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Più verde intorno alla scuola? Ne beneficia lo sviluppo cognitivo dei bambini

Di Marco Grilli - 30 Novembre 2015

Il verde fa bene. Rilassa, migliora l’umore, concilia l’attività fisica, ci fa respirare aria pulita, concedendoci momenti di svago e relax in confortevoli spazi aperti lontani dai rumori, dalla frenesia e dall’inquinamento delle nostre ormai invivibili città.

Oggi circa metà della popolazione mondiale vive in centri urbani assediati dallo smog, dove lo spazio destinato alle aree verdi è sempre più ridotto. Non andrà meglio in futuro, dato che recenti proiezioni indicano che, dal 2030, ben tre persone su cinque del pianeta Terra trascorreranno il loro tempo entro i limiti di città grigie, dominate dal cemento.

Se questo è quello che ci aspetta, teniamo bene a mente le conclusioni derivate da molti studi scientifici, concordi nel sostenere che l’immersione in aree verdi cittadine migliora il benessere e la nostra salute fisica e mentale. Un discorso che riguarda soprattutto i bambini, particolarmente suscettibili agli effetti psicologici dell’ambiente urbano.

Lo dimostra anche un recente studio epidemiologico, il primo di questo tipo, che ha analizzato l’impatto dell’esposizione alle aree verdi sullo sviluppo cognitivo degli alunni della scuola primaria.
“Green spaces and cognitive development in primary schoolchildren” è il titolo di questo lavoro, che si colloca nel contesto del progetto Breath finanziato dall’Unione europea, volto a investigare i possibili effetti dell’inquinamento atmosferico legato al traffico (Trap) sullo sviluppo intellettivo dei bambini.

36 scuole hanno preso parte al “Breath”: all’interno di queste ben il 58% degli alunni tra i sette e i dieci anni ha deciso di partecipare a questa interessante iniziativa, destinata a far capire meglio quanto le condizioni dell’ambiente esterno incidono non solo sulla nostra qualità di vita, ma anche sulle nostre facoltà mentali.

I giovanissimi partecipanti al progetto sono stati sottoposti a test computerizzati, ripetuti quattro volte ogni tre mesi nell’arco di un anno. Questo procedimento è servito per valutare principalmente sia il tasso di attenzione che quello di memoria degli alunni, aspetti entrambi destinati a crescere notevolmente nel corso dell’adolescenza. Per misurare il verde intorno a ciascun bambino oggetto di studio sono stati presi in considerazione gli spazi vicino casa, intorno alla scuola e lungo il percorso casa-scuola, utilizzando le immagini satellitari e uno speciale indicatore basato sulla luce riflessa (Normalized Difference Vegetation Index). Le valutazioni sono state poi combinate con altre variabili, quali il tempo trascorso a scuola o a casa, al fine di calcolare la totale esposizione alle aree verdi di ciascun alunno.

Le conclusioni a cui sono giunti i ricercatori sono chiare: i bambini più esposti al verde hanno migliorato il proprio sviluppo cognitivo, con un incremento del 5% delle funzioni della memoria, del 6% di quelle superiori, nonché con un decremento dell’1% delle distrazioni. Come si spiegano questi esiti? Secondo gli autori dello studio il miglioramento di queste facoltà è dovuto specificatamente al verde posto entro e nei dintorni degli edifici scolastici, mentre non sono parsi avere particolari effetti gli spazi verdi che circondano le aree residenziali.

I ricercatori hanno poi cercato di capire se livelli più bassi dell’inquinamento legato al traffico cittadino possono avere legami diretti con un migliore sviluppo cognitivo dei bambini, trovando una risposta affermativa. Il progetto Breath dispone di dati di alta qualità sull’esposizione delle scuole all’inquinamento atmosferico derivato dalle emissioni nocive del traffico cittadino. Precedenti analisi hanno dimostrato che le scuole con più verde presentano un livello più basso di sostanze inquinanti. Il miglior sviluppo cognitivo dei bambini nelle scuole più green si spiegherebbe dunque con la riduzione dell’esposizione all’inquinamento dell’aria dovuto al traffico, nonché con altri fattori quali la minor incidenza dei rumori cittadini e l’incremento dell’attività fisica. D’altronde, come negare che ampi spazi verdi puliti e ben curati non stimolino a correre e a fare sport o almeno una bella passeggiata?

Non ci sono più scuse per non aumentare le aree destinate a giardini e piccoli parchi nei dintorni degli edifici scolastici. Secondo gli autori di questo studio, se le scuole meno dotate di verde incrementassero questo prezioso bene per portarsi al livello di quelle più green, il numero dei bambini con problemi nello sviluppo delle funzioni superiori della memoria diminuirebbe dell’8,8%. Senza dimenticare che un accresciuto sviluppo cognitivo dei bambini si traduce automaticamente nel miglioramento delle funzioni intellettive per tutto il resto della vita.

Mentre si attendono ulteriori ricerche che confermino la validità di queste tesi, altri studi stanno cercando di capire se i benefici delle aree verdi possono incidere anche sullo sviluppo cognitivo dei bambini in altre fasi, come quella prenatale e prescolare.

Nell’attesa affanniamoci a circondare di verde le nostre scuole: non farà sicuramente male!

Marco Grilli





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