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Tomorden: una cittadina commestibile. Buone notizie dall'Inghilterra

Di Giordana - 21 Dicembre 2013


Ho la fortuna di abitare si in città, ma vicinissima ad un grande parco, un’area archeologica verde e ampia, uno sfogo che non ha prezzo in una città come Roma, all’interno ci sono anche degli orti “sociali” dove vengono portati bambini e ragazzi e dove sono organizzate lezioni, ma nessuno può cogliere nulla di ciò che è coltivato ed ogni volta mi chiedo perché un’area così grande non sia utilizzata, almeno in parte, per dare la possibilità ai cittadini di coltivare frutta e verdura e utilizzarle, non venderle ma utilizzarle, a scopo personale. Europa ci sono ettari ed ettari di terreno inutilizzati e molto spesso lasciati al degrado che potrebbero essere utilizzati in modo intelligente e sostenibile.

In Inghilterra, una cittadina dello Yorkshire, Todmorden ha deciso di rendersi indipendente dal punto di vista alimentare ed ha messo tutti gli appezzamenti di terreno, piccoli o grandi, a disposizione dei cittadini per creare orti urbani e coltivare quanto necessita al fabbisogno quotidiano, inoltre sono promossi corsi gratuiti per imparare a gestire un orto e mantenerlo al meglio.
L’iniziativa è stata di due donne della comunità locale ed è stata chiamata “Todmorden incredilble edible“, ha avuto un enorme successo, sono stati piantati 500 alberi da frutto ed è stato dato il via agli orti urbani, i terreni abbandonati, i vecchi cantieri, le aree verdi in disuso sono state risanate e rese agibili come orti, i cittadini che hanno subito creduto nel progetto prevedono di riuscire a rendere completamente indipendente Tomorden entro il 2018.

Ogni “coltivatore” prende ciò che gli è necessario e mette il restante a disposizione degli altri, in questo modo, progressivamente, la comunità sarà totalmente indipendente dal punto di vista alimentare. Sfruttando il terreno a disposizione e coltivando prodotti locali e di stagione, quindi facili da introdurre sul territorio ed idonei al clima locale, la comunità si augura di riuscire in 5 anni ad ottenere la completa indipendenza dalle dinamiche di mercato almeno per quanto riguarda il fabbisogno primario.
L’idea di condivisione che anima questa iniziativa è un passo importante ed un segno estremamente positivo in questo contesto sociale. Proprio qualche tempo fa mi è capitato di assistere ad un discussione tra due vicini di casa, uno aveva raccolto dei limoni da un albero che si trova nel giardino condominiale, l’altro lo accusava dicendo che il limone era si nel giardino, ma dal lato di proprietà dell’altro condominio, che i limoni appartenevano a non so quale condomino che li usava per il limoncello, ovviamente, ho visto gli stessi limoni marcire sull’albero.

 
Sicuramente non è capitato solo a me di assistere a scene del genere, ogni giorno ci rendiamo conto del degrado ambientale e dell’insostenibilità del mercato mondiale, ma cambiare si può e in fondo non è poi così difficile, in ogni città si potrebbe dar vita ad un’iniziativa cosi.
 

 





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