Alimentazione
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Farina bianca: il lato oscuro

Di Giordana - 5 Novembre 2013


Farina bianca, farina integrale, raffinata o no, ma infondo cosa cambia?
Cambia eccome!

Facciamo un passo indietro, per farina bianca si intende la farina che normalmente si trova come ingrediente base di pasta, dolci, biscotti etc. Il colore dovrebbe già dirci qualcosa infatti questo tipo di farina non ha niente a che vedere, o quasi, con la farina che una volta si otteneva dalla macina a pietra del seme del grano. Un esempio “cromatico” chi di voi è appassionato di cucina indiana lo può trovare nel famoso chapati, il pane indiano fatto con farina e acqua, se mangiato in India, nei villaggi o comunque lontani dalle grandi città, il colore è simile a quello del nostro pane integrale anche se comunque più chiaro, qui, o a Nuova Dheli è assolutamente bianco.

Il motivo? È stato privato di due elementi fondamentali e salutari: la crusca all’esterno ed il germe all’interno (l’embrione).

Ora bisogna considerare che un pane fatto con farina integrale è un ottimo alimento ricco di fibre e con un alto valore nutrizionale. Lo stesso non si può dire degli alimenti a base di farina bianca.

Durante la produzione della farina bianca circa la metà degli acidi grassi insaturi (di ottimo valore nutrizionale), si perdono a causa della fresatura ed il 90% della vitamina E se ne va nella rimozione di germe di grano e crusca. Inoltre il 50% del calcio, il 70% di fosforo, l’80% di ferro, il 98% di magnesio, il 75% di manganese, il 50% di potassio e il 65% del rame vengono annullati durante il processo di produzione, rendendola un “non alimento” che favorisce l’aumento di insulina e trigliceridi elevati con tutte le conseguenze del caso.

Il “pane bianco” è stato immesso sul mercato solo nell’ultimo cinquantennio ed è simbolo di benessere e ricchezza, ma come molti altri prodotti del finto benessere è anche lui “finto”.

Il colore estremamente bianco, qui in Italia la pratica in questione è vietata, ma si trova in molti prodotti di importazione, deriva da un raffinazione chimica, che come molte altre raffinazioni di alimenti è ottenuta grazie a dei solventi chimici, prevalentemente tossici.

In questo caso si tratta di: ossido di azoto, di cloro e il nitrosyl e perossido di benzoile miscelato con sali chimici vari. [Fonte: La farina 00 nociva]

Negli ultimi 50 anni prodotti come la farina bianca, lo zucchero raffinato, le bevande gassate e dolcificate sono diventati i simboli di quel morbido benessere con cui ancora la pubblicità ci nutre o tenta di farlo, simboli di quel velo di Maya che ormai ha fretta di essere squarciato a favore di una consapevole informazione che ci permetta di ripristinare la ricchezza e la sapienza dell’antica tradizione alimentare, non per tornare indietro, ma per andare finalmente avanti.





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