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Maltrattemento degli animali: il rapporto dell'Espresso

Di Valeria Bonora - 22 Febbraio 2013

Leggevo i giornali su Internet quando mi è capitato sotto mano il Rapporto dell’Espresso del 18 Febbraio sul maltrattamento degli animali, l’ho trovato estremamente interessante e lo voglio condividere con voi, perchè tutti devono sapere di che orrori è capace l’essere umano:

Il trasporto avviene nella notte, sperando di non incappare nei controlli. Quaranta femmine di maiali di 250 chili l’uno stipati in un autocarro con graffi e morsi ovunque, qualche capo non aveva più la coda, mangiata dagli altri suini. In un altro carico due mucche con vistose necrosi abbattute nel più vicino macello per evitare ulteriori sofferenze. Sono gli “animali a terra”, che non sono più in grado di affrontare il viaggio in piedi perché hanno le gambe spezzate oppure perché sono in fin di vita. Questo è apparso agli occhi delle pattuglie della stradale di Verona, che hanno intercettato un trasporto maledetto a gennaio.
Non sono (purtroppo) episodi sporadici i maltrattamenti durante il trasporto dei capi destinati alla macellazione, così dallo scorso dicembre sono iniziate operazione ad hoc della Polizia con controlli su tutta la filiera.
A Torino, Cuneo, Modena, Cremona, Brescia fino a Rovigo sono stati fermati 200 veicoli, oltre cento violazioni contestate e 51 mila euro di multe. «Trasportare in questo modo non è solo eticamente inaccettabile, ma illegale», commenta il vicepresidente della Lega antivivisezione (Lav) Roberto Bennati, aggiungendo che i «numerosi episodi di mucche a terra e di maltrattamento emersi durante i controlli lasciano intendere purtroppo che nel Nord-Est, e più in generale in Italia, fenomeni di sfruttamento siano ancora radicati e capillari».
Per mettere un freno ai “trasporti maledetti” l’Unione Europea già dal 2005 ha tracciato delle linee guida in materia, invitando i Paesi a rispettare le regole per ridurre al minimo lo stress a cui sono sottoposti tutti gli esseri viventi, riconosciuti nel trattato di Lisbona come dotati di sensibilità. Tutto rimasto sulla carta. Bestie sofferenti per le condizioni climatiche viaggiano a temperature inferiori ai 5 gradi sotto zero; mucche a fine carriera trasportate con mezzi che non rispettano la legge e che causano loro gravi ferite, e ancora capi spossati e gravemente stressati dalle condizioni di affollamento. Ma è solo la punta dell’iceberg di un universo di violenze.
Furti e uccisioni, fino alla macellazione abusiva. Questa la triste fine che fanno ogni anno centinaia di migliaia di bestie nelle mani, soprattutto, della criminalità organizzata. E lo sanno bene le Procure: dai dati del Ministero della Giustizia emerge che ogni ora viene aperto un nuovo fascicolo per reati contro di loro (circa 24 al giorno), mille indagati ogni anno e settecento provvedimenti solo per i maltrattamenti.
Ecco allora l’emergenza delle corse ippiche clandestine con decine di persone denunciate e quasi cento cavalli sequestrati ogni anno. Eppure mettere in piedi un ippodromo abusivo non è uno scherzo. Anche i combattimenti tra cani sono violenza gratuita, come la diffusione del traffico di cuccioli: nel 2011 sono stati bloccati alle frontiere 750 cani appena nati, per un valore complessivo dei sequestri di circa mezzo milione di euro.
E in campo sanitario, sono elevati i rischi per quella che la Lav chiama la “cupola del bestiame”: macellazioni clandestine e sofisticazioni alimentari con tentativi di controllare la filiera della carne con pericolosi risvolti per la sicurezza di quello che arriva sulle nostre tavole. Gli animali sono al centro di un giro d’affari per le attività illegali controllate dalle organizzazioni criminali che vale 3 miliardi di euro ogni anno. E’ il business delle “zoomafie”.
«In Italia, spiega Ciro Troiano, responsabile dell’osservatorio zoomafia dalla Lav, si presenta sempre più come un fenomeno parcellizzato tra illegalità ormai “storiche” e nuove frontiere criminali: in particolare i traffici di specie esotiche e non via Internet».

La crudeltà e lo sfruttamento di cani, cavalli e tante altre specie vanno a braccetto e nelle cronache finiscono solo come curiosità. Eppure sono centinaia: un pacco con oltre mille tartarughe d’acqua dolce, arrivato per posta dagli Stati Uniti, è stato intercettato la scorsa estate alle porte di Milano nell’ufficio di un corriere. Un macaco del Giappone, specie protetta dalla convenzione di Washinghton e considerata pericolosa, è stato ritrovato che vagava nelle campagne del Chianti dopo essere stato abbandonato. Cavalli lasciati nei propri escrementi da stallieri senza scrupoli. Niente, non ce la facciamo. Gli amici dell’uomo sono figli di un Dio minore e noi possiamo farne quello che vogliamo.
Eppure la Cassazione ha pronunciato lo scorso marzo una sentenza storica in cui chiarisce che i “delitti di maltrattamento e uccisione sono sempre applicabili a qualunque specie, anche in presenza di leggi speciali (previste per i circhi, sperimentazione e allevamento)“, confermando che la legge sul maltrattamento “non tutela soltanto cani e gatti”. Così l’Ente nazionale protezione animali ha avvisato cacciatori, circensi, vivisettori, pescatori e allevatori: «nel caso in cui si rendano responsabili di delitti contro ogni specie, non potranno più nascondersi dietro un dito e invocare l’immunità connessa alla natura dell’attività che essi svolgono». Perché non mancano ambiti “inusuali” in cui il maltrattamento comincia ad essere giudicato per quello che prevede la legge. Ecco il caso del professore milanese che ha ucciso due conigli in un’aula di un istituto superiore, durante la lezione di biologia, oppure la veterinaria di uno stabilimento in cui si praticava clandestinamente la sperimentazione animale, che ha patteggiato due mesi di reclusione.
E poi l’orrore di cani costretti a fare sesso con donne che ha portato la Cassazione a pronunciarsi lo scorso 13 dicembre contro un allevatore di Bolzano: «anche se non esiste una legge che espressamente lo vieta, la zooerastia costituisce reato».
 

Un rapporto denuncia che inquadra la situazione, purtroppo reale, nel quale ci troviamo tutti i giorni inconsapevoli di quello che accade nelle aree “buie” delle città.
A voi i commenti.
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