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Il Suicidio dell'Extravergine: l'America ci accusa, Ma è Proprio Così?

Di Valeria Bonora - 31 Gennaio 2014

E’ uscito pochi giorni fa sul New York Times un servizio sull’olio di oliva italiano, una rappresentazione grafica della produzione e dell’esportazione in America di questo meraviglioso prodotto Italiano. Peccato che il servizio, realizzato tramite infografica (potete visualizzarlo qui –> extra-virgin-suicide), non sia certo un vanto per gli Italiani. Infatti denuncia il fatto che l’olio venga adulterato durante le fasi di lavorazione e che quindi la maggior parte dell’olio che arriva negli States sia olio di scarto, olio scarso.

Le 15 tavole grafiche disegnate ad’oc da Nicholas Blechman, raccontano come l’olio italiano si stia suicidando attraverso le frodi, viene dipinta un’Italia corrotta, fatta di produttori fraudolenti protetti da politici… Uno scenario in cui l’Italia ne esce sconfitta, uno scenario dove gli italiani sono visti come un popolo di ladri e impostori.

La storia raccontata delle tavole è la seguente:

“La maggior parte dell’olio d’oliva venduto come italiano non viene dall’Italia, ma da paesi come Spagna, Marocco e Tunisia“.

“Dopo la raccolta, le olive vengono trasportate al mulino”

“Dove vengono pulite, pigiate e pressate”

“L’olio viene poi pompato nei camion cisterna…”

“…e spedito in Italia, il più grande esportatore di olio d’oliva al mondo.”

“Nel frattempo olio di soia o altri oli economici vengono etichettati come olio di oliva e contrabbandati attraverso lo stesso canale”

“In alcune raffinerie l’olio è tagliato con olio più conveniente”

“Altre raffinerie fanno anche di peggio. Mescolano gli oli vegetali con beta-carotene, per mascherare il sapore, e clorofilla per la colorazione, per produrre olio di oliva falso.”

“Le bottiglie sono etichettate come “ExtraVergine” e marchiati con “Prodotto in Italia” o “Importato dall’Italia”. (Stranamente questo è legale, anche se non viene dall’Italia – anche se i paesi di origine dovrebbero essere segnalati nulle etichette)”

“L’olio d’oliva viene spedito in tutto il mondo, e in paesi come gli Stati Uniti, dove con uno studio si è scoperto che il 69% dell’olio d’oliva importato etichettato come “extravergine” non è in regola come dice l’etichetta”

“Per combattere le frodi, un ramo speciale dei Carabinieri Italiani è stato addestrato per rilevare l’olio cattivo. Le prove di laboratorio sono facili da falsificare, e così la polizia si deve basare sul suo profumo”

“Gli agenti fanno incursioni regolari nelle raffinerie nel tentativo di regolamentare il settore”

“Ma i produttori, molti dei quali hanno collegamenti con potenti politici, sono raramente perseguibili”

“Tutta questa frode, però, ha creato un calo dei prezzi dell’olio d’oliva. I produttori corrotti si stanno minando il terreno, stanno commettendo un efficace suicidio economico”

Facciamo però alcune precisazioni… Etichettare come italiano un olio ottenuto da olive italiane mescolate ad altri oli provenienti da altri paesi è vietato in Italia e in Europa, ma consentito dalla legislazione di altri paesi extraeuropei, tra i quali gli Stati Uniti. E la maggior parte dell’olio venduto in America non è 100% Italiano.

Per quanto riguarda la deodorazione è un metodo utilizzato per grandi partite di olio ottenuto da olive che, a causa dei lunghi tempi di attesa prima della spremitura, acquistano un odore poco gradevole. Per eliminare queste note aromatiche, l’olio viene sottoposto a una deodorazione rapidissima non ammessa per l’extravergine d’oliva, quello Italiano non è sottoposto a questo trattamento, altrimenti non può essere etichettato come extravergine.

Inoltre l’analisi chimica non viene sostituita da quella organolettica, ma affiancata, quindi non è corretto dire che i carabinieri devono affidarsi all’olfatto… inoltre l’analisi organoelettrica viene effettuata da 8 assaggiatori qualificati, che seguono procedure codificate per verificare la qualità dell’olio.

Poi c’è da dire che gli States non si sono mai allineati agli standard dei paesi aderenti al COI (Consiglio oleicolo internazionale), i quali richiedono controlli e analisi più approfondite e con range più restrittivi di qualità.

I problemi ci sono ma ci sono anche le soluzioni… basta applicarle invece di fare inutile polemica e denigrare paesi come il nostro dove la qualità dell’olio è alta perché noi Italiani conosciamo i prodotti di qualità e non ci faremmo mai abbindolare da un’olio scadente….

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