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Caccia Grossa in Russia: Le Prede NON sono solo Animali ma anche Donne

Di Aida Vittoria Éltanin (E.V.A.) - 13 Luglio 2017

Avete mariti o parenti che vanno a fare tour di caccia di settimane intere fuori paese ?
Donna avvisata…
 
La nostra fonte è una delle tante guide russe che ogni anno deve sopportare di veder arrivare dall’Italia orde di cacciatori armati di ogni sorta di fucile e… preservativi.
Una guida russa che deve per lavoro portarli non solo a trovare gli animali più indifesi, perché queste possano sterminarli, ma poi – finita la giornata di caccia e con il buio che arriva presto – portarli a “far divertire” (divertire?) mostrando loro dove possono trovare da bere fino a ubriacarsi, ma anche dove trovare altro tipo di… selvaggina a poco prezzo.
Per 2.500 euro i cacciatori italiani si assicurano “il viaggio di una vita“.
6 giorni di caccia grossa in Siberia.
Le loro mogli e fidanzate restano qui pensando forse che lo facciano per amore “della natura”.
Ma c’è molto di più in Siberia oltre ad alci, lupi ed orsi.
Tutti coloro che sono nel business di questi tour lo sanno benissimo cos’altro si può sfruttare, dall’alto della forza di chi ha tasche piene di soldi e disprezzo per la libertà individuale e per le donne.
Come descriveva una compagnia austriaca esperta in questi tour: “Dopo un’eccitante giornata di caccia, cosa potrebbe esserci di meglio che una seratina intima per due, o anche tre, in una baita isolata di montagna?” (con tanto di fotografia di una donna nuda che esce da uno chalet di montagna).
Ormai quella pubblicità è stata rimossa dal tour operator, dopo che si è sparsa la notizia.
Come proseguiva l’annuncio: “Assoluta discrezione e riservatezza sono garantite“.
La gente però parla. I cacciatori sono noti per i loro selfie a cavalcioni dell’animale ucciso.
E non vanno certo a fare questi tour per poi non vantarsi con amici e conoscenti delle loro “conquiste”.


Tutti prima o poi sanno, (tranne le compagne, loro sono sempre le ultime a sapere, come cita il detto).
Lasciamo a voi decidere se animali in trappola colpiti da lontano e donne povere e altrettanto ingabbiate siano “conquiste” di cui si possa andare fieri o non piuttosto l’hobby distruttivo di gente viziata, priva di vero coraggio, di virilità (la parola virile viene dalla parola VIRTUS, virtù e forza morale, non solo fisica) e priva di umanità e compassione.
Questi cacciatori mettono inevitabilmente a rischio la salute propria e della donna/e il cui corpo comprano, dal rischio aumentato di malattie trasmissibili sessualmente, al rischio di traumi e depressione (la maggior parte delle prostitute sono state violentate almeno una volta), al rischio di gravidanze indesiderate ed aborti, che in Russia sono tra i più alti del mondo.
(Poi si torna in Italia, si va a Messa la domenica e si dà un bacio in fronte a moglie e fidanzate rimaste a casa).
E gli animali? I lupi, gli orsi, le alci… sono davvero selvatici e in eccesso quelli che vengono cacciati e uccisi senza pietà?
C’è davvero bisogno che i cacciatori occidentali si fiondino a liberare la Russia dai propri nemici interni?
La maggior parte dei terreni dove si caccia appartengono a milionari russi che mantengono questi campi (e la selvaggina) per puro piacere personale, rifacendosi poi con le entrate di questi turisti.
Mentre prima i prezzi erano proibitivi, ora – grazie alla competizione – è molto più facile potersi permettere una settimana in questi posti dimenticati da… mogli e fidanzate.
L’Associazione IFAW ha un Bear Rescue Center, un centro che riabilita e salva i cuccioli di orso che hanno perso le madri, per poi rilasciarli in natura.
Grazie a loro sono cambiate alcune leggi in Russia, rendendo molto più restrittiva la caccia di questi splendidi animali, che fino a pochi anni fa venivano cacciati anche durante il letargo (si faceva prima ad ucciderli ovviamente).
Sono ben risaputi i livelli di corruzione di questa nazione però. Non è quindi troppo difficile veder cacciare gli animali considerati nella “Lista Rossa“.
L’orso è il simbolo della Russia, utilizzato come mascotte alle Olimpiadi e in tante manifestazioni culturali o della cultura popolare. La realtà però del trattamento riservato a questi ed altri animali liberi è tutt’altro che da cartone animato.
 
 





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