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Psicologia

Gastrite nervosa: quando le emozioni bruciano lo stomaco

Di Sandra Saporito - 22 Aprile 2018

Gastrite, un male all’ordine del giorno

La gastrite è un’infiammazione della parete dello stomaco e si accompagna spesso a dolore e gonfiore addominale, nausea, vomito, perdita di appetito e sopratutto bruciore.

Se le cause della gastrite ‒acuta o cronica che sia‒ sono da imputare a comportamenti errati come il consumo di alcool, sigarette, eccitanti e FANS ‒ farmaci anti-infiammatori non steroidei‒ o ad un abnorme proliferazione di Helicobacter pylori –batterio patogeno del muco gastrico ma tenuto a bada normalmente dal nostro sistema immunitario–, per quanto riguarda la gastrite nervosa invece è un altro discorso: quel bruciore di stomaco proviene dalle risposte del nostro corpo allo stress e dalla rabbia in particolare.

Brucia quando non ci va giù

Non ti capita mai di dire “Questa cosa mi sta proprio sullo stomaco”, “Non riesco a mandarlo giù”, “È come un pugno sullo stomaco”? Queste e altre affermazioni sono il modo col quale comunichiamo quel disagio profondo che rischia di sfociare poi in quella che chiamiamo “gastrite nervosa”.

Ma come funziona in realtà? Quando si parla di psicosomatica tendiamo a pensare che si tratti di una pseudo-scienza al limite tra magia e superstizione dimenticando che sotto-sotto ci sono delle dinamiche ben concrete.

I nostri pensieri scatenano alcune emozioni: a volte positive, altre volte negative; nel caso della rabbia, alcuni studi scientifici hanno dimostrato che l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene viene disturbato a tal punto da produrre degli effetti neuro-chimici a cascata stimolando la risposta fight-or-flight –”attacco o fuga”– , ovvero una sopraeccitazione da stress.

In poche parole, la rabbia manda in tilt tutto il nostro organismo.

Se a breve termine i suoi effetti possono essere benefici – un po’ come “tirare la macchina” per pulire il motore–, è tutto un altro discorso quando la rabbia e lo stress si prolungano nel tempo.

L’effetto dello stress sullo stomaco: è come buttare benzina sul fuoco

Nel loro studio scientifico intitolato “Chronic psychological stress and the regulation of pro-inflammatory cytokines: A glucocorticoid-resistance model”, pubblicato su Health psychology nel 2002, Miller, Cohen e Ritchey hanno dimostrato che lo stress cronico squilibra pesantemente il sistema immunitario: si riducono i linfociti aumentando così la probabilità di ammalarsi; inoltre hanno misurato che il sistema immunitario sottoposto a stress cronico non riesce più a produrre alcuni ormoni dall’azione antiinfiammatoria aprendo le porte a disturbi infiammatori vari: come la gastrite, appunto.
fuoco

Gastrite: un segnale d’allarme

Come abbiamo potuto vedere, la gastrite nervosa si scatena in risposta ad uno stress prolungato. Tuttavia dobbiamo riconoscere che viviamo ad un ritmo talmente frenetico che spesso e volentieri non ci accorgiamo neanche che abbiamo la mascella serrata, che le nostre spalle sono tese e che siamo stressati da giorni. L’unica cosa che ce lo ricorda è quando sorge il dolore: ecco perché la gastrite è da considerare come un serio segnale d’allarme.

→ Leggi anche La rabbia è un campanello d’allarme

Se il tuo corpo è arrivato al punto in cui le sue difese naturali sono ridotte all’osso e dentro la tua pancia c’è un campo di battaglia dove i pochi ormoni antiinfiammatori rimasti sono assaliti da patogeni esterni e batteri vari, forse è il caso di prestarci l’attenzione necessaria, capirne la causa e curare il male alla radice per evitare che si ripresenti, invece di buttarsi sulla prima pastiglia che ti farà passare in fretta e furia il bruciore senza pensare a ciò che l’ha creato. Se il tuo corpo ti manda un segnale d’allarme, ascoltalo: non metterlo a tacere come se nulla fosse.

Se l’allarme antincendio si mette a suonare, ti metterai in salvo o spegnerai semplicemente l’allarme? La domanda potrebbe sembrarti sciocca ma se ci pensi bene, provare a curare una gastrite con gli antiacidi è un po’ come far tacere l’allarme antincendio sperando che il fuoco si spenga da solo.

Cosa fare se soffri di gastrite nervosa?

Prima di buttarti sul primo antiacido che ti passa sotto mano senza pensarci più, ti suggerisco di chiederti cosa ti sta creando un tale stress o una tale rabbia da abbassare le tue difese naturali.
gastrite nervosa
Cosa non riesci a buttare giù, cosa non riesci a digerire? Capire cosa non stai accettando e agire in modo da riportare equilibrio in te aiuterà il tuo corpo a guarire, perché bisogna precisare qualcosa di importante: una gastrite nervosa non è meno gastrite di un’altra, è sempre un’infiammazione reale del rivestimento gastrico; non è perché è causata dallo stress che quel dolore, o quel bruciore, è immaginario, anzi!
Detto questo, essendo una gastrite vera e propria deve essere curata a dovere e questo presuppone, nel caso della gastrite nervoso, che venga anche ripristinato l’equilibrio emotivo, pena il ripresentarsi del disturbo alla velocità della luce. Quindi, se soffri di gastrite nervosa devi riconoscere il tuo stato d’animo e diminuire lo stress sistemando la situazione a monte.
Sappiamo tutti come funziona: magari pensiamo che una meditazione di 5 minuti al giorno basterà a sistemare le cose ma la verità è che se una situazione ci ha causato un conflitto interiore tale da farci ammalare, significa che fare lo struzzo non basterà e che occorrerà risolvere il problema a viso scoperto.

Non ingoiare i bastoni di dinamite

Se è stress, prova a rallentare un attimo e a dedicarti un poco di tempo per rigenerarti; se è rabbia, dovrai imparare a canalizzare quell’energia in modo da non farti del male.
Immagina che ogni volta che pensi di ingoiare un rospo in realtà ingoi un bastone di dinamite: se la trattieni troppo a lungo dentro di te sai bene cosa succederà al tuo organismo…
mangiafuoco

Come usare la dinamite: la lezione di Alfred

Visto che stiamo parlando di dinamite, ti racconterò la storia di Alfred Nobel per spiegarti come usare la tua forza esplosiva. La leggenda narra che Alfred Nobel inventò la dinamite a fin di pace per rompere i muri e accorciare le distanze tra gli uomini; tuttavia il ricco imprenditore svedese era impegnato anche nel commercio d’armi… Fatto sta che Alfred aveva un fratello: Ludwig e quando quest’ultimo morì, i giornali francesi scambiarono per errore i loro nomi pubblicando così il necrologio di Alfred e non quello del suo fratello defunto: questo errore cambiò il futuro dell’umanità.
Fu un duro colpo per Alfred che, leggendo il poco lusinghiero articolo intitolato “Il mercante di morte è morto” –dove l’invenzione della dinamite era dipinta come uno dei peggiori strumenti di distruzione–, si sentì tremendamente in colpa per ciò che stava lasciando dietro di sé; così decise di rimediare istituendo ciò che conosciamo come il Premio Nobel: l’onorificenza di valore mondiale attribuita alle persone che si sono distinte nel loro lavoro per portare i maggiori benefici all’umanità e che permette di incentivare la ricerca –Alfred Nobel infatti dedicò parte del suo patrimonio e gli interessi che ne derivano a questo scopo.
Il premio Nobel avrebbe visto il giorno senza la dinamite? Probabilmente no. Possiamo quindi riconoscere che la dinamite non ha avuto solo effetti negativi.

Ti consiglio quindi di ispirarti ad Alfred Nobel: se non puoi evitare alla tua rabbia di esplodere, fai in modo che ciò che lascerà dietro di sé porti i maggiori benefici a te e all’umanità…

razzo spaziale

Dalle uno scopo.

 

Sandra “Eshewa” Saporito
Autrice & Shamanic storyteller
www.risorsedellanima.it





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