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Rassegna Etica

La conservazione dei cibi può essere pericolosa: 4 consigli da seguire!

Di Valeria Bonora - 28 Gennaio 2015

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L’alimentazione è un argomento di discussione tra gli addetti al settore e non, tuttavia la concentrazione maggiore è posta sui nutrienti: proteine, carboidrati, grassi, fibre alimentari, sodio, vitamine e sali minerali. Ciò di cui si parla poco, è che invece non andrebbe sottovalutato, riguarda le modalità di conservazione dei cibi. Una corretta conservazione del cibo consente di evitare il contatto con l’aria o con altri agenti che possono alterarlo; impedire la trasmissione degli odori e dei sapori da un alimento all’altro e mettere una barriera difensiva contro batteri e muffe.
Utili indicazioni in merito si trovano nel libro “Prevenire i tumori mangiando con gusto” di Anna Villarini e Giovanni Allegro (che consiglio davvero a tutti). Ecco i consigli degli autori.

1- Innanzitutto, il primo consiglio da non sottovalutare, riguarda l’acquisto di un prodotto del banco frigo o surgelato: è bene che non passi molto tempo per portarlo in casa e, quindi, deporlo nel proprio frigorifero o nel congelatore, poiché interrompere la catena del freddo può favorire lo sviluppo di una carica batterica elevata nel cibo. Inoltre, bisogna fare attenzione alla temperatura alla quale il prodotto deve essere conservato che, solitamente è indicata in etichetta, quindi, 4°C corrispondono al frigorifero domestico, mentre una temperatura più bassa (-18°) prevede la conservazione in congelatore. I prodotti scongelati poi non vanno mai ricongelati, ma consumati subito.
Un altra cosa cui bisogna prestare attenzione è la dicitura <<Conservare in luogo fresco e asciutto>> in quanto sta ad indicare che i cibi non devono essere messi in frigorifero, poiché esso è un ambiente umido.

CibiCongelati

2- E’ importantissimo non acquistare confezioni se gonfie, ammaccate, bagnate o rotte. E’ bene buttare le confezioni in cui, una volta aperte, escano gas o bollicine o quelle che presentano muffe o hanno un sapore, odore o consistenza non convincente. Le confezioni deteriorate possono essere restituite al negoziante, che è tenuto a sostituirle con altre integre.

3- La scelta del materiale con cui conservare gli alimenti è molto importante. Di sicuro il migliore è il vetro, ma purtroppo si rompe facilmente ed è pesante. Ecco perché vengono spesso utilizzate materie plastiche, carta o fogli di alluminio.

sott-olio

LE MATERIE PLASTICHE
Le più comuni materie plastiche sono:
– il polietilene ad alta densità, utilizzato per i sacchetti di plastica per la spesa e i sacchi per rifiuti.
– Il polietilene-ereftalato (PET), utilizzato per bottiglie di acqua, di bevande gassate, per contenitori per caffè, miele e altro. Ora iniziano a essere in commercio anche in Mater-Bi, la <<bioplastica>> ricavata dall’amido di mais, biodegradabile in poche settimane.
– Il policloruro di vinile (PVC), utilizzato per fabbricare alcuni tipi di pellicole.

In Italia si vendono, ogni anno, oltre 20 milioni di rotoli di pellicole estensibili per avvolgere i cibi e più del 90% di queste è composto da PVC. Al PVC vengono aggiunte ftalati e adipati per renderlo elastico ed estensibile, sostanze queste, potenzialmente tossiche e probabilmente cancerogene, molto solubili nei grassi e nell’alcol che possono infiltrarsi negli alimenti ricchi di lipidi o che espongono parti grosse in superficie (come il burro, i formaggi, i salumi) e di conseguenza entrare nel nostro organismo.
Gli ftalati e gli adipati, una volta ingeriti, si accumulano nei grassi corporei, rappresentando interferenti endocrini .
Il ministero per la Salute, in Italia, ha limitato l’impiego degli ftalati a un massimo del 5% e lo ha vietato nelle plastiche destinate ad avvolgere sostanze grasse. Tuttavia, il provvedimento anzidetto non è ancora entrato in vigore e attualmente l’unico obbligo che vige consiste nel riportare un’indicazione in etichetta (spesso poco visibile) che avverte di <<non applicare a contatto di alimenti a contenuto alcolico oppure conservati in liquidi oleosi o costituiti da grassi e oli animali e vegetali>>.

Di seguito vengono indicate le indicazioni che gli autori del libro ci forniscono per evitare di acquistare pellicole plastiche <<a rischio>>:
leggere con attenzione l’etichetta della pellicola e controllare la presenza della scritta <<per alimenti>> o il simbolo del bicchiere con la forchetta.
Dare la preferenza ai film estensibili a base di polietilene, riconoscibili dalla dicitura <<non contiene ftalati>>, riportata in etichetta.
Se avete in casa delle pellicole e non conservate più la scatola, utilizzatele senza metterle a contatto col cibo. Per esempio per coprire una ciotola senza far toccare il cibo all’interno con la pellicola.
Non riutilizzare i contenitori in plastica che avvolgevano un alimento acquistato. Infatti la vaschetta di plastica rigida usata per alcuni surgelati è comunemente fatta con PVC ed è progettata e realizzata in modo da non rilasciare sostanze tossiche a temperature molto basse. Se riutilizzata per conservare cibi oleosi, come condimenti o salse, magari versati ancora caldi, questi assorbono gli ftalati e gli adipati presenti nel PVC. Per lo stesso motivo è bene evitare di mettere l’olio nelle bottiglie di plastica.

pellicola

LA CARTA
Per conservare correttamente prodotti come formaggi o carni, il materiale più adatto è la carta che, però, deve riportare la dicitura <<per alimenti>> e può essere oleosa oppure no.

L’ALLUMINIO
Oltre alle pellicole trasparenti, in cucina si può utilizzare il foglio d’alluminio in quanto resiste sia alle basse temperature, consentendo di conservare i cibi congelati nelle vaschette semi rigide di alluminio, sia a temperature elevate (anche 600°), permettendo la cottura in forno degli alimenti senza doverli prima travasare in un altro contenitore. Non resiste, invece, al calore sprigionato dal microonde.
Un’altra caratteristica positiva è quella di offrire protezione dalla luce, ciò risulta vantaggioso per gli alimenti grassi che in ambienti luminosi tendono ad ossidarsi, quindi, può essere utilizzato per avvolgere la bottiglia dell’olio d’oliva per aumentarne la conservabilità.
Tuttavia, l’alluminio rientra nella categoria dei metalli pesanti, pertanto, è tossico. Non lo troviamo negli alimenti che avvolge, a meno che non siano molto acidi o molto ricchi di sale (come la salsa al pomodoro, i cibi marinati o il pesce al sale).

Attenzione quindi a ciò che mangiate ma anche a come lo conservate!

Valeria Montuori





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