Psicologia

15 ottobre, giornata del lutto perinatale: come onorare la memoria del proprio bambino

Di Sandra Saporito - 14 Ottobre 2024

Il lutto perinatale (detto anche babyloss) è un dramma che nessun genitore vorrebbe mai dover affrontare nella sua vita eppure colpisce le famiglie più spesso di quello che si crede perché di questo non si parla molto. Fa troppo male. Si cerca di andare avanti con una cicatrice sul cuore che porta un nome avvolto dal dolore. Il 15 ottobre invece molte associazioni daranno il via ad un’onda di luce per accendere i riflettori su questo tema, fare capire ai tanti genitori di piccoli angeli che non sono soli e ricordare tutti i bambini volati in cielo.

Cos’è il lutto perinatale?

Molti definiscono il lutto perinatale come la perdita di un bambino tra le seconda metà di gestazione e le prime settimane dopo il parto, ma personalmente mi sento più affine al pensiero di CiaoLapo Onlus che dichiara: “Sappiamo da numerosi studi clinici e ricerche che il lutto non ha peso e non ha misure, perché è soggettivo. Quindi, tutto ciò che, a livello simbolico o fisico si configura come una perdita dal concepimento al primo anno dopo il parto è un lutto perinatale”.

Un tale dramma non necessità di definizioni teoriche per essere legittimato. Il lutto è una questione personale, che tocca le profondità dell’essere e nessuno può invalidare la tristezza, la rabbia, l’esperienza tragica dei genitori soltanto perché non entra nei termini accademici. Non importa se la gravidanza era appena iniziata oppure se il piccolo aveva qualche mese. Il dolore che questa ferita comporta è immenso e non è facile da spiegare, motivo per il quale i genitori di questi piccoli angeli hanno bisogno di sentirsi sostenuti e accolti nel loro dolore, senza doverlo nascondere, senza sentirsi giudicati.

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Il lutto perinatale e il dolore dei genitori

Una mamma piange il suo bambino
Fonte: Pexels.com

Ci sono sogni, speranze infrante, una vita che non si vivrà mai. Quando l’ultimo battito lascia spazio al silenzio, è come un terremoto che manda il nostro mondo in frantumi. Dopo lo shock, possono sorgere un senso di stordimento, d’estraniazione, la rabbia, la depressione. Alcuni genitori sviluppano un disturbo post-traumatico da stress, a volte anche la coppia trema.

Superare una tale perdita non è facile, richiede tempo, delicatezza e sostegno. E va precisato: superare non significa dimenticare, anzi! Un modo per elaborare il lutto perinatale è proprio quello di onorare la memoria del bambino, anche se abbiamo il cuore a pezzi. E cosa fare di tutti questi frammenti di noi quando il futuro sembra scomparire? Essere compassionevoli con noi stessi, darsi tempo per guardare con attenzione quelle schegge di cuore e prendersene cura. Avere pazienza, essere indulgenti con sé, col partner che potrà vivere questo lutto in maniera diversa.

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Non ci sarà quel domani. Ma c’è oggi, e poi ce ne sarà un altro, e un altro oggi ancora. E piano piano quei frammenti diventeranno un mosaico, un’opera che brillerà come le lacrime alla luce del sole.

Il lutto ci trasforma, attraversiamo le sue fasi come un viaggio in una selva oscura attraverso la quale ogni tanto spunta un raggio di sole. Poi, ad un tratto ci sembra di percepire la presenza di chi manca, una esistenza che sembra svanire come un soffio di vento ma dopo un po’ ci accorgiamo che non scompare. Cambia forma. Si mostra, si manifesta proprio nella luce, solo che è così brillante che noi vediamo tutto buio, non riusciamo a vederla con gli occhi, ma la sentiamo, la percepiamo. Quel nome che ci portiamo dentro vibra. Vive nel nostro cuore. È solo dall’altra parte del velo. Riconoscerlo e onorarlo potrà essere una tappa importante di questo viaggio di guarigione.

Come onorare la memoria del proprio bambino

Ricordare il bambino che non c'è più
Fonte: Pexels.com

Riconoscergli il suo posto nell’albero genealogico

Questi figli non cammineranno nel mondo ma vivranno nel cuore dei loro genitori e lasceranno un’impronta importante nella storia famigliare, motivo per il quale riconoscere a questi bambini che non hanno potuto crescere il loro posto nell’albero genealogico è un atto d’amore. Se ne sono andati troppo presto ma ciò non significa che non siano mai esistiti. Celebrare con amore e gratitudine queste anime che hanno fatto un breve viaggio quaggiù, che sono rimaste con noi anche se per pochissimo tempo e ora continuano il loro percorso al di là del velo può essere d’aiuto anche nell’elaborazione del lutto.

Riconoscere il posto che il proprio bambino ha occupato sia nella coppia che nell’intera famiglia è fondamentale perché lo sono stati il suo tempo, la sua vita, le emozioni provate per lui, gli attimi condivisi. Per l’albero genealogico, quel bambino è un ramo protratto verso la luce, coperto di tante foglie, tante quante sono i ricordi che portano il suo nome. Lui lo ricorderà sempre. Il suo ricordo verrà impresso nell’inconscio famigliare.

Il suo non è un posto vuoto, per cui inserire il suo nome e la sua data di rinascita nella luce nell’albero genealogico può rappresentare un atto sacro d’ amore, di riconoscimento, di rispetto verso la sua esistenza.

Piccoli rituali per celebrare un’anima speciale

Possiamo onorare la memoria del bambino anche attraverso dei piccoli rituali semplici che ci sono propri, o attraverso la creazione di un altarino per esempio.

Durante il Dia de Los Muertos in Messico, il 30 e 31 ottobre si celebrano i piccolissimi deceduti entro il primo anno di vita, mentre il 1 novembre è dedicato ai bambini e agli adolescenti. I genitori, fratelli e sorelle creano degli altari in loro memoria sui quali vengono deposti dei fiori e delle candele di colore bianco, simbolo di purezza ed innocenza, assieme a dei dolcetti di zucchero a forma di animali, scarpette, ecc. per festeggiare secondo la tradizione messicana il loro ritorno in famiglia durante il periodo in cui il velo tra i due mondi si assottiglia.

Creare, unire, informare in suo onore

Alcuni genitori onorano la memoria dei loro bambini attraverso l’arte o la creazione di attività significative: scrivono storie di cui i piccoli sono protagonisti, reinvestono le loro emozioni in progetti che parlano del loro amore, costituiscono delle associazioni di aiuto,…

La CiaoLapo Onlus è nata così, da Claudia Ravaldi e Alfredo Vannacci dopo la morte del loro figlio Lapo, nato senza vita al termine della gravidanza; ma anche l’associazione Semi per la SIDS (la SIDS è conosciuta anche come “morte in culla”) è portata avanti dal 1991 da numerosi genitori che hanno perso un bambino poco dopo la nascita.

Esistono molte associazioni e fondazioni nel mondo create da genitori in onore dei loro bimbi. Loro non sono più qui ma in qualche modo cambiano il mondo dando ai loro genitori la forza e un motivo per lottare.

Il 15 ottobre, un’onda di luce illuminerà il mondo e i nostri cuori

Il 15 ottobre si terrà il Baby Loss Awareness Day, ovvero la Giornata Mondiale dedicata alla consapevolezza sul lutto perinatale.

Questa iniziativa serve ad aiutare i genitori che hanno perso un bambino a sapere che non sono soli, che ci sono mani tese che possono aiutarli ad affrontare la loro perdita, ma serve anche a sensibilizzare la società sul lutto perinatale, a rompere il silenzio, a chiedere l’istituzione di linee-guide nazionali per un’assistenza rispettosa di fronte alla perdita di queste piccole vite.

Il 15 ottobre, alle 19 (ora italiana) ogni famiglia toccata dal lutto perinatale è invitata ad accendere una candela da porre alla finestra per un’ora in memoria di quel bambino volato via troppo presto.

Il 15 ottobre ci sarà un'onda di luce per i bimbi in cielo
Fonte: Pexels.com

Alcuni comuni illumineranno gli edifici con un colore blu e/o rosa, tutti assieme creeremo un’onda di luce che viaggerà di paese in paese, seguendo i fusi orari. Hanno già risposto all’appello 50 paesi nel mondo e in Italia i comuni di Pavia, Vimercate, Padova, Trieste, il Comune di Santa Maria Capua Vetere in Campania,… molti altri seguiranno.

Si accenderà un’onda di luce per ricordare quelle piccole anime che brillano ora nel cielo e nei cuori di altrettanti mamme e papà nel mondo. Perché meritano di essere celebrati, ricordati nella luce e nell’Amore. Quello con la “A” maiuscola.

A tutti i bambini che non vedremo crescere… Grazie per averci insegnato ad espandere il nostro cuore oltre il dolore, oltre i confini del mondo.
Omnia vincit amor.

Fonti e approfondimenti

Fondazione CiaoLapo ETSSemi per la SIDS Onlus OSIDEA: Progetto Ri-Vivere 

Sandra Saporito





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