Spiritualità

La Mala: la collana usata per meditare e per pregare

Di Redazione - 11 Settembre 2024

La preghiera non è un ozioso passatempo per vecchie signore. Propriamente compresa e applicata, è lo strumento d’azione più potente.
(Mahatma Gandhi)

La Mala, il cui significato letterale è “ghirlanda/collana”, è un rosario, una corona di grani, utilizzata in ambito induista e buddhista per contare i mantra o le preghiere. La coroncina del rosario detiene un ruolo rilevante in numerose religioni qualunque sia il nome e la forma che di volta in volta assume, a seconda del contesto.

La Mala pertanto non è più efficace di un rosario qualunque, nonostante quest’ultimo risulti meno esotico e affascinante. Si tratta pur sempre di uno strumento di preghiera composto da grani, che nella Mala sono 108, mentre in ambito cristiano sono solitamente 50 in gruppi di dieci, con un grano più grosso tra ogni decade. Esistono tuttavia anche rosari con 150 e 100 grani, corrispondenti al numero dei salmi o parte di essi.

Nella Mala come dicevamo i grani sono 108 + (solitamente) uno più grande chiamato Bindu o Sumeru, la stazione di giunzione, che simboleggia lo Stupa, monumento buddhista dove si conservano reliquie. Lo Stupa è anche simbolo della mente risvegliata e del percorso che bisogna intraprendere per riuscirci. Lo Stupa rappresenta inoltre il corpo di Buddha. Accanto ad esso si trova un ciuffo di fili colorati o semi di bellezza ma esistono anche Mala con inserti di grani variopinti o realizzati in materiali diversi, dal legno ai minerali, dalle pietre ai semi. I grani hanno un diametro compreso generalmente tra 6 e 10 mm ma possono raggiungere anche il centimetro, esistono poi versioni con un numero inferiore di grani multipli, sotto forma di collane e/o bracciali.

Scoprire cos’è la Mala è sicuramente interessante così come inoltrarsi in altri mondi per sviscerarne usanze e tradizioni, ma è altrettanto curioso scovare i punti in comune con la propria tradizione, che non va rinnegata a priori. Prima di rifiutare qualcosa per abbracciare altri orizzonti è importante conoscere il perché delle proprie azioni, evitando di lasciarsi guidare dalle mode del momento o dal fascino dell’esotismo, che se da un lato aiuta a spingersi oltre, dall’altro può trasformarsi in una prigione dorata.

Gli antichi dicevano che pregare è respirare. Qui si vede quanto sia sciocco voler parlare di un “perché”. Perché io respiro? Perché altrimenti morrei. Così la preghiera.
(Søren Kierkegaard)

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Come si utilizza la Mala

mano di un monaco con la mala

Bisogna far ruotare i grani con il pollice in senso orario ma attenzione: i grani non vanno toccati con l’indice e nemmeno con il mignolo. Si ripete il mantra fino ad arrivare a Bintu, il punto di giunzione, e si ritorna indietro. Nel rosario cristiano, invece, i grani vanno fatti scorrere tra le dita recitando diverse preghiere.

La Mala va tenuta sopra il dito medio mentre le altre 2 dita vanno raggruppate insieme e staccate da esso. Le dita simboleggiano i Guna, le 3 qualità del pensiero, del temperamento e dell’azione. La simbologia di questa posizione richiama il trascendere il mondo dell’illusione per prendere man mano coscienza dell’unità.
La mano con cui tenere la Mala è la destra tra il pollice, che simboleggia Dio, e il medio, in modo da enfatizzare la fusione con il divino passando da un grano all’altro. Con la voce si ripete nel frattempo il mantra.

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I materiali principali della Mala e la loro funzione

A seconda del materiale di cui è formata la Mala essa assurge a scopi diversi. Per esempio le Mala di legno di sandalo si dice armonizzi l’energia corporea facilitando la meditazione. La Mala di rudra apporterebbe benefici al corpo migliorando per esempio la circolazione sanguigna, combattendo lo stress e la stanchezza, curando malattie varie.

La Mala con semi di loto, che in realtà è legno di pero cinese, è più duratura e a livello simbolico associata al fiore di loto, che si dice nasca dal fango ma non venga sporcato da esso. La Mala con semi di bodhi, un ficus detto banyano, che è anche l’albero sotto il quale Buddha raggiunse l’illuminazione, è importante proprio per questo motivo. Fra l’altro risulta più leggera e facile da utilizzare nella preghiera quotidiana.

La Mala di ematite, minerale del ferro, è utilizzata perché, a quanto pare, contribuisce ad armonizzare corpo, mente e spirito. Quella di pietra, fra cui si riconoscono tipologie diverse, risulta più pesante delle altre e anche piuttosto costosa.

Esistono poi Mala realizzate con semi di raktu, ricavati da un altro tipo di ficus, sono meno costose, abbastanza durature e adatte alle lunghe meditazioni. Fra l’altro si dice abbiano proprietà protettive nei confronti di chi le utilizza. La Mala di osso bianco o colorato simboleggia l’impermanenza della vita e la necessità di lavorare su di sè per non farsi dominare dall’ego. La morte, simboleggiata dall’osso, ricorderebbe infatti all’uomo il senso della vita.

La preghiera dà un uomo la possibilità di conoscere un signore che si incontra quasi mai. Non il creatore, ma se stessi.
(William Inge)

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La simbologia della Mala

Come premesso la Mala è formata da 108 grani ma sarebbe più corretto dire da 1 – 0 – 8 grani, difatti ognuna di queste cifre ha un suo significato. 1 indica la realtà, l’individuo, 0 indica il Samadhi, lo stato di annullamento dell’Ego, 8 indica la natura creativa, l’infinito.
Addizionando 1 e 8 si ottiene il 9, simbolo della perfezione. Moltiplicando il 9 per qualsiasi numero, la somma del risultato rimane 9. Come l’universo che è costante e invariabile da sempre.

Tutto ciò che ci circonda ha un simbolo e conoscerlo ed averlo ben presente durante l’uso che ne facciamo rende l’esperienza consapevole e ricca di significato.

Non sono un uomo di lettere o di scienza, ma pretendo umilmente di essere un uomo di preghiera: è la preghiera che ha salvato la mia vita. Senza preghiera sarei impazzito da molto tempo. Se non ho perso la pace dell’anima, nonostante tutte le prove, è perché questa pace viene dalla preghiera. Si può vivere alcuni giorni senza mangiare, ma non si può vivere nemmeno un giorno senza pregare. La preghiera è la chiave del mattino e il chiavistello della sera.
(Mahatma Gandhi)

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