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Ecco chi può non pagare il bollo e avere agevolazioni sull'assicurazione

Di Daniela Bella - 6 Maggio 2014

Siete in possesso di un’auto “storica” e siete stanchi di pagare il bollo? E allora ecco che, grazie ad uno speciale servizio di “Report“, ci rendiamo conto di come lo Stato offre una grande opportunità grazie alla lacunosità delle sue leggi e alla generosità di chi le interpreta.

La passione per le auto storiche, infatti, ha ormai contagiato gli italiani. Auto d’epoca e auto storiche, però, non sono la stessa cosa: le auto d’epoca sono veicoli radiati dal PRA (Pubblico Registro Automobilistico) e possono circolare sono ai raduni; le auto storiche, invece, hanno bisogno di un’autocertificazione, godono di vantaggi speciali e possono circolare sempre.

Ma che differenza c’è, invece, tra un’auto storica e un’auto semplicemente vecchia? Un conto è girare con un’auto di molti anni, originale e tenuta perfettamente. Un conto è invece girare con un’auto di molti anni ma ridotta male, tutta scassata, un “cadavere” insomma.

L’incremento di appassionati delle auto storiche probabilmente è dovuto al fatto che al compimento del 20° anno, con un semplice certificato, una’auto da “vecchia” può diventare “storica”, e tutto cambia.

Sì, tutto cambia, sopratutto per quanto riguarda il bollo, l’assicurazione e il passaggio di proprietà.

Per ottenere queste agevolazioni basta avere o comprare un’auto di oltre vent’anni, originale e in buone condizioni e iscriverla ad un club ASI, l’Automotoclub Storico Italiano.

Per registrare la propria auto bisogna consegnare sei foto: una foto trequarti anteriore lato passeggero, una foto trequarti posteriore lato guida, i sedili anteriori in modo che si vedano bene tutti e due i sedili e la spalliera (se ci sono foderine bisogna toglierle), la punzonatura del numero del telaio, la foto del vano motore e la targhetta di metallo riassuntiva.

Per il primo anno si pagano 200 euro per l’iscrizione Club e ASI, con rilascio di due certificati. Nei successivi anni, invece, 140 euro.

E così ecco che auto come la vecchia Fiat Tipo, la Panda, la Uno, per citarne qualcuna, diventano auto storiche e possono godere di tutti i vantaggi relativi, tra cui anche l’assicurazione agevolata a circa 250 euro annuali, senza classi di merito, che molte compagnie ancora offrono agli associati ASI e ai possessori del Certificato di Rilevanza Storica. E questo vale per ogni tipo di veicolo, al di là del suo modello.

Tra gli altri vantaggi previsti per le auto storiche, per legge, è l’esenzione dal bollo e il pagamento di una simbolica tassa di circolazione, meno di 30 euro a seconda delle regioni.

Se prima questo discorso era rivolto a quelle auto che circolavano solo durante i raduni, ecco che invece adesso è stato ampliato alla normale circolazione, a tutti quei possessori di un’auto che utilizzano il proprio mezzo “storico” per spostarsi quotidianamente.

Immagine da: Servizio Report

A decidere chi entra in “paradiso” è l’ASI, l’Automoclub Storico Italiano apunto. E proprio l’ASI, nel frattempo, è passato dalle 30mila iscrizioni del 2000, alle oltre 200mila di oggi.

Questo perchè, con le condizioni dettate, è facile fare dei trucchi. Il veicolo, infatti, prima di essere iscritto dovrebbe essere esaminato dai commissari tecnici dei club, perchè la legge dice questo, ma ci sono alcuni club che non la applicano: bastano solo le foto (di cui parlavamo prima).

E allora in cosa si va incontro? Semplice, c’è chi prende la targa di un’auto scassata e la mette in un modello identico ma con la carrozzeria in buone condizioni a cui si fanno le foto. Anche perchè la certificazione, una volta presa, non viene più controllata.

E i vantaggi sono talmente tanti che la voce ormai si è diffusa, tant’è che su internet è possibile trovare moltissime offerte di auto già registrate o pronte per la registrazione ASI.

E questo, ovviamente, va contro l’acquisto di auto nuove o usate. Davide Colaneri, concessionario d’auto, ecco come ha commentato l’attuale situazione:

“Sono problemi enormi, perché è chiaro che in un mercato che ha perso negli ultimi 5/6 anni circa il 50%, si dà anche un’opportunità, perché chiaramente si parla di un’opportunità al consumatore di acquisire un prodotto ad un valore molto più basso e a dei costi di gestione molto più bassi, è chiaro che quel consumatore, che oggi è in crisi anche lui perché le famiglie sono in crisi, preferiscono comprare un’auto ultraventennale che comprare un’auto nuova o usata…”

Oggi dei 34 milioni di auto circolanti, quasi 5 milioni hanno più di vent’anni. E per vedere il risultato basta guardarsi intorno e vedere quali sono le auto più utilizzate dagli italiani.

Un trend che, tra l’altro, è destinato ad aumentare visto che stanno per arrivare a “maggiore età” le auto vendute negli anni novanta.

Insomma, se non verrà attenzionato questo discorso, ci troveremo inondati da queste automobili perché, giustamente, tutto ciò rappresenta un’opportunità.

[Fonte: www.report.rai.it]

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