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Shabby chic: quando l'arredamento rivela un cambiamento interiore

Di Laura De Rosa - 10 Agosto 2015

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Shabby chic, letteralmente “logoro chic”, ossimoro che descrive magnificamente l’essenza di questo stile d’arredamento. A farla da padrona, come suggerisce la guru indiscussa dello shabby, Miss Rachel Ashwell, sono oggetti, mobili e complementi deteriorati, rivisitati in chiave personale con buongusto e una buona dose di “sciccheria”.

Ma a dispetto delle mode, qual è il significato sociologico di un tale successo?

Negli ultimi anni, perlomeno in Italia, lo shabby chic ha monopolizzato gli ambienti domestici, contaminandoli di elementi d’arredo e sfumature che fino a qualche tempo fa avrebbero fatto rabbrividire chiunque. Parole d’ordine: luce, bianco “sporco”, vintage, recupero creativo. Cosa si cela dietro questi termini apparentemente banali? Innanzitutto il desiderio di recuperare il passato in senso lato, ovvero ripescare oggetti, ricordi e “valori” di un tempo lontano, quasi a voler restituire loro la dignità perduta.

Il riciclo creativo, lungi dall’essere solo un modo per affrontare con fantasia e ingegno la crisi economica, simboleggia quindi il desiderio di ripristinare un contatto con le origini dimenticate, riportandole in auge in chiave moderna. Ma è anche un modo per opporsi a quel rigore, tipicamente maschile, cui eravamo abituati ormai da anni, basti pensare alle nostre case prima di questa “rivoluzione” stilistica. Pareti bianche intervallate da colori opprimenti come il porpora, mobili di legno scuro o all’opposto elementi d’arredo improntati a un’essenzialità esasperata, laccati, freddi, ordinati, lineari, rigorosi. Niente a che vedere con la leggerezza e la morbidezza delle forme e della palette cromatica shabby chic.

Shabby chic, la rivincita del femminile

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Che questo stile venga snobbato dai cultori dell’interior design, ormai proiettati verso nuove frontiere, poco importa al comune sentire. Perché di fatto, indipendentemente dall’evoluzione stilistica, il suo successo ha segnato una svolta epocale. La rivincita del femminile archetipico sul maschile.

Non è questione di femminismo, piuttosto del bisogno viscerale di cambiare prospettiva, pulsione che appartiene anche agli uomini, nonostante la loro maggiore ritrosia. La nuova Era dell’Acquario (una delle dodici ere – di circa 2160 anni ciascuna – in cui viene divisa la storia dell’umanità da alcune scuole di pensiero esoteriche, iniziata secondo alcuni nel 2012, secondo altri prossima a venire) ai fini dell’evoluzione necessita infatti di un modus vivendi improntato sui valori dell’accoglienza, della solidarietà, della condivisione, che appartengono all’elemento Luna, allo Yin taoista, all’ANIMA junghiana, ovvero al femminile.

Lo shabby chic è l’espressione materiale di questo nuovo mondo in “rosa”: i suoi bianchi, contaminati talvolta dal colore, sembrerebbero simboleggiare la ricerca della luce “interiore” e quindi la volontà di ripristinare il contatto con la propria anima, pulsione tipica dell’Era dell’Acquario; il riciclo creativo indicherebbe il desiderio di rivalutare il passato per recuperare alcuni aspetti andati perduti alla fredda luce della ragion pura.

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Volendo fare un esempio semplicistico, è un po’ come quando ci ribelliamo ai genitori, facendo piazza pulita di tutti i loro insegnamenti in nome di una prospettiva nuova. Questa fase di ribellione corrisponde alla fase maschile che ha spazzato via il passato irrazionale in nome di un modus vivendi illuminato dalla ragione.

Una fase improntata all’azione, al fare più che al sentire, all’aggressività più che alla dolcezza. Basti pensare alla competitività della società capitalista e al rigore stilistico dell’arredamento moderno. Ma questa fase è seguita inevitabilmente da una riappacificazione: litigo per anni con i genitori e poi, con l’avanzare del tempo, mi accorgo che non tutto ciò che mi avevano trasmesso era sbagliato. Recupero quindi i valori che mi interessano, lasciandone da parte altri, mischiandoli con quelli acquisiti nel frattempo. Esattamente ciò che ha fatto l’arredamento shabby chic, recuperando alcuni elementi vintage accantonati per anni nelle soffitte e nelle cantine. Ciò non significa rinunciare agli innegabili vantaggi della modernità di estrazione industriale, per esempio agli elettrodomestici, al riscaldamento e via dicendo, ma farli convivere alla luce di una nuova consapevolezza.

Perché lo shabby ha conquistato il mondo femminile

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Il recupero di oggetti malconci indicherebbe altresì la capacità tipicamente femminile di cogliere la bellezza in ogni cosa, per merito di una visione interiore improntata all’accoglienza piuttosto che all’esclusione. Ciò ha a che fare con un sapere inconscio che alberga dalla notte dei tempi nell’animo femminile (in senso archetipico), in grado di cogliere quasi istintivamente la relazione profonda fra tutte le cose, in comunione con l’universo che ci circonda.

Probabilmente l’epoca appena trascorsa o in via di esaurimento (ogni scuola esoterica ha la sua visione in merito alla durata), ovvero l’Era dei Pesci (quella che precede l’Era dell’Acquario, imperniata sugli insegnamenti di Gesù e sul simbolo del pesce) probabilmente necessitava della razionalità maschile per favorire l’evoluzione di tipo materiale/tecnologico, spazzando via ogni genere di superstizione. Difatti se il femminile intuisce attraverso l’emisfero cerebrale destro (quello intuitivo), il maschile agisce secondo la logica dell’emisfero cerebrale sinistro (logico e analitico, esattamente come la scienza). Se il femminile percepisce la direzione verso cui andare, il maschile la percorre. Non sono io a dirlo ma una tradizione millenaria, basti pensare allo YIN (femminile, lunatico, passivo) e allo YANG (maschile, attivo, sole) e agli archetipi classici che ripropongono in tutte le salse la stessa dualità.

Probabilmente il progresso, per come l’abbiamo inteso finora, si è servito della capacità tutta maschile di discriminare e agire con determinazione pur di raggiungere l’obiettivo prefisso, annientando se necessario eventuali ostacoli. Un agire che ci ha permesso di uscire dallo stato barbarico ma che al tempo stesso non ha saputo fermarsi al momento giusto. Ed ecco che, per ripristinare l’equilibrio, la natura ha iniziato a collassare sotto la pressione di una scienza incattivita dalla volontà di primeggiare. Volontà tipicamente maschile.

Shabby chic, lo stile che segna il passaggio all’Era dell’Acquario

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Lo shabby chic, in definitiva, sarebbe una forma di ribellione pacifica allo status quo, in sintonia con i nuovi valori dell’Era dell’Acquario. Il suo successo sarebbe quindi correlato al desiderio di un mondo più etico, in cui parole come fratellanza, ecologia, umanitarismo, ricerca interiore, meditazione non siano più concetti astratti. I pilastri di questo nuovo approccio sono la tecnologia finalizzata alla diffusione capillare della democrazia (Internet), il sovvertimento degli schemi religiosi tradizionali di stampo patriarcale in quanto rigidi e obsoleti, uno sguardo nuovo filtrato dall’intuito e dalle discipline orientali come il Buddismo e il Taoismo.

In quest’ottica gli opposti come vecchio e nuovo (vedi shabby chic), femminile e maschile, luce e ombra, bianco e nero sono destinati all’incontro, alla fusione, affinché la dualità si stemperi in un abbraccio simbiotico per dare origine a una nuova visione del mondo. Attenzione a non interpretare queste riflessioni in chiave femminista, a questa mensa sono invitati tutti, uomini compresi, che in quest’epoca più che mai sono chiamati a risvegliare il “femminile” insito nella loro anima. Perché, come diceva Jung, in tutti noi convivono componenti di genere diverso (ANIMUS e ANIMA), invitiamoli alla liberazione e alla collaborazione, forse vedremo l’alba di un nuovo giorno.

Laura De Rosa

www.yinyangtherapy.it

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