Questo video non è recentissimo, ma molto esplicativo, racconta di come l’essere umano, ad un certo punto, un punto che sicuramente potremmo identificare anche con gli ultimi 20-30 anni di storia, abbia iniziato una corsa tanto veloce, quanto feroce, verso la distruzione di sè e dell’ambiente, di come abbia dimenticato la ritualità ed il rispetto che in essa albergava a discapito prima di tutto di sè stesso ignorando progressivamente l’imprescindibile connessione che ci lega al contesto ed alla biodiversità circostante.
Man, questo il titolo del breve cartoon, mostra a ritmo accelerato quello che è successo dal momento in cui l’uomo ha incominciato a credere di essere non custode, ma proprietario del mondo, dimenticando però che anche in questo caso avrebbe dovuto, quantomeno, comportarsi come un responsabile possidente che sa gestire il suo patrimonio e le sue risorse, non come la versione feroce di un bambino goloso all’interno di un negozio di dolci che, incurante del male ca fa a sè stesso e della devastazione che si lascia alle spalle, continua a mangiare e buttare, buttare e mangiare.
Le specie animali più feroci sono state spinte, direttamente o indirettamente, all’estinzione e le più docili sono state allevate a scopo alimentare e sottomesse, uccise per le pellicce, straziate per la caccia, ridotte in schiavitù per azioni folli come quelle che costringono ad anni di “carcere” ingiustificato gli orsi della luna, allevati e rinchiusi in gabbia per l’estrazione della loro bile, che si ritiene abbia poteri afrodisiaci e medicamentosi.
Ad un certo punto sembra che l’uomo abbia smesso di guardare, che abbia rinunciato ad ammirare e gioire per ridursi semplicemente ad usare.
Nonostante la cruda ed a tratti, sarcastica, denuncia del video credo che si possa scegliere di reagire pensando che siamo incorreggibili distruttori e che non c’è più niente da fare o di reagire pensando che non vogliamo far parte di quella parte del genere umano, ricordandoci che ogni giorno ci sono persone che lottano e si sacrificano e a volte, sacrificano la loro stessa vita, per la salvaguardia di specie e territori, per far si che ognuno di noi si ricordi di quanta meraviglia ci sia nel mondo, che non vuol dire che non ci siano realtà crudeli e dolorose, ma che c’è anche altro, che esiste comunque il meraviglioso, quel sublime di Kantiana memoria di fronte al quale l’uomo atterrisce, vittima dell’incanto e dell’imponderabilità della vita e del mistero che la circonda.
Non c’è stato dato un manuale di istruzioni, sicuramente no, ma la possibilità di scelta, quella sì. Sta solo a noi scegliere se stare dalla parte di chi si ricorda ancora della meraviglia dell’universo o da quella di chi ricorda solo come spendere ciò che a questo universo è costato caro, troppo caro.
Vi lascio al video e ad una breve citazione Shakespeariana: “colui il quale nè la natura nè l’arte han reso istruito può ben lagnarsi di essere stato educato male, ovvero di essere nato da gente povera di spirito” William Shakespeare.