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Il Regno dei Nani: una Riserva per i "Diversi" [Video]

Di Valeria Bonora - 12 Maggio 2014

Il regno dei nani è un posto che di primo acchito può sembrare triste, una specie di riserva per gente bassa… ma dopo uno sguardo ci sei rende conto che non è così, è un posto un po’ bizzarro, lo ammetto, ma dove le persone che hanno in comune la stessa “patologia” vivono felicemente senza sentirsi inferiori a nessuno. Ma se dopo il primo sguardo ci si ferma anche a pensare allora sale la tristezza. Una tristezza dettata dal fatto che le persone che vivono in questo villaggio sono persone come le altre, costrette a vivere in un parco (sostanzialmente è un parco di attrazioni) per non sentirsi emerginate, derise, sfruttate, insomma diverse.

L’idea è nata nel 2009 dall’imprenditore cinese Chen Mingjing che ha pensato di creare una sorta di villaggio dedicato alle persone affette da nanismo, che nel mondo dei “normali” sono le persone più sfavorite nel trovare un lavoro, un’anima gemella, una famiglia.

Kingdom of the Little People o Dwarf Empire sorge all’interno del vasto “Parco ecologico delle farfalle” a Kunming nella provincia dello Yunnan, a sud della Cina. In questo parco straordinario vivono oltre 45mila farfalle di 300 specie differenti, molte delle quali sono rare e pregiate.

Il villaggio è autosufficiente. Si sostiene economicamente con il lavoro svolto dagli abitanti stessi: c’è chi coltiva la terra, chi cura il bestiame, chi cucina e si dedica al ristoro e all’intrattenimento dei turisti con spettacoli di teatro e di abilità circensi.

Tra gli abitanti c’è una sorta di legame non solo affettivo o lavorativo, ma un legame dovuto al fatto di essere tutti simili, tutti nani, una condizione che al di fuori del regno li farebbe sentire a disagio. Cosa che emerge chiaramente durante l’intervista dell’inviata di VICE Guide to Travel, Annette Lamothe-Ramos, che incuriosita dal tanto parlare ha lasciato la sua fredda New York per visitare e conoscere di persona uno dei parchi più discussi del mondo.

Infatti anche la stampa locale cinese, non guarda di buon occhio il regno dei nani e accusa Chen Mingjing di sfruttare le persone affette da nanismo, facendole passare per fenomeni da baraccone.

L’imprenditore però controbatte le accuse:

“Abbiamo semplicemente aperto un’attività che guadagna sulla curiosità della gente. Ho solo dato un ambiente felice e un lavoro equo a queste persone. Per chi è affetto da nanismo è sempre difficoltoso trovar lavoro, qui invece i nani hanno la possibilità di mettere alla prova il proprio talento. Quindi non si può parlare di razzismo. Tutti i turisti li vengono a guardare con occhio di rispetto. La nostra speranza è che attraverso questo progetto, loro possano diventare il gruppo di nani più prospero del mondo”.

E anche qui c’è da intristirsi… nano vuol dire diverso? Una persona affetta da nanismo perché per sentirsi accettata deve vivere segregata in un mondo fatto apposta per lei? Siamo alle solite, tutto quello che è diverso dai canoni convenzionali viene visto con occhio critico, deriso e ferito.
Per queste persone è indubbio che ci siano lavori che non possono essere svolti, e che il regno dei nani è un posto dove loro si possono sentire accettati, non derisi, non guardati come dei fenomeni da baraccone, almeno fra di loro, e dove possono svolgere un lavoro… Ma è terribile pensare che fuori da quel villaggio si debbano sentire inferiori, brutti, in imbarazzo. Stesso discorso vale per tutte quelle persone “diverse“… arriveremo a fare dei villaggi per categorie? Dei villaggi selettivi dove le persone con una stessa diversità possano sentirsi a loro agio invece di esserlo in mezzo al mondo? Riflettete.




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