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Il linguaggio del corpo nelle tribù di tutto il mondo

Di Daniela Bella - 1 Ottobre 2014

Le usanze e tradizioni dei vari popoli etnici: il linguaggio del corpo

Paese che vai, usanza che trovi. Sono moltissime, infatti, le trazioni, gli usi e i costumi legati ai vari popoli sparsi sui diversi continenti, molte delle quali di primo acchito possono sembrarci eccessive ed esorbitanti, ma che possiedono comunque un loro fascino.

Si tratta di tradizioni legate al corteggiamento, alla virilità, alla maturità sessuale, alla propria cultura, alle proprie festività. Tutte tradizioni che hanno radici molto antiche e che rappresentano oggi un linguaggio ricco di simboli e significati, oltre che un interessante spunto di riflessione.

Grazie a Focus.it che ha analizzato il significato del linguaggio del corpo legato ai vari popoli e alle loro tradizioni, possiamo svelarvi cosa si nasconde dietro ad un viso truccato o ad una particolare usanza.

Danza dell’amore del popolo dei Samburu

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I Samburu sono un gruppo etnico africano nilotico diffuso nel distretto di Samburu, nel Kenya centrosettentrionale.

Il rituale del corteggiamento presenza una singolare “danza dell’amore“, se così possiamo definirla, che apre il cerimoniale del corteggiamento. Quando il giovane uomo individua la prescelta, infatti, le getta sul viso la chioma di capelli acconciati e colorati d’ocra: così facendo, dunque, le “comunica” che è scoccata la scintilla nei suoi confronti.

Se lei ricambia, si aspetta in dono nuove collane di perline colorate per aumentare il fascio già abbondante che le adorna il collo.

La tradizione delle donne giraffa

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Le donne giraffa (in Italia sono conosciute con questo nome) fanno parte della popolazione kayana, un’etnia della popolazione Karenni.

Il nome con il quale vengono definite rimanda alle modifiche fisiche provocate da una spirale di ottone portata al collo fin dall’infanzia, dall’età di 5 anni. La scelta di portare la spirale è completamente volontaria e viene richiesta dalle bambine alle proprie madri.

Successivamente la spirale viene sostituita con altre di dimensioni sempre maggiori fino a che la pressione non provoca uno slittamento della clavicola e una compressione della gabbia toracica.

Diversamente da quanto ritenuto, il collo non è allungato, ma sono invece le spalle che scendono: l’illusione è creata solo dalla deformazione della clavicola. Il collo, sotto questa morsa, arriva a misurare 25-30 centimetri.

Le donne adulte possono indossare fino a 25 anelli, ma alcune di loro, oltre al collo, li portano anche sui polsi e sulle caviglie.

Donne Himba

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Gli Himba sono un gruppo etnico che vive nel Kaokoland (regione di Kunene), nella Namibia settentrionale.

Si tratta di un popolo di pastori nomadi, strettamente correlati al popolo Herero, e allevano soprattutto vacche e capre.

Le donne himba svolgono i lavori più pesanti: mungono gli animali, si occupano dei bambini, trasportano l’acqua e costruiscono le case.

Gli Himba indossano pochi capi di vestiario: le donne si coprono il corpo con un mistura rossa a base di burro, ocra ed erbe, secondo quanto si ritiene comunemente, per proteggersi dal sole.

In realtà l’uso di spalmarsi il corpo con questa mistura, alla quale al posto del burro viene sempre più spesso sostituita la vasellina industriale, è basato su ragioni puramente estetiche.

Per mantenerlo si lavano poco, anche perché purtroppo da quelle parti l’acqua scarseggia. Quando la strana fanghiglia si secca applicano un nuovo strato, rifacendosi il “trucco” anche 2 o 3 volte al giorno.

I matrimoni dell’etnia Pomak

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Nella città di Ribnovo, in Bulgaria, ci si sposa solo d’inverno. I matrimoni dell’etnia Pomak, infatti, sono celebrati esclusivamente tra i mesi di Novembre e Febbraio, nel corso di un rituale che si trascina per due giorni.

Alla vigilia dello sposalizio, i futuri sposi sono salutati da una festante processione di ragazzini che illuminano le via della città con le loro torce.

Il giorno seguente, poi, marito e moglie conducono una danza tradizionale, l’horo, a cui partecipano tutte le famiglie del paese.

Prima della cerimonia vera e propria, la promessa sposa viene truccata con una crema bianca e lustrini colorati (secondo un rito chiamato ghelina), circondata dalla sua famiglia. Fuori, il paese in festa attende la donna, appoggiando i propri doni di nozze accanto alla dote che viene lasciata in mostra davanti a casa.

Le donne Mursi

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I Mursi sono un gruppo etnico dell’Etiopia, localizzato nella zona del Debub Omo.

L’etnia è particolarmente nota per l’abitudine delle donne di applicare un piattello nel labbro inferiore della bocca.

A seguito di una incisione nel tessuto del labbro (all’età di 15 anni), vengono inseriti piattelli di dimensiori gradualmente maggiori, fino a indossare delle placche che possono raggiungere i 10 centimetri di diametro.

Questi piattelli, decorati a mano, servono alle donne mursi per trovare marito: un rito di passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Quando il disco è grande, dunque, significa che la donna ha raggiunto la maturità sessuale.

Rituale della scarificazione nelle donne

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Queste incisioni sul ventre di una donna del Benin, stato dell’Africa occidentale, non raffigurano delle semplici cicatrici, bensì sono legate a un’antica tradizione. Ciò avviene mediante un processo di “scarificazione“, ovvero una deformazione cutanea che con incisioni, tagli della pelle e bruciature produce delle “cicatrici” permanenti che rimarranno sul corpo per tutta la vita.

Questo rituale, diffuso in molte popolazioni dell’Africa occidentale, della Nuova Guinea e tra gli aborigeni australiani, è considerata una prova di coraggio, il passaggio verso l’età adulta, l’appartenenza alla propria tribù o semplicemente un modo per abbellire il corpo.

Donne apatani che vogliono “imbruttirsi” per tenere lontano gli uomini

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Gli Apatani, o semplicemente Tanii, sono un gruppo tribale che vive nel distretto Lower Subansiri di Arunachal Pradesh in India.

Per tenersi lontane dalle avances maschili, che a volte possono essere davvero insistenti, oltre che poco gradite, le donne hanno deciso “imbruttirsi” appositamente tatuandosi il viso e inserirendo delle grosse placche di legno scuro nelle narici.

Una pratica che, col tempo, si è trasformata in un “segno distintivo” di questa tribù.

Da dire, però, che negli ultimi anni questa tradizione è caduta in disuso: le giovanissime donne, infatti, preferiscono rimanere belle al naturale.

La tradizione della “Cure Salee” delle popolazioni Tuareg, Peul e Wodaabe

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Ogni anno, nel mese di Settemnbre, nelle piscine saline nei pressi di Ingall, Niger settentrionale, si tiene la cosiddetta “Cure Salee” (la “cura del sale), o Festival dei Nomadi.

Tuareg, Peul e Wodaabe, le popolazioni nomadi della regione, durante questo evento, accorrono in questa zona per far rinfrescare il bestiame e festeggiare la fine della stagione delle piogge. Si pensa che il sale abbia effetti benefici sulla salute degli animali e dei pastori.

Un’occasione, questa, per riallacciare i rapporti umani dopo mesi di lavoro e di solitudine: le donne cercano marito, e poi c’è chi balla, canta e raccontare le ultime novità agli amici ritrovati.

Per attirare l’attenzione, gli uomini si esibiscono in prove di forza e parate, e ciascuno sfoggia il tradizionale make-up, come la donna raffigurata in foto con il suo vistoso volto dipinto.

La tradizione dell’etnia Duna

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Nella civiltà dei guerrieri dell’etnia Duna, che vivono nella Nuova Guinea, non è la donna ad agghindarsi per attirare l’attenzione del maschio.

Gli uomini, infatti, si addobbano per i loro rituali con vistosi disegni d’argilla, piume d’uccello e piercing d’osso.

Secondo la tradizione, invece, la donna in occasione del matrimonio deve indossare degli abiti di colore nero e per il lutto, invece, deve ricoprirsi il viso con strati di argilla grigio-blu.

Il trucco degli uomini Karo

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E sempre a proposito di uomini che amano agghindarsi, parliamo adesso dei Karo, gruppo etnico del Brasile.

Qui, infatti, non sono solo le donna a “truccarsi”, ma anche figli e marito si concedono lunghe sedute di trucco e parrucco.

Per farlo, si cospargono di polveri di gesso, ocra e carboncino, disegnando simboli e motivi decorativi a imitazione degli animali.

Uno dei loro preferiti imita il piumaggio della faraona, gallina di origine africana diffusa in tutto il mondo. A completare il look animalesco, uno chignon fermato con una piuma di struzzo, simbolo di coraggio e virilità.





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