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Una lettera alla chiesa per evitare un massacro

Di Valeria Bonora - 27 Marzo 2012
Si avvicina la Pasqua e con questa festività, che dovrebbe simboleggiare rinascita e felicità, ci accingiamo ad assaporare gustosi cosciotti di agnello al forno con patate. Già. Peccato che per soddisfare la nostra voglia di carne tenera e delicata milioni di agnellini di pochi giorni vengano portati via alle loro mamme, appesi e sgozzati e questo è quello che ne rimane. 

L’ex ministro per i Beni culturali Sandro Bondi e la sua compagna la deputata del Pdl Manuela Repetti, oltre ad annunciare le loro nozze in autunno hanno deciso di scrivere una lettera a “quattro mani” alla chiesa, chiedendo che la stessa interrompa questo massacro.
Ve la riportiamo cos’ì come è stata inviata al direttore della Stampa.
«Caro direttore, approssimandosi la Pasqua, e predisponendoci come credenti a celebrarla nell’ambito della nostra comunità, sentiamo prorompente il bisogno di esternare pubblicamente, sempre con rispetto, una richiesta alla Chiesa.
La festività pasquale rappresenta, per la fede cristiana, la speranza della resurrezione dopo la morte terrena. Di più ancora, il sacrificio della propria vita, della vita di Gesù, per riscattare l’umanità dal peccato originale. Questa testimonianza d’amore, la partecipazione divina all’umano dolore degli uomini, costituisce la promessa, grazie alla fede, di una vita ultraterrena.
Il simbolo del sacrificio dell’agnello nella tradizione pasquale ha una storia antica: dall’ebraismo fino al cristianesimo.
Si tratta, in effetti, soltanto di un simbolo che non fa certamente parte del corpo dottrinario irrinunciabile del cristianesimo, che si riassume, come ci ricorda la Pasqua, nel principio fondamentale dell’amore di Cristo per gli uomini.
In fondo, l’agnello rappresenta al tempo stesso il simbolo dell’estrema tenerezza, dell’infinita dolcezza e dell’assoluta innocenza.
Proprio per questo, il rito del sacrifico dell’agnello che ogni anno si celebra in occasione della Pasqua cristiana, e che si traduce nell’uccisione di migliaia e migliaia di agnelli davvero innocenti e incolpevoli al fine di allietare le nostre tavole imbandite, è diventato un inutile e orribile massacro.
Per questo confidiamo che la Chiesa abbia il coraggio di invitare i propri fedeli a evitare il sacrificio degli agnelli per celebrare la Santa Pasqua.
Perché l’amore di Dio non si festeggia attraverso la morte, di qualunque essere vivente si tratti.
Il valore di una fede autentica, profondamente spirituale e rispettosa di tutto il creato, ne sarebbe accresciuto, e la Chiesa tutta ne sarebbe avvantaggiata da una prova di grande umanità.»
(fonte la Stampa.it)

 
 





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