Psicologia

Leoni da tastiera: l’aggressività dietro ad uno schermo

Di Redazione - 19 Aprile 2023

I grandi odiatori hanno se stessi come bersaglio. Si ammalano di odio. Puntano la pistola contro qualcuno per non puntarla contro se stessi.

Edoardo Albinati, Cronistoria di un pensiero infame, 2018

Vengono chiamati “leoni da tastiera” e sono quelle persone che in rete hanno un atteggiamento offensivo nei confronti di altri utenti o di notizie giornalistiche. In realtà capita un po’ tutti di essere “leoni da tastiera” quando attraverso il telefono o il computer, nelle chat, nei social o commentando notizie dei giornali ci poniamo in modo aggressivo o polemico o offensivo.

Lo schermo toglie ogni limite e inibizione e frasi che non riusciamo a pronunciare dal vivo vengono invece facilmente scritte e pubblicate ferendo gli altri, creando malcontento, dando il via a dinamiche sociali distruttive. Questo nascondersi dietro a telefoni e computer permette alla nostra aggressività più primitiva (e quindi distruttiva) di agire indisturbata e di fare enormi danni, questo vale sia per gli adulti sia per i fanciulli e ragazzi che entrano in questo mondo virtuale senza difese mature per poter gestire la situazione.

Abbiamo, come sempre, oltrepassato il limite oltre il quale la tecnologia da costruttiva si trasforma in distruttiva.

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Leoni da tastiera: un fenomeno sempre più presente

ragazzi con il telefono
Credit foto
©Pixabay

La tastiera e i social tolgono umanità agli esseri umani e sputare le proprie sentenze vigliacche e gratuite è quanto mai facile. E’ come tirare la pietra e nascondere la mano, fingersi bravi padri di famiglia e professionisti impeccabili per poi trasformarsi in seminatori di cattiveria online. 

Barbara Massaro, su Panorama,  2017

E’ facile criticare, giudicare, far uscire il proprio malcontento, soprattutto se non si ha un confronto diretto e di persona. Internet, da questo punto di vista, è divenuto un grande contenitore di lamentele, di critiche, di commenti scritti di fretta e con superficialità. Ormai, anche molti giornalisti, purtroppo, scrivono così.

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Chi si lascia influenzare e travolgere da questo mondo virtuale corre grandi rischi: di salute, emotivi, di benessere in generale. Sempre di più, infatti, siamo obbligati ad avere a che fare con questo modo di comunicare (per lavoro per esempio) e se non siamo consapevoli di come utilizziamo la tecnologia rischiamo di divenirne succubi. Cerchiamo di proteggere noi stessi e soprattutto i ragazzi da questo utilizzo non sano dei mezzi di comunicazione.

I leoni da tastiera non fanno che rendere evidente un meccanismo relazionale disfunzionale che è ritenuto oggigiorno normale: cercare la mediazione di una macchina per interagire con un altro essere umano non è evoluzione. La tecnologia ci può venire in aiuto per un semplice scambio di informazioni, può velocizzare la burocrazia, può alleggerire la vita di tutti i giorni, ma non può sostituire la relazione! Per poterla trasformare in un buon supporto alla relazione dobbiamo educarci ed educare le nuove generazioni ad un sano uso dei mezzi tecnologici comunicativi: fino ad allora non dovremo relazionarci tramite le tastiere (intendendo con relazione uno scambio profondo e arricchente tra individualità).

Quello che servirebbe è una cultura della civiltà online insegnando a scuola il rispetto per il prossimo e la dignità delle persone che vivono dall’altra parte della tastiera. Una sorta di educazione civica 2.0 della quale si sente profondamente la mancanza.

Barbara Massaro, su Panorama,  2017

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Come domare il leone da tastiera

Come detto in precedenza i leoni da tastiera siamo tutti noi ogni qual volta scriviamo polemiche, critiche, offese, insulti nei social o nelle chat di gruppo. Quando sentiamo l’irrefrenabile impulso di scrivere la nostra, di mettere a tacere quella persona, di dire in malo modo ciò che non ci va. E’ un po’ la stessa cosa di quando ci sale la rabbia e ci piacerebbe rompere tutto per sfogarci. E’ quel bisogno di agire nell’immediato per dar sfogo alle nostre emozioni. Ma, se solo provassimo a rimanere fermi e zitti e ad attendere che l’emozione faccia il suo corso, ci renderemo conto che ciò che volevamo fare, dire o scrivere non è più tanto importante, che i nostri pensieri hanno assunto un’altra forma rispetto alla precedente, che la rabbia è passata lasciando il posto ad uno sguardo interiore che ha compreso cose, che ha scelto vie nuove da imboccare, che tutto è più chiaro e che quel nostro desiderio impellente di scrivere quella cosa di certo non avrebbe aiutato nel cammino di comprensione di se stessi.

Quando accade qualcosa che ci dà fastidio la via costruttiva da seguire è quella di rimanere in noi stessi, di ascoltare i nostri pensieri, di non darli in pasto ad altri prima del dovuto, di farli emergere solo dopo averli masticati e digeriti bene. Il problema è che non siamo più abituati a stare fermi: preferiamo agire, con qualsiasi azione.

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Il web ha creato nuove forme di relazione. Gli uomini sono diventati più narcisisti. Internet offre la possibilità di mettesi al centro dell’attenzione e di partecipare attivamente persino a campagne denigratorie contro altri. Questo tipo di narcisismo, una volta appannaggio solo di nobili e potenti, con Internet si è diffuso in modo velocissimo e a livello mondiale. Con la tracotanza del singolo, che si sente unico e potente grazie alla rete, la società collegata in rete è diventata disumana.

Reinhold Messner, La vita secondo me, 2014

A questo punto c’è da chiedersi: che relazioni vogliamo instaurare? E la via da seguire arriverà chiara.

Elena Bernabè





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