Il difficile non è raggiungere qualcosa, è liberarsi dalla condizione in cui si è.
(Marguerite Duras)
Trovare il coraggio di stare bene. Sembra un’assurdità e invece è proprio di questo che abbiamo bisogno. Uscire dal labirinto delle nostre convinzioni e credenze e permetterci di essere in pace. Con noi stessi e con il mondo circostante.
Spesso non riusciamo (o non vogliamo) stare bene a causa di maschere che ci obblighiamo a indossare, a causa di sensi di colpa che non ci appartengono, a causa del divieto di felicità che ci autoinfliggiamo. E impieghiamo tutte le nostre forze ed energie ad obbedire a questi ordini interiori. Sembra incredibile eppure ogni nostra giornata viene vissuta seguendo rigidamente queste regole che ormai fanno parte di noi: ci identifichiamo con questi dettati interiori. Agiamo in base a bisogni e necessità che non generano dal nostro più intimo e autentico volere, ma dalla nostra partecipazione che reputiamo obbligata ad un copione di vita non scelto da noi ma imposto, per esempio, dalla nostra storia familiare e sociale.
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Ci troviamo, quindi, ad ammalarci continuamente, a sentirci sempre fuori luogo, a non riuscire ad avere relazioni costruttive, ad essere sempre sulla difensiva, a sentirci vuoti, tristi, depressi. Tutto questo perché non permettiamo a noi stessi di stare bene.
“La felicità viene vissuta come pericolosa, perché rende soli. Lo stesso vale per la soluzione. Viene vissuta come pericolosa, perché rende soli. Invece con il problema e con l’infelicità si è in compagnia.”
Bert Hellinger
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Ci vuole un permesso per stare bene?
Stare bene vuol dire sentirsi in armonia con se stessi e con gli altri, accogliere tutte le parti della propria interiorità (anche quelle più buie) riconoscendole come necessarie alla nostra crescita di individui, stare bene vuol dire essere presenti a se stessi, conoscersi, amarsi, essere consapevoli di vedere nel mondo e nelle sue manifestazioni uno specchio di ciò che si è, scegliere di rimanere da soli invece di optare per una compagnia disfunzionale, essere aperti alla vita e a tutti i suoi accadimenti, NON avere come guide quotidiane credenze, convinzioni, paure. Stare bene è molto più complesso di stare male. Non è una condizione umana che trova facili vie di realizzazione, soprattutto in un momento storico e sociale come quello che stiamo vivendo. Ci vuole coraggio a stare bene, il coraggio autentico che non è altro che la via del cuore. Ma chi lo sente più questo cuore che pulsa? Chi dà ancora retta alle sue parole d’amore?
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Ecco perché dobbiamo darci il permesso di stare bene, concedere al nostro cuore di parlarci, metterci in ascolto della nostra interiorità. Senza questo permesso rimaniamo bloccati nel nostro copione di vita e ripetiamo giorno dopo giorno la solita parte.
“I problemi che abbiamo sono solo quelli che desideriamo avere. Siamo legati alle nostre difficoltà.”
Alejandro Jodorowsky
Come darci il permesso di stare bene
Per uscire da relazioni che non ci arricchiscono più, per cambiare lavoro, città o casa, per poter vedere il mondo con occhi nuovi è necessario un permesso speciale fatto di tante concessioni: con questo nostro sì all’esistenza diamo a noi stessi la benedizione di voler stare meglio, ci concediamo la libertà di non seguire più quel copione di vita, ci permettiamo la libertà di scelta. Spesso attendiamo che siano gli altri a darci queste benedizioni, ma siamo solo noi stessi a potercele donare.
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Facciamo fatica a darci questo permesso speciale perché spesso non sentiamo di meritarcelo e, di conseguenza, inventiamo mille scuse per non attuarlo. Ma tutti, proprio tutti, essendo in vita, siamo meritevoli di questo permesso. Anzi, abbiamo proprio il dovere di metterlo in pratica.
Il primo passo da compiere per poter concederci il permesso a stare bene è un passo semplice ma molto efficace. Iniziamo a ripetere nella nostra mente ogni giorno “Mi do il permesso di stare bene!”. E’ ormai noto il potere della parola, anche solo pensata, e come la mente può orientare pensieri, azioni, relazioni e accadimenti di vita. Ripetere questa frase più volte al giorno ci aiuta a sintonizzarsi sulle onde del nostro cuore. Può essere solo pensata o addirittura cantata, recitata come una preghiera la mattina appena aperti gli occhi o la sera poco prima di addormentarsi, può divenire il titolo di una poesia o il fulcro di una canzone, il tema di un’opera teatrale, un tatuaggio. L’importante è che inizi a far parte delle nostre vite, a divenire una frase famigliare come il “grazie” in risposta ad un gesto di cura.
Un secondo passo da compiere è quello di sperimentare situazioni di vita che solitamente non ci appartengono. Se, per esempio, arriviamo sempre tardi ad un appuntamento proviamo, per una volta, ad arrivare in anticipo e viceversa. Se tendiamo a parlare sempre quando partecipiamo ad una discussione proviamo a rimanere in silenzio e viceversa. Sono tutti modi per esercitare la nostra flessibilità nella vita, vie per provare ad abbandonare il nostro copione esistenziale e percepire come ci troviamo nelle varie situazioni.
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Il terzo passo consiste nel provare a darsi regole interiori diverse da quelle credute fino ad oggi. Se per esempio abbiamo sempre pensato: “mia mamma non riuscirà mai a comprendermi”, proviamo a sostituire nella nostra mente questa frase con “mia mamma riuscirà a comprendermi se le do la possibilità di farlo“. I pensieri sono dinamiche interiori vive che hanno bisogno di cambiare nel tempo, se rimangono immobili, stabili, immutati si trasformano in pietre che pesano e che ci trascinano in un baratro senza fine.
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Un quarto passo è quello di iniziare a vivere l’incontro con qualsiasi persona come un arricchimento interiore. Se non ci riusciamo è perché le nostre convinzioni, i nostri pregiudizi e le nostre credenze ostacolano questo incontro di anime: preferiamo rimanere in superficie per convalidare le nostre ipotesi su quella persona invece di tuffarci nelle nostre interiorità reciproche ed essere pronti ad accogliere il tesoro che ne uscirà.
Una delle più grandi gioie della vita è incontrarsi con un’altra persona e poter parlare allo stesso livello.
Sperimentare il piacere di essere di fronte a qualcuno non per parlare di sé, ma per vibrare insieme sullo stesso registro.(Alejandro Jodorowsky)
Stare bene è una scelta di coraggio
Spesso ci diamo più divieti che permessi e lo facciamo il più delle volte in modo inconsapevole. Se vogliamo però puntare alla libertà interiore, alla quiete dell’anima e al vero stare bene dobbiamo iniziare a invertire la rotta. La nostra missione terrena ai giorni d’oggi forse è un po’ questa: riconquistarci i permessi di vivere bene, permessi che sono nascosti sotto cumuli di scuse e di paure. E’ ora di farli emergere questi preziosi permessi: è l’unico modo per vivere davvero!