Curiosità
Primo piano

La Leggenda Degli Alberi Sempreverdi Che Ci Aiuta A Lasciare Andare

Di Sandra Saporito - 19 Dicembre 2017

La leggenda dei sempreverdi è una bellissima storia della tradizione piemontese sul potere della generosità, ma custodisce anche un messaggio profondo che si può decifrare grazie agli insegnamenti dei nostri avi.

Ecco la storia…

Si avvicinava l’inverno e faceva molto freddo, un uccellino, che aveva un’ala spezzata, non sapeva dove trovare rifugio. — Forse gli alberi di quella foresta mi ripareranno durante l’inverno con le loro foglie?— pensò il poverino. A piccoli salti e brevi voli si portò faticosamente fino all’inizio del bosco. Il primo albero che incontrò fu una betulla dal manto d’argento.

— Graziosa betulla,— implorò l’uccellino — vuoi lasciarmi vivere tra le tue fronde fino alla buona stagione?
— Ne ho già abbastanza con il custodire le mie foglie. Vattene da un’altra parte!— rispose la betulla.
L’uccellino saltò fino a un maestoso castagno. — Grande castagno— invocò il piccolino — mi permetti di restare al riparo del tuo fogliame finché il tempo è cattivo?
— Se ti lasciassi tra le mie fronde, tu beccheresti tutte le mie castagne. Vattene via di qua!— esclamò il castagno.
L’uccellino volò come meglio poté con la sua ala ferita, finché arrivò presso un bianco salice. — Bel salice, mi riceveresti tra i tuoi rami durante la cattiva stagione?— chiese di nuovo l’uccellino. — Assolutamente no! Io non alloggio mai degli sconosciuti!— rispose il salice.

Il povero piccolo non sapeva più ormai a chi rivolgersi. Lo vide allora un abete e gli chiese: — Dove vai, uccellino?
—Non lo so,— rispose.— gli alberi non vogliono darmi rifugio e io non posso volare lontano con quest’ala spezzata.
—Vieni qui da me, poverino!— lo invitò il grande abete. L’uccellino allora si strinse forte al tronco dell’abete, tra i suoi rami fitti per proteggersi dal freddo.
— Anch’io ti vorrei aiutare, — disse timidamente una piccola voce lì vicino.— Posso darti da mangiare, sui miei rami troverai molte bacche buone.— Era un piccolo ginepro che parlava.
— Anch’io ti aiuterò! — esclamò una forte voce. — Proteggerò il ginepro e l’abete dai forti venti e dal gelo. Non sei da solo, uccellino. Noi avremo cura di te!— aggiunse il grande pino che aveva sentito tutto.

L’uccellino era commosso e ringraziò con tutto il cuore i tre alberi per il loro buon cuore, e prima di addormentarsi, chiese al cielo di proteggere i suoi amici che si erano dimostrati con lui così tanto generosi e la sua preghiera volò graziosamente tra le nuvole come un fiocco di neve.

Durante la notte più lunga dell’anno, mentre l’uccellino, l’abete, il ginepro e il pino dormivano profondamente, il Vento del Nord venne a giocare nella foresta. Sferzò le foglie degli alberi col suo gelido soffio e ogni foglia toccata cadde a terra mulinando.
— Posso divertirmi con tutti gli alberi?— domandò il Vento del Nord a suo padre, il re dei Venti.
— No— rispose il re — quelli che sono stati buoni con il piccolo uccellino possono conservare le loro foglie.
Così il Vento del Nord dovette lasciare tranquillo il grande abete, il pino e il ginepro che conservarono le loro foglie tutto l’inverno.

E da allora è sempre avvenuto così.

La morale della storia

La gentilezza è un dono raro

La morale, che i bambini capiranno facilmente, è che la gentilezza torna sempre indietro. Tuttavia bisogna chiarire una cosa fondamentale: la gentilezza è una virtù che alberga nei cuori disinteressati. Un cuore buono non aiuta nella speranza di essere ricambiato un domani, lo fa in modo naturale perché riesce a capire il dolore dell’altro, ed in fondo, è proprio questa empatia innata in qualche modo ad essere ricambiata: è un cuore generoso che ricambia il favore, che sia perché piange davanti al dolore oppure perché s’intenerisce di fronte ad una buona azione.

Un compito per l’inverno: imparare a lasciare andare

La betulla voleva tenere le sue foglie, il castagno i suoi frutti, il salice invece teneva forse troppo alla sua routine, ma a voler trattenere quello che bisogna lasciare andare, si rischia di perdere tutto. In realtà, è la lezione che l’inverno prova di insegnarci: bisogna lasciar andare quello che non serve più.

lasciare andare

Ai pini, abeti e ginepri è concesso di tenere le proprie chiome perché utili agli uccellini, a queste piccole creature così indifese durante il grande freddo e non perché vogliono tenersi tutto per sé. In natura, c’è sempre un grande equilibrio e questi alberi che rimangono verdi, il colore della speranza, rimangono forti nella stagione più ostile. Sono i custodi di quella scintilla che permette alla vita di continuare il suo cammino attraverso le stagioni.

Una lezione trasmessa dai nostri avi

In tempi remoti, i nostri antenati davano agli alberi un significato particolare e delle caratteristiche ben precise, gli alberi che comparivano nelle favole non erano proprio scelti a caso.
Ecco perché è sempre interessante scoprire i diversi livelli di lettura delle antiche storie, soprattutto se sono presenti in paesi diversi, com’è il caso di questa storia che ritroviamo sia nella tradizione piemontese che nel nord della Francia.

Il significato degli alberi

L’abete

L’abete rappresenta la potenza della vita, la promessa del ritorno della luce e della primavera, ecco perché è diventato l’albero di Natale. Questo albero rappresenta la speranza e la resilienza, la capacità di affrontare ogni tipo di difficoltà.

il forte abete

Basta ricordare che proprio dagli abeti venivano estratti la pece, la resina, il catrame e la trementina, sostanze che venivano usate per impermeabilizzare il legno e sigillare le assi delle navi, per difendersi dagli invasori (pece), come combustibile e antisettico (catrame) o ancora come tonico bronchiale (oli essenziali); tutte caratteristiche che permettevano di “far fronte a”. L’abete è il primo albero ad aiutare l’uccellino come ad indicare che prima di tutto, nella vita bisogna imparare a difendersi e a non perdere la speranza.

Il ginepro

Il ginepro, che di solito possiamo trovare in cespugli nei boschi, è un albero con radici profonde – è legato al mondo dei morti- e molto resistente; oltre a questo, una delle caratteristiche più interessanti del ginepro è che è un albero pioniere, infatti è stato uno dei primi a ripopolare la tundra dopo la glaciazione. È un albero che rinuncia all’altezza per sopravvivere nelle condizioni più difficili ma, i suoi frutti, fonte di nutrimento per molti animali durante la fredda stagione, sono sempre state usate a scopo terapeutico da parte dell’uomo. Il ginepro è resistente, severo, tenace ma sopratutto generoso, era talmente venerato che quando un uomo passava di fronte a lui, si toglieva il capello.

il generoso ginepro

Nella storia, il ginepro è il secondo albero ad aiutare l’uccellino, come ad indicare che anche lui, una volta che avrà superato questo momento difficile della sua vita, sarà invitato a ricordare da dove viene – e qui c’è un sottile richiamo alle radici, intese come famiglia, ma anche al nostro passato- e che è invitato a mostrare generosità, passando il favore a sua volta.

Il pino

Il pino, quanto a lui, è un albero molto adattabile ma che necessita di molta luce. Anticamente, offriva proprio luce agli uomini che non potevano illuminarsi con le candele: bastava immergere un truciolo di pino dentro la resina per avere luce. Il pino è resistente come l’abete e generoso come il ginepro, offre riparo ad innumerevoli specie vegetali ed animali ed è fonte di numerosi rimedi ma la sua caratteristica maggiore è legata alla tradizione orale delle Highlands scozzesi, dove era considerato “l’albero dei guerrieri”.

il pino guerriero

È quindi un guerriero che conquista la vittoria grazie alla forza e alla determinazione, resiste al furore degli elementi e alla durezza del terreno dove cresce; lui non se ne cura: continua a crescere, resiste e vince.

Il pino è il terzo albero ad aiutare l’uccellino, ad indicargli la via della vittoria sulle avversità.

Impara ad ascoltare gli alberi

Ogni albero che ha protetto l’uccello ferito che non poteva più volare gli ha in realtà dato una grande lezione per affrontare quegli inverni che ognuno di noi deve, un giorno o l’altro affrontare. L’abete insegna a proteggersi, tenere duro e avere fiducia, il ginepro a ricordarsi da dove si viene e ad aiutare il prossimo secondo le proprie possibilità, e finalmente il pino invita ad essere forte, conquistare la propria libertà e ad essere una luce per gli altri.

Queste sono solo alcune delle lezioni che gli alberi possono insegnarci se riusciamo ad ascoltarli, ma ce ne sono molte, molte altre. Basta lasciarsi toccare dalla loro profonda saggezza.

Ora non mi rimane che augurarti delle buone feste e ringraziarti per averci accompagnato durante quest’anno.
Che la magia delle storie possa riempirti il cuore di magia e di meraviglia in queste notti d’inverno.

Buon Natale!

Sandra “Eshewa” Saporito
Autrice e shamanic storyteller
www.risorsedellanima.it





Newsletter
Iscriviti alla nostra newsletter e ricevi subito una speciale meditazione in omaggio!




© 2022 Copyright Media Data Factory S.R.L. - I contenuti sono di proprietà di Media Data Factory S.R.L, è vietata la riproduzione.
Media Data Factory S.R.L. sede legale in via Guercino 9 20154 Milano - PI/CF 09595010969