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Spiritualità

Terzo Occhio: cos'è e perché é meglio esercitarlo con prudenza

Di Laura De Rosa - 10 Luglio 2016

Il terzo occhio è collegato al sesto chakra, ajna, e alla ghiandola pineale, si dice sia collocato sopra agli occhi al centro della fronte mentre il chakra corrispondente si trova dietro di esso. Il sesto chakra, il cui colore è l’indaco, associato all’intuizione e alla visione, è formato da novantasei petali rotanti, che si trasformano in un vortice turbinante quando il terzo occhio viene aperto. L’apertura del terzo occhio permetterebbe di vedere oltre la forma e rappresenterebbe il presupposto dell’intuito e addirittura della chiaroveggenza.

Ma cos’è l’intuito? Spesso confuso con l’istinto, esso in realtà rappresenta la capacità di captare le cose senza ricorrere alla mente logica. Ma se l’istinto è una risposta automatica legata alla sopravvivenza, l’intuito è piuttosto un insieme di istinto, intelletto e intuito stesso. L’attivazione del sesto chakra consentirebbe il risveglio di questa facoltà insita in tutti noi, ma spesso addormentata. Come riporta Salvatore Brizzi nel suo blog, il Vangelo stesso ci parla indirettamente di questa facoltà: “La lucerna del corpo è l’occhio; se dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce; ma se il tuo occhio è malato, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!“(Mt 6,22-23). Si ritiene infatti che vedere con occhi chiari significhi proprio vedere oltre i contenuti della coscienza e tutti quei limiti mentali, giudizi, parole inutili per la nostra evoluzione.

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Il terzo occhio viene anche chiamato Occhio centrale di Shiva o Occhio di Horus. Si ritiene che esso svolga sia il compito di ricevente che trasmittente e che permetta la percezione dei piani interiori, delle forme pensiero e delle entità solitamente non percepibili. Ajna, che è la sua sede, nasce dall’unione degli occhi fisici che insieme ci permettono di guardare oltre l’apparenza, ovvero di guardare senza guardare, sviluppando tutta una serie di qualità come l’intuizione e la concentrazione, incrementando nel contempo la consapevolezza di noi stessi.Focalizzandosi su questo punto durante la meditazione, facilitiamo secondo alcuni autori il suo sviluppo.

Pinocchio e il Terzo occhio

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Come riportato su campoquantico.it e sul blog di Salvatore Brizzi, la favola che meglio simboleggia il percorso verso l’apertura del terzo occhio è quella di Pinocchio. Il nome stesso del burattino è composto da due parole, pino e occhio: “Pinocchio deriva dalla composizione delle parole “pino” e “occhio”. Il pino è l’albero i cui frutti, i pinoli, hanno la stessa forma della ghiandola pineale, che nella tradizione esoterica rappresenta appunto il “terzo occhio”. La favola di Pinocchio rappresenta quindi il percorso verso l’apertura del “terzo occhio”, verso il risveglio dell’essere.” Non a caso la favola è intrisa di simbologie, basti pensare a Geppetto che come un padre “divino” crea suo figlio da un pezzo di legno o ancora la fatina, che è l’anima del burattino, pronta a soccorrerlo nei momenti più bui. Il risveglio, nella favola, è rappresentato dalla trasformazione del burattino in bambino in carne e ossa.

Esercizi per aprire il terzo occhio: perché é meglio essere prudenti

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Online si trovano moltissimi esercizi per aprire il terzo occhio e a mio parere, è sempre bene approfondire le fonti prima di sperimentare qualunque cosa. Il fatto è che sebbene ve ne siano di innocui, lavorare con le energie sottili richiede sempre un po’ di attenzione, specialmente oggi come oggi, visto che non abbiamo ancora una conoscenza così approfondita di queste tematiche. Io stessa ho riportato in passato esercizi consigliati da esperti del settore o pseudo-tali ma ammetto di stare riconsiderando questo aspetto. Non sto sconsigliando di fare esercizi ad hoc ma suggerisco di sperimentarli con persone di fiducia, con insegnanti che conoscete, diffidando di chi vi promette risultati rapidi e semplici da ottenere.

Il percorso di crescita spirituale, e più banalmente anche il percorso di crescita psicologica, richiede costanza, buona volontà, fiducia, autenticità, ma soprattutto tempo e sebbene ci venga venduto come qualcosa di estremamente facile, non è così. Come suggerisce Salvatore Brizzi, “il ricercatore spirituale moderno non si rende conto che quando si lavora con le energie della psiche non si può scherzare. Non passa settimana nella quale non vengo a sapere di qualcuno che si è amaramente pentito di aver praticato esercizi miranti ad aprire il Terzo Occhio, a risvegliare la Kundalini, a fare sogni lucidi e viaggi astrali. E non sto esagerando, il numero delle persone danneggiate è altissimo; ci sono scuole che stanno letteralmente creando dei danni a tappeto sulla popolazione divulgando queste pratiche!”. Non voglio fare allarmismo ma occhio a quello che si fa, cerchiamo di informarci, confrontare le fonti, approfondire gli argomenti di nostro interesse in modo da non fare di tutta l’erba un fascio sperimentando qualunque cosa senza un minimo di cognizione e consapevolezza.

Laura De Rosa

yinyangtherapy.it

 





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