Curiosità

Il Carciofo Non E' Una Verdura Ma Un Fiore Di Rara Bellezza

Di Valeria Bonora - 11 Ottobre 2018

Forse non tutti sanno che il carciofo non è una verdura ma è un fiore, un bellissimo fiore che se lasciato sbocciare è capace di lasciare a bocca aperta chiunque ami il colore viola.

Credit foto ©Pixabay

L’origine di questa pianta è antichissima, tipicamente mediterranea era già conosciuta agli egizi che al tempo di Tolomeo Everegete, re dell’Egitto dal 246 al 221 a.C., lo faceva mangiare ai soldati per renderli più forti e coraggiosi; in Italia arrivò grazie agli etruschi, nell’anno mille gli arabi lo portarono dalla Sicilia alla Spagna mentre nel 1466 Filippo Strozzi lo portò da Napoli a Firenze mentre Caterina de’ Medici, golosa dei cuori di carciofo, lo esportò fino in Francia quando sposò il re Enrico II.

Galeno lo raccomandava ai suoi pazienti come diuretico e rilassante, Decio Bruno Columella, lo scrittore che redisse il trattato De re rustica, dodici volumi che rappresentano la maggiore fonte di conoscenza sull’agricoltura romana, lo considerava caro a Bacco e ne presenta il suo utilizzo sia nella cucina romana che come pianta medicinale.

Plinio il Vecchio nella sua opera Naturalis Historia, lo elogia come un depuratore e tonificante ma anche come afrodisiaco e cura efficace contro le calvizie; anche Teofrasto nella sua Storia delle piante ed Esiodo in Opere e giorni ne parlano come una pianta dalle mille virtù.

La Framboisière, il medico personale di Luigi XIII, scriveva: “I carciofi scaldano il sangue e spronano in modo naturale al gioco amoroso di Venere, sono buoni per lo stomaco e fanno venire appetito, sono tanto apprezzati per la loro bontà che non si combina un sontuoso banchetto senza carciofi”.

In Inghilterra il carciofo arrivò grazie agli olandesi, se ne hanno testimonianze presso l’orto di Enrico VIII, nel Newhall, risalenti al 1530.

Solo nel secolo XVIII questa pianta arrivò fino in America grazie ai coloni spagnoli.

Il suo nome, Cynara scolymus, che deriva dall’arabo خرشوف‎ (Al-Kharsuf) che significa spina di terra o pianta che punge, lo si deve ad una leggenda greca che vede una ninfa trasformata in questo fiore dal dio Zeus.

Credit foto ©Pixabay

La leggenda di Cynara

Cynara era un splendida ninfa dai capelli color cenere e dagli occhi verdi con delicate sfumature di viola, le ninfe erano divinità minori legate alla natura che vivevano solitamente in stagni o laghi, sui monti o nei boschi.

L’estrema bellezza di Cynara, le sue forme sinuose e il suo portamento elegante fecero si che di lei si innamorò il dio Zeus; ma lei era orgogliosa e volubile e non volle mai cedere alle lusinghe e alla lunga corte che il dio le fece.

Questo fece sentite Zeus oltraggiato, nessuna ninfa poteva resistere al re degli dei, al punto che un giorno, in un moto d’ira, la trasformò in una pianta che le assomigliava: verde, spinosa ad indicare le tante pene che il dio patì per la gelosia, e coriacea all’esterno… ma in cui si nascondeva un cuore tenero e dolce proprio come quello della ninfa di cui si era follemente innamorato. Inoltre il centro della pianta doveva ricordare i suoi occhi per questo diede alla pianta il colore viola che si rivela solo dopo la sua fioritura completa.

Oggi esistono diverse ibridazioni ottenute nell’arco di decenni come ad esempio il carciofo romano che ha una forma più rotonda e non ha quasi barba al suo interno, oppure il carciofo sardo o ligure molto affusolato e spinoso.

Dal punto di vista gastronomico e nutrizionale, il carciofo è privo di grassi e ricco di calcio, potassio e fibre inoltre contiene la cinarina, uno stimolante della secrezione biliare che aiuta a proteggere e a disintossicare il fegato; le sue proprietà si ritrovano soprattutto nelle foglie le quali aiutano a stimolare la diuresi e ad abbassare il colesterolo nel sangue, oltre a mantenere la pelle sana e luminosa, invece le radici sono utili come digestivo e diuretico. I suoi fiori viola vengono usati per il loro contenuto di lab-fermento (chimosina), usato come caglio del latte.

Se volete usare i carciofi come cura per i calcoli biliari potete versare in acqua calda una manciata di foglie e lasciarle in infusione per una decina di minuti, questo infuso andrà bevuto a digiuno e alla sera prima di coricarsi.

Se invece si vuole curare l’anemia si può far bollire due cucchiai di foglie in mezzo litro di acqua per 5 minuti e berne una tazza dopo i pasti.

Le radici invece vanno bollite a fuoco basso per 10 minuti in mezzo litro di acqua, una volta filtrata, questa bevanda bevuta nell’arco della giornata è un ottimo diuretico.

Infine col cuore del carciofo si può preparare una maschera per il viso, basta frullarlo con un po’ di limone e spalmare la crema ottenuta sul viso, lasciandola agire per una ventina di minuti si avrà una pelle più colorita, luminosa ed elastica.

Ricetta dei carciofi in umido

Pulire bene i carciofi, eliminare le foglie esterne più coriacee e le spine, eliminare anche la barba se presente, massaggiarli con del succo di limone per evitare l’ossidazione e tagliarli in spicchi più o meno uguali. In una pentola dai bordi alti mettere abbondane olio evo e due spicchi d’aglio far rosolare leggermente e aggiungere i carciofi, aggiungere acqua fino a ricoprirli e sale quanto basta.

Lasciare cuocere a fuoco basso per 15-20 minuti (dipende dalle quantità) verificandone la morbidezza con una forchetta, quasi a fine cottura spolverare con prezzemolo o mentuccia tritata e aggiustare di sale e pepe.

Curiosità sul carciofo

Lo sapevate che sognare il carciofo significa esporsi a grandi fatiche per conquistare la persona amata?

E scommetto che non sapevate neppure che Pablo Neruda compose un’Ode al carciofo:

Il carciofo dal tenero cuore si vestì da guerriero,
ispida edificò una piccola cupola,
si mantenne all’asciutto sotto le sue squame…

Bene ora sapete tutto su questo buonissimo e bellissimo fiore, potete scegliere se mangiarlo, farne delle tisane curative o regalarlo proprio come fareste con un mazzo di rose!

Articolo scritto da Valeria Bonoravaleria2174.wix.com





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