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Siete Madri Troppo Stanche? Attente alla Sindrome da Burnout

Di Valeria Bonora - 3 Luglio 2018

La definizione fornita da Wikipedia per la sindrome da burnout (o più semplicemente burnout) è: “esito patologico di un processo stressogeno che interessa, in varia misura, diversi operatori e professionisti che sono impegnati quotidianamente e ripetutamente in attività che implicano le relazioni interpersonali”.

Sindrome-da-burnout

Quindi perché una madre dovrebbe soffrire della patologia di burnout? La risposta è semplice, le mamme vogliono avere tutto sotto controllo: lavoro, famiglia, casa, amici… e se è vero che non si tratta di una “professione”, l’essere madri implica una certa responsabilità che sommata alle altre che la vita impone, diventa impegnativa oltre ogni limite.

Una madre, ma anche un padre, spesso mette le priorità dei propri figli davanti alla proprie, e questo è sbagliato perché si innesca una catena di eventi che porta a stress che finisce poi per disgregare anche i rapporti con i figli.

La stanchezza è uno dei primi sintomi, ma sfocia presto in stress intenso che finisce per intaccare i rapporti famigliari, lavorativi e a spingere in una spirale discendente che non porta altro che ad ulteriore stress e all’inevitabile perdita di se stesse.

La sensazione che tutto vada male e che si stia perdendo il controllo è la seconda fase della sindrome da burnout, queste sensazioni creano stress che a sua volta viene visto dal corpo come pericolo e quindi produce cortisolo e adrenalina che, proprio come in una situazione primitiva ed istintiva, consentono di difendersi. Il problema è che questo stress è dettato da una sensazione di inadeguatezza e non da una reale situazione di pericolo, è quindi fondamentale suddividere e catalogare le priorità, le cose più importanti da quella a cui si può dire “ci penserò poi“.

Sindrome-da-burnout

Sempre su Wikipedia si legge: “il burnout” colpisce in misura prevalente coloro che svolgono le cosiddette professioni d’aiuto o “helping professions” ma anche coloro che entrano continuamente in contatto con persone che vivono stati di disagio o sofferenza.

Nel caso delle mamme si può parlare di sindrome da burnout perché si impegnano troppo ad aiutare i propri figli, detta così chiunque potrebbe ribadire che i figli non si possono non aiutare se hanno bisogno, ma pensiamoci un attimo, hanno davvero tutto questo bisogno dai genitori? O è possibile che le mamme ed i papà siano diventati iper-protettivi, iper-attenti alle esigenze dei figli anche quando non sono strettamente necessarie?

Vi faccio un esempio: Andate in un parco guardatevi intorno e noterete che vi sono genitori che non lasciano i propri figli realmente liberi di esplorare o giocare come vorrebbero, è un continuo “stai attento“, “non fare così che cadi“, “guarda che ti sporchi“… questo atteggiamento risulta stressante, perché il bambino cadrà comunque e si sporcherà inevitabilmente, e questo porterà come conseguenza stress al genitore che penserà di non essere stato in grado di evitare quel ginocchio sbucciato. Questa situazione deleteria è una di quelle in cui una mamma o un papà possono dire… “ci penserò dopo“, un ginocchio sbucciato si può curare con un cerotto e un pantalone sporco si può sempre lavare al contrario l’apprensione e lo stress non sono così facili da mandare via.

Sempre con un occhio vigile ovviamente si può aver cura dei propri figli senza farne un’ossessione, separando, come dicevo prima, le priorità: se il figlio sta per correre in mezzo alla strada lo si deve fermare, ma se sta per mettersi a scavare la terra lo si può lasciar fare e rilassarsi 5 minuti.

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Un altro aspetto da non sottovalutare è il voler conciliare tutte le attività che ci riserva la vita: lavoro, figli, amici, casa, è impensabile poter lavorare tutto il giorno, uscire la sera con gli amici, gestire i compiti dei figli, pulire casa tutto insieme, anche in questo caso è necessario dare delle priorità, il corpo si stanca è inevitabile e il non riposo causa stress e ritorniamo alla causa principale del burnout.

Le mamme sfinite devono fare una scaletta di impegni e poi toglierne qualcuno fino a quando la giornata non diventa tranquilla, non ci sono più impegni che si sovrappongono e cose da fare di corsa, e soprattutto dedicare una parte di questa lista al riposo o alla cura di se stesse.

Per compilare questa lista ci sono alcuni punti da tenere in considerazione e primo su tutti il fatto di accettare di non poter fare tutto: il tempo è quello che è e nessuno è dotato di super-velocità, quindi quando si compila la lista delle cose da fare è importante valutare il tempo che ogni cosa richiederà e nel caso delegare a qualcun altro alcune delle cose che ci sono da fare, ad esempio se al rientro dal lavoro si deve correre in lavanderia e poi a prendere il figlio a scuola è meglio che in lavanderia o ci va un altro giorno oppure mandi qualcun altro, si avranno quei 10 minuti in più per fare le cose con calma e magari una passeggiata con il proprio figlio.

La casa è in disordine? Pazienza, non casca il mondo, dedicare 10 minuti ad un pediluvio o a giocare con il proprio bimbo è meglio e rilassa, cosa fondamentale per eliminare lo stress.

Di cosa si può fare a meno? E’ importante capirlo quando si stila la lista delle priorità, in modo da eliminare il superfluo, ma attenzione non eliminate sempre le cose per voi, tipo parrucchiere o manicure, eliminate piuttosto la riunione con le mamme per la festa dell’asilo… che si sa vi capiterà poi di trovarvi invischiate in impegni ancora maggiori tipo creare una torta a tre piani con la frutta esotica fresca senza glutine e gli origami di carta commestibile come decorazione!!

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Infine bisogna assolutamente imparare a non colpevolizzarsi se le cose non vanno come si era programmato, la colpa blocca e riporta al circolo vizioso dello stress, bisogna invece cercare le cause che hanno portato alla non soluzione e farne tesoro per la prossima volta.

Essere mamme o papà non significa avere sempre tutto sotto controllo, ma trovare tempo per godere dei propri successi e della compagnia dei propri figli, e perché no del tempo da dedicare a se stessi.

Articolo scritto da Valeria Bonoravaleria2174.wix.com





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