Curiosità

La Leggenda di San Valentino, il protettore degli innamorati

Di Sandra Saporito - 8 Febbraio 2022

Il 14 febbraio 2022 è il giorno di San Valentino. È possibile ammirare ad ogni angolo di strada il richiamo a questa festa celebrata da ogni coppia felice ovunque nel mondo: un’ondata di cuoricini ci invita a celebrare l’amore, a scambiarci doni, dichiarazioni e promesse. Sbocciano gli amori e assieme a loro i primi germogli della primavera che risveglia lentamente la natura dal suo lungo letargo; ne troviamo la testimonianza anche nei vecchi detti popolari: “Per San Valentino fiorisce lo spino”, “A San Valentino, la primavera è vicino”.

Le origini della festa di San Valentino, come la conosciamo oggi, risale a molti secoli fa. Nel 496 d. C. il Papa Gelasio I attribuì al santo il titolo di protettore degli innamorati ed istituì la sua festa il 14 febbraio, probabilmente per cristianizzare un’antica festa pagana. La sua fama dispese probabilmente dalla leggenda che gli valse questo titolo: la storia di un amore eterno che si promisero due giovani innamorati provenienti da famiglie nemiche.

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La leggenda della festa degli innamorati

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Secondo la leggenda, San Valentino allora vescovo di Terni fu il primo a celebrare l’unione tra un legionario pagano e una giovane cristiana: Sabino e Serapia.

Mentre passeggiava nelle strade di Terni, Sabino vide Serapia e se ne innamorò così follemente da voler chiederla in sposa. Il ragazzo era pagano e questo non piacque al padre di Serapia che rifiutò al ragazzo la mano di sua figlia. Ella non si arrese e propose al suo amato di recarsi da San Valentino per ricevere il battesimo; in questo modo avrebbero certamente potuto sposarsi.

Sabino, per amore di Serapia, acconsentì, ma durante i preparativi del suo battesimo, la sua promessa sposa si ammalò gravemente. Fu allora che al suo capezzale e col cuore infranto Sabino supplicò San Valentino di battezzarlo in fretta e di sposarli. San Valentino sentì la purezza dell’amore del giovane e acconsentì, fu così che i due giovani si promisero un amore eterno. Secondo la leggenda, dopo aver ricevuto la benedizione di San Valentino i due innamorati si addormentarono per sempre in un abbraccio, uniti nell’amore, oltre la morte.

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La vera storia di San Valentino

Secondo la storia ufficiale, San Valentino, nacque nel 176 d.C a Interamna Nahars, l’attuale Terni, fu consacrato vescovo della città nel 197 dal Papa San Feliciano e morì martire a Roma il 14 febbraio 273 o 269 a secondo delle versioni, lungo la via Flaminia. Tuttavia, le fonti non sono unanime sulla vita del santo in quanto sarebbero esistiti diversi martiri che avrebbero dato vita al culto di San Valentino, unendo le loro diverse storie e rendendo quindi più difficile risalire ad una versione storica.

La letteratura religiosa ritrae il santo come il guaritore degli epilettici e un protettore delle storie d’amore. Secondo alcune fonti, un secondo martire portando lo stesso nome era conosciuto per la celebrazione di matrimoni misti tra pagani e cristiani (tra cui quello passato alla storia di Sabino e Serapia) e sarebbe stato lui ad essere martirizzato per aver infranto la legge che impediva queste unioni.

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Molti sono gli aneddoti sulla vita del santo: un giorno, per riappacificare una coppia che litigava fece volare sopra di loro uno stormo di colombi, da cui il detto “piccioncini”; in un’altra occasione fu grazie ad una rosa che placcò gli animi di una coppia in procinto di separarsi.

Un’altra storia narra del suo breve soggiorno in prigione prima del suo martirio dove incontrò la figlia del carceriere: Giulia, nata ceca. Sarebbe nato un amore romantico tra i due mentre lei chiedeva a Valentino di descriverle il mondo mentre lei non l’aveva mai visto. Una sera, mentre lei portava un po’ di cibo a Valentino, si verificò un miracolo: un lampo di luce schiarì la cella assieme alla ragazza e per la prima volta nella sua vita Giulia poté vedere. L’annuncio di questo miracolo non piacque all’Imperatore Claudio II il Gotico detto “Il crudele”, che condannò a morte seduta stante Valentino che fu poi decapitato sulla Via Flaminia il 14 febbraio.

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Quando la festa dell’amore romantico soppiantò i riti di fertilità

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Il papa Pelagio I istituì la celebrazione del culto di san Valentino il 14 febbraio, andando così a soppiantare la memoria ancora vivida dei Lupercalia, un’antica festa pagana celebrata il 15 febbraio in onore di Luperco, un’antica divinità romana della fertilità identificato col lupo sacro a Marte, divenuto poi il Fauno dell’Esquilino, a Roma.

La celebrazione aveva una funzione purificatrice e propiziatoria, e portava dei giovani sacerdoti chiamati Luperci a correre seminudi nelle strade, vestiti solamente di una pelle di capra, e colpendo con una frusta fatta di strisce di pelle di capra la terra per risvegliarla e renderla feconda, fertile, e allo stesso modo le matrone che desideravano restare incinte si offrivano ai colpi (e ai desideri carnali) dei sacerdoti che incarnavano Luperco in vista di restare incinte.

Questa usanza affondava le radici secondo Ovidio nell’epoca in cui il popolo di re Romolo attraversò un lungo periodo di sterilità che superò grazie ad un oracolo della dea Giunone: solo il potere del Fauno avrebbe risvegliato la fertilità nelle donne. L’augure ne spiegò le modalità illustrate qui sopra e funzionò: dopo 10 lune le donne partorirono.

Durante i Lupercalia, lo spirito del Fauno riportava l’energia del caos, sovvertendo le regole e le leggi, permettendo la più lasciva libertà. Il libertinaggio sessuale ereditato dagli antichi culti della fertilità tuttavia male si conciliava con la nuove fede cristiana per cui fu scelto l’amore romantico di San Valentino per soppiantare l’amore carnale dei Lupercalia.

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Fonti:

Focus: la vera storia di San Valentino 
Lupercale 

Sandra “Eshewa” Saporito
Autrice e operatrice in Discipline Bio-Naturali
www.risorsedellanima.it





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