle relazioni umane, alla solidarietà e al rispetto della natura.

Gli aderenti al progetto Orto Collettivo chiedono ora la più ampia partecipazione della cittadinanza e il massimo sostegno da parte delle istituzioni. Ognuno può dare il suo contributo anche mediante il crowfunding che è stato attivato sul web (buonacausa.org/cause/ortocollettivogenova). Gli uomini di “buona volontà” non mancheranno di dare il loro appoggio a questa interessante iniziativa dal basso, che nel suo piccolo prova a imporre un nuove modello culturale in questi tempi dominati dalla logica del profitto e dal consumismo sfrenato.

Marco Grilli

Foto by Orto Collettivo di Genova





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